sabato 29 settembre 2007

Inizia la cura intensiva.


"IL SORTEGGIO ARBITRALE NON ERA TRUCCATO"
LA CORTE D’APPELLO HA DATO RAGIONE A BERGAMO E PAIRETTO DIFFAMATI DA DUE ARTICOLI DI GIORNALE
“Il sorteggio arbitrale non era truccato”, lo sostiene una sentenza della Corte d’Appello del Tribunale di Roma alla quale si era rivolto il giornalista Gianfranco Teotino, querelato dagli allora designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto. Teotino è stato condannato al pagamento di mille euro di multa più le spese processuali. I designatori si sentirono diffamati da due articoli apparsi sul settimanale Rigore e sul quotidiano La Stampa nei quali Teotino sollevava dubbi sulla designazione dell’arbitro Borriello per Roma-Juve sostenendo che il sorteggio arbitrale non era regolare. Il tribunale lo ha smentito dando ragione in primo grado e adesso anche in appello a Bergamo e Pairetto.La vicenda potrebbe essere una delle tante “querelle” giudiziarie che non finiscono in cronaca, ma in questo caso assume una valenza diversa e ben più importante. Infatti, una delle colonne portanti dell’accusa nell’inchiesta napoletana su Calciopoli riguarda proprio il sorteggio. Secondo i giudici napoletani il sorteggio era irregolare, Bergamo e Pairetto ne erano gli organizzatori per conto della “famosa” cupola e per questo dovrebbero essere processati. La sentenza di ieri, come già accadde a Torino con un pronunciamento analogo del giudice Maddalena, smonta questo teorema e potrebbe essere destinata a incidere anche sul processo napoletano. Perlomeno sarebbe curioso se il sorteggio fosse regolare per i giudici romani e truccato per quelli napoletani. Vedremo. Comunque questa sentenza è un’arma in più in mano alla difesa che cercherà di demolire l’impianto di accusa di Calciopoli. Il processo a Napoli dovrebbe tenersi nella prossima primavera.
Fonte: pag. 51 de “LA NAZIONE” del 29/09/2007

Insomma, continuo a pensare che sia giusto mantenere il basso profilo del signor Wolf di Pulp Fiction, ma è chiaro che due belle notizie sono meglio di una. La foto in alto è quella della confezione di vaselina che mi sento di consigliare ai calciopolisti: più siete convinti di essere nel giusto, più tubetti vi serviranno, prima o poi. L'efficacia del prodotto non la conosco per esperienza diretta, ahimè. Però ne sono sicuro dalla prima impressione che ho avuto guardando l'immagine qui sotto, la quale reclamizza proprio la pomata in questione.
Non c'è problema, frequentare persone perbene mi ha insegnato una cosa che non ha mai fatto troppo parte del mio carattere: sedersi in riva al fiume e aspettare.

Il tempo, a volte, sa essere più che galantuomo. E siamo solo all'inizio...








29 settembre.




Seduto in quel caffè / io non pensavo a te.

Guardavo il mondo che / girava intorno a me.

(Mogol /Battisti, 1966).

Un Salvatore Cozzolino da Oscar. Quando l'ho sentito la prima volta, alla frase mi faccia intercettare ho capito che ci si può pisciare addosso anche alla mia età: dalle risate.

venerdì 28 settembre 2007

Concetti.


