giovedì 29 ottobre 2009

Un Trillo da Corso Agnelli/5.


Non sono superstizioso, ma l'addio moderatamente commosso di Cobolli Gigli, giunto al termine dell'assemblea di Vinovo, a quanto pare ha regalato i primi frutti alla pianta rinsecchita della Juventus. Un 5-1 alla Sampdoria dei miracoli seconda in classifica, di questi tempi, avrebbero potuto sperarlo solo un inguaribile ottimista, un pazzo o lo stesso Cobolli. Non oso pensare cosa potremmo ottenere se alla prossima assemblea, per grazia divina, dovessero dimettersi in blocco anche tutti gli avanzi, ormai rancidi, del disgustoso rinfresco cucinato nel 2006 da Guido Rossi.
La squadra ha giocato la sua prima partita della stagione con vero piglio da grande e l'ha fatto, finalmente, per tutti i novanta minuti, mollando la presa solo per qualche istante quando il risultato, comunque, era già in cassaforte. Gol della bandiera di Pazzini e affettuoso tributo delle curve al giovane bomber blucerchiato: "Sei solo un viola di merda". Le vomitevoli magliette del Liverpool col meno 39, esibite la settimana scorsa dai violacei in trasferta a Torino, evidentemente sono piaciute un casino. Parafrasando il Giobbe Covatta prima maniera, non siamo noi ad essere sboccati, è lui che è fiorentino (anzi, di Pescia per la precisione).
Per una volta non mi va di cercare peli nell'uovo, come direbbe Marrazzo spennando una gallina bisex prima di portarla a cena fuori. Chi più chi meno, tutti hanno fatto il loro. Certo un Camoranesi in formato gigante come quello di ieri sera è sempre una goduria per gli occhi, così come vedere Chiellini che strappa una palla sulla sua trequarti a colpi di clava, sgroppa lungo il campo, la scarica ad Amauri sulla fascia e va a stampare in rete il traversone sulla linea dell'area piccola, con il piedone destro che non è manco il suo, ti fa pensare subito male dei tuoi vicini di posto: mi avranno mica messo qualcosa nelle sigarette mentre ero distratto?
Perfino Poulsen, entrato al posto di un più che dignitoso Sissoko - considerata l'assenza da trapiantato di fegato nonostante si trattasse solo di un metatarso -, ieri sera sembrava uno preso per giocare qualche partita come regolare tesserato, e non solo perché di solito è l'unico ad arrivare in cortile con il pallone. Anche Igno (l'altra metà di Ranza, sperando che Ferrara si sia finalmente convinto a scindere i due adepti del Rollerball per giocare con una punta sola), dopo un periodo di digiuno che nemmeno Legrottaglie con la gnocca dopo essersi illuminato con la Bibbia più di Cobolli quando vede(va) Marco Bava all'assemblea della Juve, ha sguainato una doppietta (gol di rapina più testata da vero bomber di razza) grazie alla quale ha portato il suo mini-score a quattro centri in tre partite consecutive.
E allora, una volta tanto, va bene così. Perché sabato pomeriggio c'è il Napoli, domani è già giovedì e io non sono più un ragazzino.

Due giorni di moderata goduria in assoluto riposo; non chiedo mica la luna.

sabato 24 ottobre 2009

MARTEDI' 27 OTTOBRE SU Ju29ro.com.


E come l'anno scorsooo/due pali e una traversaaa/e poi veder volare/la coppa/la coppa/la coppa ad Amsterdàm/ad Amsterdàaam..., cantavamo sempre ai cugini sfigati.
E Ju29ro.com, proprio come l'anno scorso, parteciperà all'assemblea dei soci della Juventus S.p.A., garantendo la diretta dell'evento a tutti i suoi lettori e non solo.
Se volete sapere tutto ciò che si dirà martedì prossimo a Vinovo (non la stessa spiaggia del Centro Fiat, dunque, ma lo stesso mare sì, purtroppo), e non solo ciò che certa stampa distratta dai culi da leccare solitamente vi racconta, tramortite il capo ufficio con un colpo di Jujitsu (in giapponese: 柔術) e collegatevi al sito Ju29ro.com. E' probabile che al suo risveglio - del capo ufficio, intendo - magari vi venga voglia di finirlo a vangate.

Non fatelo, mi raccomando. In fondo lui non c'entra niente.

domenica 18 ottobre 2009

Un Trillo da Corso Agnelli/4.


