Se fossi un Mourinho qualunque, cioè convinto di essere qualcuno, sabato sera, dopo la prima occhiata alle curve, appena messo piede dentro al Comunale, avrei dovuto chiamare casa per dire a mia moglie che ce l'avevo fatta, che ero pronto per le prossime elezioni politiche. Cavolo, se era bastato auspicare l'evaporazione di chi ritiene John Elkann "uno di noi" per non trovarne traccia solo venti giorni dopo, voleva dire che come persuasori Martin Luther King e Luciano Moggi mi fanno una pippa. Ma io sono un pirla, e così quando il mio amico mi domanda il perché di quel vuoto, là nel cuore delle curve, non posso mentire a me stesso. Non ho alcun dubbio, io non c'entro nulla: "E' per la tessera del tifoso".
Il regolamento dello stadio, poi - perché da buon pirla me lo sono pure letto - , vieterebbe l'ingresso alle persone "in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope". Non so se essere allo stesso tempo ubriaco, fatto e vagamente rincretinito dia diritto a degli sconti sulle sanzioni, ma penso di sì. Altrimenti non mi spiego perché sia così difficile, per gli steward del mio settore, allontanare il deficiente che ostacola la visuale ad almeno dieci persone, standosene seduto sulla ringhiera delle scale quando ormai le squadre hanno già dato il calcio d'inizio. Ma tant'è, vogliamo mica schedarli?
La partita comincia bene e scorre pure meglio, con Iaquinta che sembra miracolato, Marchisio che forse sta diventando davvero un miracolo del vivaio e Buffon che di miracoli ne sta facendo di nuovo uno dietro l'altro, come ai bei tempi. Anzi, mi rivolgo alla bella Alena e alle Dame di Saint Vincent: non so cosa gli abbiate fatto ultimamente, e nemmeno mi interessa saperlo. Ma vi prego, continuate così, perché il ragazzo pare proprio ritrovato.
Finisce il primo tempo, e mentre mi incammino verso il bar per la sigaretta di rito con ancora nelle orecchie gli unici due cori partoriti dalle curve in quarantacinque minuti ("Libertà per gli ultrà" e "No alla tessera del tifoso"), lancio un'occhiata verso lo store ufficiale della Juventus. Può darsi che la memoria non sia più quella di un tempo, ma sarei pronto a scommettere di non aver mai visto in oltre trent'anni di stadio una cosa come quella. Non ci sono parole più efficaci di un'immagine, perché hai voglia a dire a un bambino quant'è brutta la Strega Nocciola. Quel bambino, stanne certo, si cagherà davvero addosso solo quando gli si parerà davanti una sorella di Moratti in carne e ossa. E' quello che è successo a me.
Tempo fa, circa un anno o giù di lì, qualche amico mi aveva parlato di una sciarpa della Juve nerazzurra, ma vedere non è immaginare. Occhio vede, cuore duole. E palle girano. E allora eccovi serviti, anche se quando sei incazzato non è che le foto ti riescano benissimo. "Il giorno che vedrò una sciarpa dell'Inter bianconera, forse anche questa avrà un suo perché, o no?", dico alla commessa dello store. Quella inforca l'espressione tipica di una carpa alla guida di un DC-9 e non fiata.
Torno su e l'ingresso degli ultras nelle due curve viene accolto dagli applausi degli altri settori, gli stessi che la domenica precedente fischiavano gli ultras che fischiavano Cannavaro e inneggiavano a John Elkann. Una sorta di Cobollizzazione collettiva, il comune mortale che si fa binario. Poi il secondo tempo scorre via senza troppe emozioni, compresa l'unica che mi sarebbe davvero piaciuto provare, quella di un gol di David Trezeguet. E' alla Juve da prima di tanti altri suoi compagni (ed ex compagni) nominati santi, e vederlo tribolare come un dannato senza poter mai contare su più di un cross decente, o perlomeno sulla scorta armata dell'affiatamento con Del Piero, mi fa patire di brutto. Ma la partita finisce così, e se mi è concessa una battuta, arrivo a pensare che forse, visti i parziali di 2-0 a curve vuote e silenti e di 0-0 a curve piene e urlanti, oltre a non cavare un ragno dal buco con la lotta alla rintracciabilità del tifoso, gli ultras comincino pure a portare sfiga.
Una sciarpa nerazzurra a chi non si offende. Nerazzurra della Juve, si intende.
Il regolamento dello stadio, poi - perché da buon pirla me lo sono pure letto - , vieterebbe l'ingresso alle persone "in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope". Non so se essere allo stesso tempo ubriaco, fatto e vagamente rincretinito dia diritto a degli sconti sulle sanzioni, ma penso di sì. Altrimenti non mi spiego perché sia così difficile, per gli steward del mio settore, allontanare il deficiente che ostacola la visuale ad almeno dieci persone, standosene seduto sulla ringhiera delle scale quando ormai le squadre hanno già dato il calcio d'inizio. Ma tant'è, vogliamo mica schedarli?