I miei sospetti (fondati) sulla pericolosità dei trigliceridi li avevo già ampiamente manifestati nel post del 24 agosto scorso.
Un'altra vittima dell'alimentazione sbilanciata è piombata nel baratro delle dichiarazioni un po' così. L'allenatore dei cugini - smemorati - degli onesti (nella foto mentre gioca divertito lanciando in aria la sentenza di calciopoli), ha detto che Farina è un bravo arbitro. Ce ne sarebbe abbastanza per concedergli un lungo periodo di vacanza in una bella beauty farm, di quelle che vanno di moda oggi per ritrovare la forma psico-fisica perduta. Ma la prova inconfutabile del suo stato confusionale, è arrivata subito dopo con la perla delle perle. Dice che non vuole appesantire i concetti espressi dopo la partita di Palermo da Ponzio Pelato, ma che effettivamente gli arbitri dovrebbero fare meglio di come hanno fatto finora. In che modo? Avendo un occhio di riguardo per tutti. Giuro, non ce la faccio. Ci provo e ci riprovo, ma non mi riesce di capire cosa significhi avere un occhio di riguardo per tutti. E' come dire a qualcuno: sono vegetariano, mangio solo salsiccia di maiale.
Sostengo da sempre che il livello medio di questi miliardari all'improvviso è quello che è, ma probabilmente l'arrivo del nuovo calcio onesto e pulito, depurato dalla cupola dei capi banda e da tutti i picciotti armati - totale: due persone - deve avergli incasinato ancora di più i pensieri. Le parole non hanno alcun senso, si riempie lo spazio di tutti con vuoti a perdere di stupidaggini e banalità da risultare offensive anche per un babbuino.
Prendendo spunto dalla Bibbia delle cazzate neo-linguistiche - la sentenza di calciopoli firmata Cesare Ruperto- possiamo aggiustarla così:

avere un occhio di riguardo per tutti non significa assolutamente nulla di logico, ma è concettualmente ammissibile.

giovedì 27 settembre 2007

Il problema era il telefono.



Moggi parlava al telefono con il designatore Bergamo. Dalle intercettazioni telefoniche gentilmente offerte alla stampa non emerge alcun illecito sportivo (art. 6 c.g.s.): lo dicono le sentenze di calciopoli, non lo dico io (i minorati e gli ignoranti che ancora credono il contrario, se le vadano a leggere una buona volta: sono sul sito ju29ro alla pagina download).
Il designatore dichiara a più riprese che a chiamarlo erano tutti i dirigenti, nessuno escluso, ed in particolare Giacinto Facchetti. Facchetti è morto e non può più parlare, Bergamo rincara la dose chiedendosi sarcasticamente come mai le intercettazioni tra lui e Facchetti non esistano. Per il popolo bue Bergamo è un bandito, quindi non interessa a nessuno. E poi non si infangano i morti, ma che scherziamo?
Collina, Meani, Galliani (sempre secondo le intercettazioni di cui sopra) si incontravano nel ristorante di Meani nel giorno di chiusura per parlare non si sa di che cosa. Probabilmente di figa. Totale: Collina è il nuovo designatore arbitrale.
Ieri sera a Palermo il Milan subisce un gol viziato da un fallo di mano abbastanza plateale di Amauri. Quando ad arbitrare è il mitico Farina della sezione di Novi Ligure, è normale che ci sia casino, ma questo è un altro discorso. Farina sta all'arbitrare bene come Galeazzi sta all'anoressia. Apriti cielo.
Quello che in fondo non ha mica ammazzato nessuno (foto) arriva davanti ai giornalisti e dice che così non va bene. Sono già due domeniche che la sua squadra è vittima degli errori arbitrali, che lui non capisce perchè certi errori vengano commessi. Dice anche che a questo punto non ci sta più e che quindi ne chiederà conto al designatore in persona, il cavallo di razza senza criniera.
Ecco dov'era il problema! Moggi era troppo figlio del futuro, con la sua mania di telefonare, mandare sms, mms, schede sim, schede gnam, cip e ciop, spic e span.


Bastava parlarci di persona dopo averlo velatamente intimidito a mezzo stampa, con il designatore. Non sarebbe successo un cazzo.

mercoledì 26 settembre 2007

Cattivi pensieri.