Flashback cronologici di un pomeriggio indecente.
I due monconi delle tribune del Filadelfia che mi guardano impassibili, mentre lì a due passi, ai confini del bar, un gruppo di vecchi cuori granata si crogiola sul 2-1 appena inflitto all'Ascoli. Hanno talmente tanta birra in corpo che quelle tribune magari le vedono pure piene di gente. Tranquilli, sono vuote, e la squadra che avete appena battuto ha sì le maglie bianconere, ma non è la Juve; e voi siete in B.
I due monconi della bestemmia che ho strozzato in gola quando Buffon, prima della partita, ha invitato tutti i presenti sugli spalti ad alzarsi in piedi per lo Stand Up dell'Onu contro la povertà (ingaggio medio di quelli come lui: 5 milioni netti all'anno) e i cambiamenti climatici. Gliel'avrei cambiato a colpi di scoregge, il clima, specialmente un paio d'ore più tardi; altro che CFC.
I due monconi di quella che di solito, con quella maglia sulle spalle, era una coppia di attaccanti con i fiocchi. Da Charles a Bettega a Vialli a Inzaghi a Trezeguet, passando per Sivori, Platini, Del Piero, Del Piero, Del Piero, Ibrahimovic e ancora Del Piero. Ecco, a trentacinque anni "suonandi" (il prossimo, imminente, mese di novembre), l'unica speranza che ci resta per sperare di vedere qualcosa di commestibile là davanti, è che si rimetta in sesto Del Piero. Di Igno e Ranza non mi va di parlare, perché sono, appunto, seppur con una lieve supremazia del totem, troppo ignoranti.
I due monconi là in panchina, che presumo siano l'alternativa moderna della Juventus attuale alla presenza del più classico, vecchio, caro allenatore: Ciro Ferrara e Massimiliano Maddaloni. E pensare che, secondo l'Italia più maliziosa, dietro alle scelte di Ferrara e Maddaloni ci sarebbe niente meno che la mano invisibile di Marcello Lippi. Se fossi nei panni del c.t., querelerei chiunque osasse affiancare il mio nome a una schifezza senza capo né coda come quella vista fin qui, fatte salve le trasferte di Roma e Genova. Se penso a cosa seppe tirare fuori Lippi da un ex falegname di Carate Brianza di nome Torricelli, rispetto a quanto non siano riusciti a cavare da Grygera Ranieri prima e MaddaCiro oggi, mi viene l'acetone.
Il coro rivolto alle curve bianconere dai tifosi viola al fischio finale di Rizzoli: "Vincerete il tricolor". Zimbelli di chiunque, anche di chi, dopo il recente gemellaggio siglato con i tifosi del Liverpool, ha il becco di pensare ed esporre una maglia rossa con su scritto -39.

Non me ne vogliano i politicamente corretti, ma io sto con l'alluvione.

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sabato 10 ottobre 2009

Tutta un'altra storia.



Siccome l'operazione di smile-izzazione della Juventus dovrebbe essersi conclusa con l'addio del primo (e spero ultimo) presidente binario della storia bianconera, nel ringraziarlo per aver barattato la miseria di due scudetti più la serie B più mezza squadra della madonna in cambio di co' tanta benevolenza da parte dell'Italia (non juventina) tutta, prendiamo atto dell'avvenuta inversione di tendenza di quell'odioso sentimento popolare che tanto fece soffrire le teste di cazzo come il sottoscritto.
Mentre prima dell'espiazione ci definivano drogati, nonostante una sentenza di assoluzione passata in giudicato, oggi il modo di comunicare dei media nei nostri confronti è decisamente cambiato. Il (non) caso Cannavaro bis, infatti, non ha avuto alcuna eco su giornali e TV, a parte l'apertura di tutti i telegiornali da giovedì sera in avanti e delle prime pagine di tutti i quotidiani da venerdì mattina in avanti. Ma non, come sarebbe stato giusto e sacrosanto, per denunciare l'inettitudine della nuova e sorridente macchina organizzativa di Corso Galileo Ferraris che, ricevuta una raccomandata dal CONI con la richiesta di documentazione integrativa sull'esenzione di Cannavaro dal controllo antidoping, smarrisce la missiva e non risponde un bel cazzo di niente; bensì per raccontare che lui, Cannavaro, in effetti non ha fatto niente di male, certo, ma non diciamolo nei titoli.
Nei titoli si cita forte e chiaro - toh! chi si rivede - il doping, oltre alla possibilità che possa esserci una squalifica per il giocatore, ma forse solo una multa per la società, e si condisce il tutto con immagini e amarcord del mitico servizio andato in onda su Rai2 nel 2005, quello in cui Cannavaro veniva filmato durante la somministrazione di una flebo di Neoton. Che era sì un medicinale non proibito e quel filmato, per di più, era stato girato quando Cannavaro giocava a Parma; ma non è che loro siano lì per spaccare il capello, eccheccazzo.
E allora, per stemperare un po' gli animi e dimostrare quanto e come le cose siano davvero, finalmente cambiate, ecco in esclusiva per i lettori di Venti9 un breve trailer del dvd celebrativo che La Gazzetta dello Sport e la Repubblica, testate notoriamente sobrie e pacate nel riportare la nuda e cruda oggettività dei fatti (e scusate il doppio senso), pubblicheranno alla fine della prossima settimana, alla ripresa del campionato di serie A, in onore del capitano della nazionale Campione del Mondo.

