martedì 24 novembre 2009

Zemanlandia in Tour a Napoli.


Magari qualcuno non sa bene a cosa mi riferissi ieri quando ho scritto delle stronzate dette da Zeman, venerdì scorso, durante la deposizione come teste dell'accusa al processo di Napoli.
Il tecnico più vessato della storia ha sciorinato un repertorio tale che anche un genio della comicità come Buster Keaton, se solo fosse ancora vivo, avrebbe immediatamente appeso le gag al chiodo per ritirarsi a meditare.
La tragedia, però, è che se provate a fare un confronto tra il concentrato di perle montate in modo ironico nel filmato qui sopra e la trascrizione nuda e cruda (nuda e cruda perché definirla seria mi sembrerebbe francamente un insulto alle cose serie per davvero), purtroppo capirete come la parte davvero comica non si limiti certo a quella nel filmato.

E allora buona visione e buona lettura.

Istruzioni per l'uso: per leggere l'articolo su Ju29ro.com cliccate QUI.
Per vedere il filmato cliccate il tasto play qua sopra. E fatevene una ragione, se potete.

P.S. Ringrazio Radio Radicale per la pubblicazione di tutti gli audio integrali delle udienze. E il sito Ju29ro.com di esistere.

lunedì 23 novembre 2009

Un Trillo da Corso Agnelli/7.


La scritta sul bancone del bar all'angolo era credibile come una dichiarazione di Moratti: "Super Panini a €.2,50". E' tardi, non c'è tempo per rischiare la coda da Untoman per un salsiccione e allora vada per il Super Panino. Morale: un blocco di pongo chiuso nella pellicola Domopak con in mezzo la radiografia di un maiale aromatizzata alla mortadella. Roba che alla terza flebo di soluzione fisiologica torni a renderti conto di avere in bocca la lingua e non, come pensavi, una paglietta per lavare i piatti. Sono sensazioni, ma la serata la vedo già male.
Una volta dentro, intuisco che la scelta di giocare con quella maglia grigia modello Alessandria, contro l'Udinese che si presenta in completo giallo, deve avere a che fare con il super sponsor di famiglia Iveco messo al posto dei trattori New Holland. E le palle mi girano ancora di più.
Diciamo che al netto dei tre punti, anche se di questi tempi dobbiamo farceli bastare e avanzare, le sensazioni non erano state poi così sbagliate. Tra la squadra che gioca da far schifo, le luci delle tribune che si spengono e si accendono manco fossimo a Marsiglia e le curve in agonia, più che a vedere la Juve sembra di stare a una gita aziendale di Fantozzi. Emozioni zero, e il gol partita costruito dall'asse di piedi muti Poulsen-Caceres-Grosso è lì a testimoniarlo, sfizioso come un bugnone sulla fiancata della macchina nuova. Che il dio della pietà conservi la salute a Camoranesi, sperando che quel dio non sia interista.
Fuori dal campo, che i gas di Calciopoli abbiano narcotizzato anche le curve lo si capisce a metà del primo tempo, quando Del Piero e Sissoko si alzano dalla panchina per iniziare a scaldarsi e il Comunale finalmente ribolle per qualche minuto come non era ancora successo dall'inizio del campionato. Curva nord compresa, che malgrado la carestia di emozioni di questi tempi (o magari proprio per quello, chissà) aveva avuto la brillante idea di esporre poco prima, tra un insulto a Balotelli e il solito appello alla "libertà per gli ultrà", uno striscione con su scritto "Anche se non ci ami, bentornato Alex" (è quel lenzuolino bianco in mezzo alla curva nella foto). Con tutte le stronzate che è riuscito a dire su di noi Zeman in una mattina (venerdì scorso al processo di Napoli), l'unica nota polemica scritta sugli spalti era rivolta a lui, Alessandro Del Piero. Grandi.
E grandi, anzi grandissimi, anche i soliti fenomeni della comunicazione sorridente di Corso Galileo Ferraris 32 che verso fine primo tempo, alla serie di cori contro Balotelli, prontamente hanno innescato lo speaker del Bon Ton per ammonire i presenti: "Ricordiamo a tutti i tifosi che la Juventus respinge con forza ogni forma di razzismo". Quella stessa Juventus, ricordo ai lettori, che ancora oggi non ha avuto il buon gusto di prendere una posizione ufficiale contro quei dementi a tinte viola che il 17 ottobre scorso si presentarono a Torino indossando le mitiche magliette rosse del Liverpool e la scritta meno 39. Si vede che, secondo le normative vigenti nella società più simpatica e ridarella del mondo, quei trentanove non erano abbastanza neri da meritarsi la difesa della propria memoria. Moralmente pezzenti, ecco cosa siamo diventati.

Teniamoci i tre punti, allora, visto che di questa serata non ci resterebbe altro nemmeno a cercarlo con i cani da valanga.