"Oh oh oh! Ma questo è il grasso puzzoso Billy Goat, Billy Boy in carne e ossa! Come ti porti, tu, sgonfia palla di grasso puzzolente, unto e bisunto? Ne gradiresti una nelle balle? Se di balle ne hai tu, gelatinoso eunuco..."
Sulla rete televisiva dell'arrogante senza portafoglio (il marinaio de noantri), ieri sera è andato in onda il capolavoro di Stanley Kubrick Arancia Meccanica, preceduto da uno speciale sul film. Siccome l'avevo visto solo cinquecentoventisette volte, ho fatto uno sforzo e ne ho riguardato un pezzo, prima di cadere in stato di morte apparente per il sonno.
Il dialogo qui sotto alla foto del post, avviene subito all'inizio del film, quando Alex (che strana coincidenza) insieme ai suoi amici riempie di botte Guido Rossi, Palazzi, Borrelli e Ruperto che stanno per stuprare la ragazza (metaforica rappresentazione della Juventus, diavolo di un Kubrick!) in un teatro abbandonato (quello della famosa rappresentazione Farsopoli).
Dopo numerose scorribande, Alex viene tradito dai suoi stessi amici e compagni di avventura, finendo in carcere. Ma ecco che il Ministro degli Interni (metaforica rappresentazione della Melandri, diavolo di un Kubrick!) vara un progetto di recupero per le pecorelle smarrite, e Alex ingenuamente si offre di farne parte per risparmiarsi un bel po' di galera. In effetti torna libero, ma senza più sapere cosa significhi divertirsi e godere, finendo nauseato anche al solo ascoltare il suo idolo musicale: Beethoven.
I suoi amici/traditori, nel frattempo, sono diventati onesti tutori della legge, e ad Alex non rimangono spiragli per riappropriarsi della propria vita. Anche i genitori gli voltano le spalle. Finchè, un giorno, non gli capita di imbattersi in una delle sue vittime di un tempo, che per levarselo di torno lo induce a buttarsi dalla finestra. Sarà stata la tremenda capocciata al suolo, tant'è che Alex ritorna in sè, con le ossa un po' rotte ma ritrovando intatta la voglia di divertirsi e di godere, come ai bei tempi. Diavolo di un Kubrick, aveva previsto veramente tutto! Un genio assoluto, c'è poco da fare.

Sì ma... noi, quando la prendiamo 'sta capocciata rigeneratrice?





martedì 25 settembre 2007

Morti e stralciati.


Come disse il signor Wolf intervenuto per risolvere un "problema" in Pulp Fiction, non è ancora il caso di farci i pompini a vicenda. E' vero, però le notizie giunte dalla procura di Milano in merito all'inchiesta sui falsi in bilancio delle squadre milanesi mi hanno fatto abbastanza piacere, diciamo così.
La posizione del padrone esaurito degli esauriti (foto) è stata stralciata dal contesto, in quanto la carica di presidente nel periodo in questione era ricoperta da Giacinto Facchetti. Sì, Facchetti, per il quale più di un fan dello smile mi accusò di cattivo gusto quando lo tirai in ballo ironicamente nel post della telefonata immaginaria tra l'Avvocato Agnelli e suo nipote John. A volte ritornano, è proprio il caso di dirlo.
Ponzio Pelato, dal canto suo, non ci ha risparmiato l'uscita più divertente della giornata, quando ha detto, a proposito della richiesta di rinvio a giudizio, che in fondo lui e Moratti "non hanno commesso degli omicidi, ma hanno solo comprato e venduto dei giocatori". Della serie hanno la faccia come il culo. Come dice il Mago di Ios, andrebbe che qualcuno spiegasse a questi tristi personaggi qual'è la differenza tra una plusvalenza alla Zidane ed una plusvalenza alla Brunelli. Qualcosa mi dice che lo sappiano già benissimo, voi che ne pensate?
Pare che sul piano sportivo, i rischi più grossi li corrano gli esauriti con la Croce Rossa sulla maglia, ma francamente non capisco di quali rischi si parli dal momento che, dal mio punto di vista, chi non ha vinto nulla non può perdere nulla. Ah, già... Guido Rossi e tutto il resto, non ci pensavo più.
Per ora non ci rimane che attendere di vedere come butta, anche se le ustioni dell'anno scorso sono state troppe e troppo vaste sulla mia pelle di gobbo per pensare che qualcosa o qualcuno possano fare miracoli, proprio contro alcuni di coloro che buttarono la benzina e accesero il fiammifero, per di più.
Speriamo che il metro di giudizio sia lo stesso. In fondo, non hanno mica ammazzato nessuno, almeno stavolta. Anzi, a pensarci bene, nemmeno l'anno scorso hanno ucciso nessuno, nonostante un morto ammazzato (la Juventus) ci sia rimasto. Loro erano solo tra i mandanti, in ottima compagnia.

