lunedì 29 ottobre 2007

L'Autunno.


COMMESSA: Signore… mi dispiace… sono mortificata ma continua a darmi “carta non valida” sul display… Magari c’è qualche problema di collegamento con la banca…

LAPO: Oooh… sure! Questi POS sono un po’ primitivi, honey… così… come dire… Old style hardware, baby!

COMMESSA: Mah… Veramente è stato installato proprio l’altro ieri… pensi che strano... Funzionava a meraviglia, non so proprio spiegarmi il perché di… mi dispiace…

LAPO: No problem, honey… Prova con questa carta qui… My brand new credit card! E’ la prima volta che la uso… sei fortunata, cucciolotta.. Prego...

COMMESSA: Ok, grazie… proviamo...

LAPO (fissando la commessa con aria da bel tenebroso): (silenzio)…

COMMESSA: Macché… non c’è verso… non capisco proprio… eppure…

LAPO: (silenzio)…

COMMESSA: Oh, ma che sciocca che sono… aspetti che provo a vedere se c’è la linea telefonica…

LAPO (sempre fissandola come un mandrillone): (silenzio)…

COMMESSA: Ecco il perché… ma tu pensa che sbadata… mi deve proprio perdonare, sa?… abbiamo il telefono isolato, ecco perché non funziona il POS… a volte capita ma dura solo pochi minuti… Se ha da fare delle altre commissioni, nel frattempo magari tutto ritorna a posto…

LAPO: Don’t worry, honey… ogni istante di attesa diventa un sogno ad occhi aperti, davanti ad una così bella ragazza…

COMMESSA: Beh… grazie per il complimento… ma… a dire il vero io ho… 66 anni… tre figli e una…

LAPO: Wow…

COMMESSA: E una… e una… una nipote che va già all’Università…

LAPO: Eh eh eh… honey… gli anni sono come i dolori… più passano e meno li senti…

COMMESSA: Prego?

LAPO (diventando per un attimo perplesso): No, aspetta… forse mi sono incasinato… com’è che era quell’indovinello…

COMMESSA: (silenzio)…

LAPO: Va beh… Let’s smile, honey! Mi si è momentaneamente ingarbugliata la memoria... mannaggia… ho avuto un mind shaking…

COMMESSA: (silenzio)…

LAPO (tornando a fissarla con sguardo seducente): (silenzio)…

COMMESSA: Sa che lei è proprio un giovanotto simpatico?

LAPO (quasi coricandosi sul banco-cassa del negozio, con la mano appoggiata alla guancia e lo sguardo da playboy): Beh, che vuoi… baby… My life is very adventurous... Non si può dire che io sia un tipo banale... E poi non sono il classico ragazzo che…

CRAAACK!!!

Il bancone cede di colpo e si sfonda sotto il peso di Lapo che sbatte il mento contro il registratore di cassa e stramazza a terra svenuto.

SBAAAM!!!

COMMESSA: Oh mio Dio! Questo s’è ammazzato!

LAPO: (immobile)…

COMMESSA (provando a scrollarlo delicatamente): Signore?… Signore?… Mamma mia… e ora cosa faccio?… cosa faccio… cosa fac… mamma mia…

La commessa corre verso il telefono per chiamare un’ambulanza.

COMMESSA: Porca miseria… il telefono è sempre isolato…

LAPO: (immobile)…

COMMESSA: Ma tu guarda che razza di disgrazia mi deve andare a… Ma… cos’è ‘sto coso qui per terra?… ma che roba è… sembra un cellulare… gli sarà uscito dalla tasca…

LAPO: (immobile)…

COMMESSA: Che faccio… provo a chiamare un’ambulanza con questo…

LAPO: (immobile)…

COMMESSA: Che diamine saranno tutti ‘sti tasti luminosi… come faccio a usare ‘sta roba… sarà questo qui verde… boh?… provo a ved…

La commessa preme il tasto verde dello strano telefono di Lapo.

COMMESSA: Ti prego… accenditi… ti prego… click…

TA-SBLAAAM!!!

In quel momento, fuori dal negozio, in una Cinquecento color rosa-shocking col tetto a scacchi bianconeri:

YAKI: Cos’è stato quel botto?!…

AUTISTA: Boh?

YAKI: Vai a vedere… muoviti!

AUTISTA: Ok.