Piccola postilla sulla credibilità delle dichiarazioni di Moratti: arrivando a casa dallo stadio ho sentito su Radio Rai 1 che, secondo il presidente più Onesto della società più Onesta del globo terracqueo, il vaffanculo di Maicon al guardalinee di Bologna-Inter è stato "un equivoco che spero non gli impedisca di giocare la sfida contro la Juventus".
Mi permetto di dirgli anch'io "vai tu" con altrettanta umiltà e onestà. E spero che non equivochi.

domenica 1 novembre 2009

Un Trillo da Corso Agnelli/6.


Solo l'altro ieri avevo scritto di lasciarmi gustare la vittoria tonda tonda contro la Sampdoria, e manco avessi un gatto nero nelle mutande eccoci serviti.
Anche il Napoli, grazie alla nuova Juventus di questa meravigliosa seconda metà degli anni zero, aggiorna le statistiche, quelle statistiche che alla voce "vittorie a Torino contro la Juventus" erano inchiodate sullo zero come il coperchio di una bara dal lontano 1988. Ventuno anni fa.
Al di là delle considerazioni di carattere tecnico, che rimangono cruciali in questa Juve misto mare, ciò che smonta le speranze è la totale mancanza di personalità messa a nudo ieri sera dal triplice sganassone firmato dal doppio Hamsik più Datolo (e noi, presolo).
Una volta , per tutti, era la Signora; secondo Roberto Beccantini, per esempio, oggi è solo Signorina. A me invece ricorda, indipendentemente dall'età, una povera zombie depressa in grave crisi di identità; perché la vera ricchezza dilapidata dalla Juventus in così poco tempo, dopo aver passato un secolo ad accumularla, è l'anima (così almeno, con la citazione degli zombie, rendiamo pure omaggio a questo cazzo di Halloween - che non si capisce cosa c'entri con noi italiani - e ai bei cappellacci neri da strega distribuiti allo stadio prima della partita).
Due giorni dopo avere inflitto un 5-1 alla seconda in classifica, affronti a Torino una squadra che - sempre due giorni fa - contro il Milan aveva rimontato da 0-2 a 2-2 nel tempo di recupero; inizi la ripresa e sei 2-0; non esiste che un'opzione: vincere. E infatti, perdi. Neve al sole, che mica per caso la cantava un napoletano.
Se pensavo che Ferrara avrebbe aggiunto qualcosa al poco di Ranieri, e lo pensavo, quel qualcosa non era certo riferito ai 4-3-1-2, ai 4-4-2, agli alberi di Natale o alle aiuole di Quagliarella. Ero quasi certo, semmai, che sarebbe stato in grado di (ri)trasmettere le note giuste sulle frequenze giuste per raggiungere le antenne dei giocatori, di ripristinare quella dose di orgoglio smarrito dopo il cambio di sesso imposto da Calciopoli. Come non detto. Sulla parte puramente tattica, invece, sarà anche vero che l'inesperienza aiuti Ciruzzo a non saper leggere le partite, ma qui siamo all'analfabetismo più spinto.
E ora, con la tensione che sale, le gambe che tremano e certi cervelli che craccano, vedremo chi sarà a prendersi la briga di ricucire i primi strappi nel gruppo fra il d.s. per caso Alessio Secco, il presidente Jean-Claude Blanc, l'amministratore delegato Jean-Claude Blanc e il direttore generale Jean-Claude Blanc. Vedremo, per esempio, se e chi multerà Igno per il rosso diretto rimediato a fine gara, o chi proverà a dare una spruzzatina di Svitol al cervello di Buffon che, oltre a dimostrare di non aver capito niente, dà pure il buon esempio e lo dichiara: "Dopo il 2-0 abbiamo creduto di avere la partita in pugno, è normale in questi momenti avere dei cali". A proposito di pensare da Juve.
Un'ultima considerazione, non so se da rivolgere al responsabile del marketing Fassone o a chi altri si occupi della gestione dei biglietti. La trasferta di ieri a Torino era stata proibita ai tifosi partenopei per motivi di sicurezza. Ce n'erano ovunque, e con in più una novità: il settore ospiti, presumo in virtù di tale divieto, era popolato da pubblico non ospite, mentre la tifoseria organizzata e quindi più calda dei napoletani era sistemata compatta sul lato destro della tribuna est, a stretto contatto con uomini, donne e bambini di fede bianconera. Inoltre, alla fine della partita, proprio per effetto dell'ordine sparso con il quale gli ospiti si erano sistemati al Comunale, tutti fuori appassionatamente e contemporaneamente, con tanto di ritrovo-schiaffoni ipotizzato a metà strada fra la nord e la sud. Come sia finita non lo so, ma in uno stadio per famiglie sarà meglio pensare bene a certi dettagli, e se non si è grado, piuttosto, chiedere a chi c'era prima.

Meglio smettere di ridere, che dover cominciare a piangere.