E che compagnia...

domenica 23 settembre 2007

Risvegli (i miei).


Il mio stato di juventino in coma quasi irreversibile era giunto al capolinea. Ho trovato i soliti due o tre malati di gobbite per assistere insieme a Roma-Juve con una certezza quasi assoluta: oggi, finito il circo di scapaccioni che ci rifileranno nei novanta minuti di gioco, stacco la spina.
Niente da fare, piuttosto che niente se ne esce quel mamba nero di Trezeguet e mi infila il gol numero 100 in serie A, con una frustata di testa che neanche se lo attaccavi alla corrente, poteva riuscirgli meglio. E così, alè... giù a peso morto e fari spenti nell'ennesima ora e mezza di tensione, frasi da fare arrossire un orco, sbalzi di umore imbarazzanti e sigarette consumate in tre tiri e mezzo.
Alla fine, una realtà strana: la famosa carogna, l'hanno tirata fuori quelli (insospettabili) che in teoria dovrebbero essere impegnati a prendere lezioni da quegli altri (i senatori) che invece sembrano averla dimenticata. Vincenzo Iaquinta, secondo me, rimane un ottimo manovale e non certo un decoratore, però ha indicato la strada a tutti dimenandosi come un cinghiale ferito fino all'ultimo, e il bello è che ha avuto ragione lui.
Si rilassino i Cobollisti e i Blanc-isti, non è l'elogio del nuovo corso, quello che sto facendo. Piuttosto sono molto deluso dall'ennesima prestazione sbiadita di quelli della vecchia guardia, Buffon escluso, a conferma di ciò che affermo già da un po'. Cioè che all'anagrafe non si comanda e sarebbe il caso di prenderne atto in sede di rinnovo contrattuale, per quanto mi pesi anche il solo dubbio che l'associazione per deprimere di Corso Galileo Ferraris l'abbia intuito, comportandosi nel merito del contratto di Del Piero come probabilmente si comporterebbe, a questo punto, lo stesso Luciano Moggi: tergiversando.
Credo che di quel DNA che tanto si chiama in causa quando si parla di Juventus, oggi ce ne sia meno di un tempo. E' comunque bello vedere che qualcuno si sia calato nella parte senza domandarsi troppo se davvero è così, magari contribuendo a rinvigorirlo senza saperlo. La gobbite che mi affligge è bestiale. Al punto che, conoscendomi, so già che non staccherò la spina per un altro po', proprio oggi che avevo deciso di farlo.

Mi sembrava doveroso dedicare due righe a chi mi ha tenuto ferme le mani.

venerdì 21 settembre 2007

V come Visco.


Senza addentrarmi nel merito dei giudizi variegati degli ultimi giorni a proposito del V-Day, mi limito ad osservare che un vaffanculo bello sano, vaporoso, liberatorio, proveniente dal cuore, dura sicuramente un solo istante, ma spesso è in grado di dare il piacere lenitivo di una cremina con aloe. Quindi ben venga, almeno secondo me.
Non è sempre facile esprimere concetti articolati, con tanto di spiegazioni e distinguo mirati e circostanziati, quando i destinatari di turno sono perfettamente consapevoli di ciò che, nei loro comportamenti, ha suscitato il fastidio degli interlocutori (reali o virtuali) di turno. Quella che si definisce malafede, per intenderci, uno degli atteggiamenti che trovo più ignobile in un essere umano, a prescindere da quale sia il motivo che la ispira.
Il fatto che un personaggio come il vice Ministro dell'economia, arrivi a tirare in ballo Luciano Moggi per integrare lo sputtanamento verso la persona che gli ha causato grattacapi, ha del patetico. Per consolidare la propria tesi, secondo la quale il Generale della GdF Speciale era uno spendaccione più interessato a piazzare clienti che a combattere gli evasori, afferma: "Speciale andava in giro sull'aereo di Moggi. L'anno scorso ha organizzato una festa della Finanza a Napoli che anche il presidente della Repubblica mi ha chiesto: Ma questi, quanto hanno speso?"
E ancora: "Io ero già abbastanza seccato perchè erano state pubblicate pochi giorni prima le cose di Calciopoli - si legge nel verbale dell'interrogatorio di Visco - e risultava che c'era una bella fetta di vertice della Guardia di finanza coinvolta. E in particolare ci stava Speciale che andava in giro con Moggi, sull'aereo di Moggi. Prendeva biglietti per sè il che è praticamente disdicevole per uno che si deve occupare di società, per giunta la Juventus che è una società quotata, e di possibili reati finanziari e nel caso specifico del signor Moggi".
Se fossimo in un Paese normale, queste affermazioni starebbero a significare che Luciano Moggi è davvero un personaggio pericoloso, al punto da dovere provare vergogna nell'avvicinarlo per una foto, un viaggio, una vacanza, un caffè. Sarà pur vero che non sono state le situazioni citate sopra a determinare il sollevamento dall'incarico di un comandante della Gdf. Il fatto che però si pensi di avvalorare le accuse di inadeguatezza ed inaffidabilità verso una carica dello Stato così importante, come quella che ricopriva Sottile, rivelando particolari così insignficanti come quelli descritti nella deposizione ai magistrati - biglietti per la partita e spostamenti a bordo dello stesso aereo (insieme a Moggi e non di Moggi, è bene precisarlo) - rende appieno la condizione di sbando cerebrale totale nelle quali versa gran parte della politica italiana.
Luciano Moggi è diventato, grazie alla certificazione datagli da calciopoli, la prova inconfutabile di colpevolezza per chiunque voglia dare scacco matto al proprio nemico, anche in settori e questioni di vitale importanza per la vita civile e democratica di una Nazione.