YAKI (parlando da solo): Il cretino sono io che mi lascio convincere a fare queste cazzate… e non mi fai mai un piacere di qua… e non dirmi di no anche stavolta di là… papà dice che tu non mi vuoi bene… se ci fosse ancora il nonno gli farebbe un sacco piacere… e bla, e bla, e bla… e poi quell’altro… sì… quell’altro… che ha più anni del presepe e mi rompe i coglioni dal mattino alla sera… quell’altro ancora che mi telefona… il presidente di tutto… devi fare così, devi dire cosà… stai attento perché se sgarri ti faccio di su… se non stai attento ti faccio di giù… quell’altra che… quell’altra… sì… si era già tolta dalle palle e invece.. trac! se ne rispunta fuori pure lei… Ma che cosa devo fare io per non…

LAPO (affacciandosi di colpo al finestrino): Yeeeah, Brother!

YAKI (picchiando una capocciata sul tetto della macchina per lo spavento): Arrgh!… Ma sei scem… Lapo?!… Lapo che cazzo hai fatto?

LAPO (con la faccia nera e i capelli completamente bruciati, tranne un ciuffo sopra alla nuca): Spostati che salgo, man!

YAKI: Guarda che stavolta ti faccio rinchiudere e butto via la chiave brutta testa di c…

LAPO: No panic, brother!

YAKI: Sei completamente carbonizzato... cos’è stato quel botto che si è sentito prima?

LAPO: Lascia stare, brother… quella smandrappata del negozio deve aver toccato il mio prototipo di SURVIVALPHONE…

YAKI: Sei fuori?! Ti avevo detto di farlo sparire quel coso!

LAPO: Quel coso… come lo chiami tu… è piaciuto a tutti quelli che lo hanno visto finora, sai?

YAKI (gesticolando verso l’autista che sta tornando alla macchina): Sbrigati! Andiamo!

LAPO: Sì, sì… cambia discorso che è meglio… Ti rode eh?…

YAKI: Mi cosa?

LAPO: Che io riesca a…

YAKI (rivolto all’autista che è salito in macchina) Metti in moto e parti!… Dicevi, Lapo?

LAPO: Dicevo che ti rode…

YAKI: Che cosa mi rode?

LAPO: Sì… che io riesca a sfornare idee una dietro l’altra… mentre tu devi passare il tuo tempo a sentirti i predicozzi dei soliti no…

AUTISTA: Stavolta sei stato portentoso Lapo!… Ci stai dentro di brutto, fratel…

YAKI: Ti pareva che non dovesse dire la sua anche il cretino al volante! Pensa a guidare e andiamocene lontano di qui alla veloce…

AUTISTA: Cazzo! Lapo… sembravi la torcia umana! Ti ho visto uscire da quel nebbione… Sei una forza della nat…

YAKI: Se non stai zitto tu domani sei ad assemblare le Punto con il cacciavite, brutto coglione… una ad una…

AUTISTA: Oh… beh… ingegnere… se è per questo l’ho già fatto… quella volta che la finanza ci ha smontato la macchina in dogana… Cazzo, Lapo!… te lo ricordi?… mi saranno avanzati un chilo e mezzo tra dadi bulloni e rondelle! Te lo ricordi Lap…

LAPO (dando una gomitata nei reni a Yaki, scoppia a ridere come un pazzo): Uaaah!ah!ah!ah!ah!ah!… Minchia Yaki!… quando te lo dic…Uaaah!ah!ah!ah!ah!ah! Che… che… che ci si piscia addosso dal ridere quando… quando… andiamo in giro con lui… Uaaah!ah!ah!ah!ah!ah!

AUTISTA: Uaaah!ah!ah!ah!ah!ah!

LAPO: Uaaah!ah!ah!ah!ah!ah!

AUTISTA: Uaaah!ah!ah!ah!ah!ah!

YAKI: (silenzio)...

LAPO: Uaaah!ah!ah!ah!ah!ah!

AUTISTA: Uaaah!ah!ah!ah!ah!ah!

YAKI (parlando da solo a bassa voce): Per pietà... fai che nessuno mi veda… Cosa ci faccio io qui con questi due deficienti… cosa ci faccio io qui… con questi due deficienti…

AUTISTA: Oh!… Lapo!… porca vacca… mi stavo quasi dimenticando…

LAPO: Ah!ah!ahi ahi ahi… ahi ahi… mi piscio… dimenticando che cosa?

AUTISTA (infilando una mano nella tasca del giubbotto): Ho dovuto dare una ripulita al negozio… mica potevamo rischiare di svelare il tuo capolavoro di tecnologia…

LAPO: No, no… ti prego basta sennò mi piscio sotto veramente… cosa ti sei fregato al negozio, svalvolato che non sei altro?

AUTISTA: Questa!

L’autista si volta di scatto mostrando una mano di donna tranciata di netto all’altezza del polso, praticamente fusa insieme a ciò che resta del telefono.

YAKI: Aaarrrgh!!!!