La partita comincia bene e scorre pure meglio, con Iaquinta che sembra miracolato, Marchisio che forse sta diventando davvero un miracolo del vivaio e Buffon che di miracoli ne sta facendo di nuovo uno dietro l'altro, come ai bei tempi. Anzi, mi rivolgo alla bella Alena e alle Dame di Saint Vincent: non so cosa gli abbiate fatto ultimamente, e nemmeno mi interessa saperlo. Ma vi prego, continuate così, perché il ragazzo pare proprio ritrovato.
Finisce il primo tempo, e mentre mi incammino verso il bar per la sigaretta di rito con ancora nelle orecchie gli unici due cori partoriti dalle curve in quarantacinque minuti ("Libertà per gli ultrà" e "No alla tessera del tifoso"), lancio un'occhiata verso lo store ufficiale della Juventus. Può darsi che la memoria non sia più quella di un tempo, ma sarei pronto a scommettere di non aver mai visto in oltre trent'anni di stadio una cosa come quella. Non ci sono parole più efficaci di un'immagine, perché hai voglia a dire a un bambino quant'è brutta la Strega Nocciola. Quel bambino, stanne certo, si cagherà davvero addosso solo quando gli si parerà davanti una sorella di Moratti in carne e ossa. E' quello che è successo a me.
Tempo fa, circa un anno o giù di lì, qualche amico mi aveva parlato di una sciarpa della Juve nerazzurra, ma vedere non è immaginare. Occhio vede, cuore duole. E palle girano. E allora eccovi serviti, anche se quando sei incazzato non è che le foto ti riescano benissimo. "Il giorno che vedrò una sciarpa dell'Inter bianconera, forse anche questa avrà un suo perché, o no?", dico alla commessa dello store. Quella inforca l'espressione tipica di una carpa alla guida di un DC-9 e non fiata.
Torno su e l'ingresso degli ultras nelle due curve viene accolto dagli applausi degli altri settori, gli stessi che la domenica precedente fischiavano gli ultras che fischiavano Cannavaro e inneggiavano a John Elkann. Una sorta di Cobollizzazione collettiva, il comune mortale che si fa binario. Poi il secondo tempo scorre via senza troppe emozioni, compresa l'unica che mi sarebbe davvero piaciuto provare, quella di un gol di David Trezeguet. E' alla Juve da prima di tanti altri suoi compagni (ed ex compagni) nominati santi, e vederlo tribolare come un dannato senza poter mai contare su più di un cross decente, o perlomeno sulla scorta armata dell'affiatamento con Del Piero, mi fa patire di brutto. Ma la partita finisce così, e se mi è concessa una battuta, arrivo a pensare che forse, visti i parziali di 2-0 a curve vuote e silenti e di 0-0 a curve piene e urlanti, oltre a non cavare un ragno dal buco con la lotta alla rintracciabilità del tifoso, gli ultras comincino pure a portare sfiga.
Una sciarpa nerazzurra a chi non si offende. Nerazzurra della Juve, si intende.
8 commenti:
Che sei un Pirla con la P maiuscola io lo sapevo già da tempo e questa è la punizione che ti meriti per aver fatto l'abbonamento quest'anno.
Il e il Corra invece continuimo nel nostro programma da alcolisti scolandoci una bottiglia di grappa a partita per poter sopportare , anche se comodamente spaparanzati in poltrona e divano , le oscene prestazione della nostra squadra del cuore.
Il nostro fegato , ormai in lista d'attesa per il trapianto , non ne trae giovamento ma perlomeno evitiamo il distacco della cornea e gli incubi notturni non potendo vedere di persona certi abbinamenti cromatici di dubbio gusto e di sicuro effetto lassativo.
Che poi il popolo bianconero sia diventato una banda di rincoglioniti ..... beh quello tentavi di spiegarmelo tu ma pare che anche tu abbia perso la strada.
Batterie del Garmin a terra ?
Enrico il Sobillatore Gobbo
che sia un omaggio di Luchino all'amico Marco, in onore del terzo scudo consecutivo vinto...??
:)))
E' uno scherzo? La foto è taroccata, vero? In questi giorni non sono molto lucido...se non ho capito l'ironia, ti chiedo scusa, Trillo.
@ENRICO:
passa a trovarmi, testa di minchia. Non mi ricordo nemmeno più che faccia hai (anche se presumo sia sempre da cazzo). :-)
@LEGO:
Chi non muore si rivede. Enrico arriverà subito a dire che sperava fossi morto, ma tu non farci caso: in fondo è un ragazzo d'oro.
Io pensavo che tu avessi seguito Ibrahimovic in Spagna.
@GIGGINO:
Taroccata una sega. Ironia due seghe, ahimè.
Era in bella vista allo store ufficiale della New Holland F.C., dentro lo stadio Comulimpico, come lo ha definito il grandissimo Mago di Ios..
OHMADONNA! Mi sento male...
questa cosa è agghiacciante
Trillo, ma hai pensato di inviare via mail la foto dell'osceno oggetto a Cobolli e Compagnia Abusiva?...ah che stupida..ti risponderebbero " ..e che c'e' di strano? "
Mia
Dopo la "rivoluzione" del 2006, non mi meraviglio più di nulla; anzi visto che ci siamo che ne dici di intitolare il nuovo stadio alla memoria di Facchetti?
Un abbraccio, come sempre. Fulvio.
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