Buona visione e forza Juve. Quella col sorriso, ovviamente.

lunedì 5 ottobre 2009

Sabato José, domenica rosé.


Dopo il pelo e contropelo di Palermo, A.A.A. fischiettanti contestatori cercansi.
Se Gianluca Zambrotta dovrebbe fare un monumento a Marcello Lippi, che lo reinventò terzino sinistro quando, nonostante la fama di nuovo Garrincha, alla Juve si litigava una maglia da titolare nientemeno che con l'aspiratutto Jonathan Bachini, Giorgio Chiellini dovrebbe iniziare a pensare seriamente di farne uno a Didier Deschamps. Perché sono sempre più convinto che, se il francese non l'avesse piazzato al centro della difesa, oggi il ragazzone arrivato alla Juve come il nuovo Cabrini sarebbe a sgomitare, nel ruolo di fluidificante, con qualche scarponazzo della Pistoiese; cosa che gli è risparmiata, in veste di centrale, solo dal suo fisico bestiale e, quando c'è, da uno straripante vigore atletico.
Su Nick "nodo al cazzo" Legrottaglie eviterei di infierire, sempre per restare ai centrali, visto che, da quando si presentò alla Juve vestito come un tronista fino ad arrivare ai giorni nostri, la sua carriera ha avuto alti e bassi obiettivamente in linea con ciò che in fondo è sempre stato e per cui era stato acquistato, ovvero un buon rincalzo per la coppia titolare di allora e nulla più. Sarà un caso, ma l'uscita di scena di Cannavaro, quello vecchio, logoro e - incluso nel prezzo - traditore, ha coinciso con la caduta libera del reparto difensivo e dei risultati della Juventus di questo inizio stagione.
Là davanti, invece, continua la triste opera a puntate "Attenti a quei due", solo che a stare attenti dobbiamo essere noi, non gli avversari. Uno, quello che a Palermo sembrava Shingo Tamai (ed è costato quanto due Zidane più due Kakà), non segna da febbraio, e corre per il campo come una Dune Buggy coi freni rotti centrando tutto il centrabile tranne la porta. L'altro, invece, ogni tanto (ma non troppo) la porta la vede pure, ma senza falso perbenismo credo che sarebbe un'ottima fonte di ispirazione per qualsiasi tribù indiana d'America per dare vita a Iakwuinta, il totem dell'ignoranza più sfrenata applicata al gioco del calcio. Sarà un caso, ma da quando Trezeguet scalda la panchina come mai gli era successo prima da quando è alla Juve (Ranieri a parte, e hai detto niente), le aree di rigore avversarie non sembrano più campi minati, ma caselli autostradali con il Telepass attraverso i quali, qualsiasi cosa transiti, si alza la sbarra e non succede niente.
Ma in mezzo ci manca Momo, dicono i più avveduti. E' vero, sono d'accordo, eccome se ci manca. Ma prima o poi, speriamo, qualcuno ci spiegherà anche come mai, per una microfrattura al quinto metatarso, sia fuori da sette mesi manco si fosse rotto i femori come avviene nelle migliori case di riposo per anziani. E sarà sempre un caso, ma da quando in campo, al suo posto, ci va quello che non rientrava nei programmi della squadra e quindi rimaneva a Torino a suo rischio e pericolo di finire in tribuna e, magari, di rischiare di perdere i mondiali del 2010 in Sud Africa (Ferrara dixit, luglio 2009), oltre a constatare che a centrocampo facciamo acqua da tutte le parti come il Titanic, mi sorge un dubbio assai funesto: che le minacce da violenza privata di Ciruzzo nostro fossero solo un "tutto bluff e niente arrosto" in linea con il nulla dei Blancobollelkanizzàti insediatisi nel 2006?

Ai fischiettanti contestatori (e alla Fiorentina) l'ardua sentenza. La prossima, ma non l'ultima, temo.