LAPO (impietrito con gli occhi sbarrati): (silenzio)…

YAKI (impietrito pure lui, il mento tremolante come un bambino dopo un castigo, e due lacrime a rigargli la faccia, giù fino al collo): (silenzio)…

LAPO: (silenzio)…

AUTISTA: Oh!… prendi ‘sta mano… mica posso guidare con una sola e tenerne due in un’altr… in un’altr… in un’altruaaah!ah!ah!ah!ah!ah!

LAPO: Uaaah!ah!ah!ah!ah!ah!

AUTISTA: Uaaah!ah!ah!ah!ah!ah!

LAPO: Uaaah!ah!ah!ah!ah!ah!

AUTISTA: Ah!ah!ahi ahi ahi… ah… ah… mettila via, ti prego… mi piscio… mi piscio…

LAPO: Sei scannato come un dromedario, brother… porca di una troia mi fai veramente ammazzare… ma dove l’hai presa?!

AUTISTA: Come dove l’ho presa?… L’ho presa al negozio… è della commessa… testa di legno che non sei altro…

LAPO: Nooo!… veramente?!… Come hai fatto a staccargliela?

AUTISTA: Idiota non gliel’ho staccata!… Tu, piuttosto… non le hai mica fatto toccare quel tuo cazzo di cellulare da combattimento?… Ma va che sei proprio pirla, va…

LAPO: No!… Giuro!…

AUTISTA: Ma come no?!… ero in macchina con tuo fratello che ti aspettavo e abbiamo sentito un botto tremendo…

LAPO: Botto?… che botto?

AUTISTA: Come che botto?! Cacchio… guardati nello specchietto retrovisore… sembri un pollo spennato… sono venuto a vedere cos’era successo e ho trovato quella tipa lunga per terra svenuta… in un lago di sangue… un fumo che sembrava di essere dentro una ciminiera…

LAPO: Ma va?

AUTISTA: Mi prendi in giro?

LAPO: No.

AUTISTA: Cazzo, Lapo… mentre stavo arrivando al negozio sei uscito di corsa come un siluro…

LAPO: Nooo… veramente?

AUTISTA: Ti dico che sei sbucato da quel fumo come un proiettile e…

LAPO: No. Io credo di essermi addormentato… so che stavo tacchinando una tipa…

AUTISTA: Ti dico che quella era lì per terra senza una mano… dài non fare lo scemo… le hai fatto toccare il telefono?

LAPO: Ti ho detto di no…

AUTISTA: Ingegnere… glielo dica anche lei… non abbiamo sentito un botto tremendo quando eravamo in macchina che aspettavamo suo fratello?

YAKI: (silenzio)…

AUTISTA: Glielo dica, ingegnere… abbiamo sentito un botto bello forte… mica balle…

YAKI: (silenzio)…

AUTISTA: Ingegnere?… non l’ha sentito il botto?… Ma sì che l’ha sentito… me l’ha detto lei di andare a vedere cos’era stato quel botto…

YAKI: (silenzio)…

AUTISTA: Ingegnere?

YAKI (impietrito): Po… po… portami… a casa… portami a casa…

LAPO: Come a casa? Eh no eh, brother!… oggi non mi puoi bidonare!… avevi promesso…

YAKI: (silenzio)…

LAPO: Eccolo!!!… Wow my brother! Siamo arrivati allo stadio!… Eccoci arrivati nel tempio del piacere a strisce bianconere!… Forza Yaki… datti un bel giro di manovella, man!… Si va alla partita… come piaceva tanto al nonno Gianni!… Juve! Juve!

YAKI: (silenzio)...

AUTISTA: Da che parte passo?

LAPO: Ok, va bene qui… stop the car, Fittipaldi!… Facci scendere qui che va benissimo… Mi raccomando… aspettami fuori al solito posto…

AUTISTA: Che cazzo dici… non ci veniamo mai allo stadio…

LAPO: Quanto sei noioso, man… è un modo di dire… aspettaci fuori dal parcheggio riservato, of course…

AUTISTA: Aspetta!… prima di andartene via… hai delle cartine?

LAPO: Guarda lì nel cassettino della macchina, my friend!… Yaki Sbrigati!… andiamo!

Yaki è lì, come ipnotizzato, quando un pensiero inizia a frullargli per la testa

TRONCHETTI: Prema EL tasto enter che cosa?!… vieni a premermi ‘sta cipp… ti sto dicendo che… pronto?! … pronto?!