Per quel che può servire, valere o durare, non mi va di negarmi anche questa ditata di crema: andate affanculo. Di cuore.

giovedì 20 settembre 2007

Il viaggio a vuoto (per ora).


Martedì sera due notizie mi avevano leggermente trastullato l'umore. La prima, in negativo: anche dopo l'apertura del secondo testamento, dovevo farmene una ragione: Pavarotti non mi ha lasciato un cazzo.
La seconda, in positivo: Cric e Croc potrebbero fare crack (Cric e Croc sono quelli nella foto della Riunione informale). La richiesta di rinvio a giudizio per l'equity swap Ifil-Exor mi ha fatto l'effetto di una carezza, ma spero che sia solo l'inizio di un lungo periodo di sesso violento (per loro) dove non serve che vi spieghi chi mi piacerebbe vedere di spalle in rassegnata attesa.
Con queste due certezze nel cuore, ieri mattina mi sono messo in viaggio per Vinci, il paese di Leonardo, dove vado periodicamente per ragioni di lavoro. Seduto al mio fianco, un collega ed amico che, grazie al cielo, è gobbo come me. Gobbo, ma portatore sano del virus, ahimè. Vale a dire un tifoso convinto e praticante ma nel cui organismo la malattia non si è mai manifestata per davvero.
Risultato? Siccome il viaggio è abbastanza lungo, si parla di tutto un po', fino a quando il Roger Rabbit che c'è in me decide di commettere l'errore. Ma tu - gli faccio tra il perfido e il compiaciuto - che idea ti sei fatto di calciopoli dopo un anno e passa? Nel giro di dieci minuti e pochissimi chilometri, ho rivisto il film della mia vita. Ho desiderato - in sequenza - ignorarlo, farlo scendere ed andarmene, farlo scendere metterlo sotto ed andarmene, scendere e mandarlo affanculo solo che la macchina era la mia, saltare la corsia e farmi travolgere come un kamikaze, sperando di impattare contro un furgoncino di esauriti in viaggio per assistere all'esordio (trionfale, come sempre) in Champions della squadra onesta (ed esaurita).
Ho tagliato il discorso bruscamente, con una promessa solenne: ti regalerò un libro, gli ho detto, in modo che le tue serate, rese aride e noiose da un lavoro lontano da casa, si possano riempire con qualcosa di vero, scansando tutte le bolle (e le balle) di sciocchezze che dalle varie gazzette rosa ti si sono appiccicate addosso.
Sarà un ottimo regalo di Natale anche per altri miei conoscenti, e per me è un record sapere in anticipo cosa regalare a qualcuno, senza l'affanno del giorno prima. Non mi era mai capitato.