(segnale di comunicazione interrotta): tu-tu-tu-tu-tu…

TRONCHETTI: Extracomunitario di merda!!! Adesso faccio un paio di telefonate e questo sottosviluppato lo mando a lavorare in Sud America con i suoi simili…

UOMO IN DIVISA: Cos’è che fai tu?… Tu non telefoni a nessuno, vedi di risolvere il mio problema o ti faccio scappare la voglia di raccontare ball…

TRONCHETTI: Ok, ok… Ecco… (componendo il numero sulla tastiera)… Uno-Otto-Sette…



UOMO IN DIVISA: Allora?

TRONCHETTI: Sì, sì… dà libero…

OPERATORE TELECOM: Telecom Italia buongiorno sono Afef, come posso esserle utile?

TRONCHETTI: Eccone un altro… tutti esotici vi prendono a lavorare… pigmei dell’ostia… Ascolta, essere inferiore… non funziona la connessione adsl… cerca di risolvere il problema altrimenti ti faccio sbattere all’impresa di pulizie del…

OPERATORE TELECOM: Da dove mi sta chiamando, signore?

TRONCHETTI (a bassa voce, cercando di non farsi sentire dall’uomo in divisa): Ti sto chiamando dalla Lomb… dalla provincia di Milano…

UOMO IN DIVISA (rivolgendosi a Tronchetti): Ma che cavolo stai bisbigliando… Dammi ‘sto telefono, perdaballe!

TRONCHETTI: eh?… sì… tenga…

UOMO IN DIVISA: Pronto? Buonasera, mi chiamo Poletti… Agente di Custodia della Casa di reclusione di Milano Opera… Sentaaa… è da oggi pomeriggio che dal mio ufficio non si riesce a navigare in internet… questo pirla di un detenuto che le stava parlando… sì… mi aveva assicurato che se chiamava lui il problema si poteva risolvere in un baleno… sì… ma l’avevo capito subito che era un pirla…

Un urlo improvviso distoglie Yaki da quel pensiero un po’ strambo:

LAPO: Yakiii!!!

YAKI: Eh?!… Sì…

LAPO: Che fai? Ti incanti proprio ora che siamo arrivati?

YAKI: No, no…

LAPO: Forza… scendi che andiamo…

YAKI: Inizia tu ad andare… ti raggiungo subito…

LAPO: Non mi bidonare, eh?

YAKI: No, no… arrivo…

LAPO: Ok, vado!… ricordati di indossare la maglietta di Tiago!

Lapo arriva all’ingresso dello stadio.

LAPO: Hi, Johnny! Fammi entrare che sono bello carico…

CUSTODE: Primo non mi chiamo Johnny… secondo oggi il campionato non si gioca, piciu… c’è la sosta per la nazionale…

LAPO: Oh capperi!… Ma veramente?… Ecco come mai non c’era manco una macchina fin qui…

CUSTODE: (silenzio)…

LAPO: Vabbè… visto che sono qui fammi andare fin dentro un momento…

CUSTODE: E cosa ci vai a fare dentro?

LAPO: Così… voglio sentire il profumo del prato… odore di Juve!… Juve! Juve!

CUSTODE: No, in campo no… sono solo e non posso venire ad aprire…

LAPO: Mmmh… porca miseriaccia…

CUSTODE: Se vuoi passa di qua e vai fin su in tribuna…

LAPO: Grande!… Se arriva mio fratello mandamelo su… E fagli vedere la strada che lui non ci viene mai… magari si perde…

CUSTODE: Sì, sì… vai…

Lapo arriva in cima alla scala che porta alla tribuna e si ferma. In quello stadio vuoto, seduto al centro della tribuna d’onore, un uomo guarda estasiato verso il terreno di gioco. Ha i capelli bianchi e un bastone nella mano destra, proprio appoggiato di fianco a sé.
Su quel terreno deserto, in quello stadio vuoto, prende forma l’azione di gioco più bella che si possa immaginare… Sivori fa un tunnel al difensore avversario, poi un altro e un altro ancora, prima di lasciare la palla a Platini che senza nemmeno guardare chi c’è ad aspettarla, con un calcio secco la lancia sessanta metri più avanti, proprio sui piedi di Zidane… Zizou fa una serie di finte e salta tre avversari a tempo con una ruleta. A quel punto Lapo non ci capisce più un cazzo e cade per terra anche lui, insieme ai tre avversari laggiù in campo.
L’uomo coi capelli bianchi no. Lui è ben saldo sul seggiolino della tribuna, e la sua smorfia di piacere si trasforma nel sorriso di un bambino, quando Zidane scodella il pallone in area e Del Piero lo insacca al volo là, all’incrocio dei pali…

Da Sivori a Platini a Zidane a Del Piero. Perché la storia non la puoi fermare. Perché la storia deve (dovrebbe) continuare.

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