Calciopoli mi avrà fatto bene?

martedì 18 settembre 2007

La topa ha toppato.


Su La Stampa Francesco Rigatelli intervista Ilaria D'Amico, la telegiornalista col tacco molto a spillo che su Sky teorizza di 4-4-2 con i mister della serie A, mentre su La7 tenta di fare informazione con un programma a metà tra Report (Milena Gabanelli si tappi le orecchie e mi perdoni) e A Bocca Aperta (Gianfranco Funari si tappi la bocca sennò mi chiudono il blog per turpiloquio fraudolento).
L'introduzione all'intervista è già spettacolare:


ROMA. Quando Ilaria D'Amico propone un pranzo per realizzare l'intervista, vien da pensare ad Alessandro Moggi, che le offrì aereo privato e albergo di lusso a Parigi per poi ricevere il due di picche. Ma meglio di no, è più discreta la sede della casa di produzione Magnolia per conoscere i programmi di questa telegiornalista che da piccola sognava la carta stampata.

Così, tanto per non dimenticare che se anche di quel pandemonio di calciopoli non si parla più (e tanto meno si parla di bilanciopoli, passaportopoli, fidejussionopoli, ecc.), dei fatti privati dei suoi protagonisti si parlerà in eterno. Viva la professionalità.
Dopo poche righe, però, un sussulto:

Domanda: Lei è una che studia molto? Risposta: «Sono tacciata di essere una secchiona. Ma cerco solo di essere preparata. Mi piace comprare quotidiani diversi, vedere come talvolta manipoliamo i fatti. Sono onnivora nella ricerca di notizie, come nella vita».

Non aspettavo di meglio. Dunque, visto che lei lavora sulle due TV più libere (?) d'Italia, Sky e La7 appunto, e visto che possiede tutti i requisiti minimi per essere vista ed ascoltata (bella quanto basta, scollata quanto basta, aggressiva quanto basta, voce stridula irritante quanto basta), faccia una cosa: trasformi in realtà quella che a prima vista mi pare solo una delle tante cose dette per farsi fichi. Ricerchi davvero le notizie. Dedichi una bella puntata a quell'estate 2006. Magari partendo dal fatto che divulgare il suo due di picche a Moggi Jr. non è stata una gran prova di giornalismo, anche se in quel caso i fatti non erano stati affatto manipolati.
Fatto questo, si butti a capofitto ed esageri: raccolga tante notizie sulle sentenze di calciopoli e sulle mancate sentenze di bilanciopoli, passaportopoli, fidejussionopoli, ecc. Materiale ne troverà a bizzeffe, sia in rete che in libreria. Anche qui, lo dica che non è stata una gran prova di giornalismo. Con l'aggravante che la realtà, in quel caso, è stata manipolata eccome.

Ah, una cosa: non è necessario il tacco dodici. Anche un paio di infradito andrebbe benissimo.

lunedì 17 settembre 2007

Ritorno al futuro.


Oggi non avrebbe senso cercare qualcosa per parlare male della compagnia dello smile. Sarebbe facilissimo, semmai, parlare male - anzi malissimo - dello spettacolo indegno visto ieri all'Olimpico di Torino. Olimpico, sì, perchè mi verrebbe naturale chiamarlo Comunale ma questa manica di minorati mentali non merita nessun richiamo con il passato, nemmeno il più banale o insignificante.
Mi sono ripromesso di non farlo perchè, come ripeto sempre ai fans dello smile*, non ho voglia di stare a discutere di dove dovrebbero giocare Tiago, Almiron o Iaquinta, tutta gente che in un mondo normale la Juve l'avrebbe vista solo abbonandosi a Sky, altro che indossarne la maglia.
Così, gira e rigira, siamo piombati dove temo che per un bel po' ci toccherà stare (salvo miracoli francamente inverosimili, a mio parere): nel nostro futuro.
Alcune osservazioni impopolari: innanzitutto, su quella mancanza di "carogna" (la definizione di carogna è riportata in questo post) che, in buona fede, credevo ci avrebbe aiutato a raddrizzare giornate come quella di ieri. Perchè a Cagliari domenica scorsa, siamo seri, a salvarci dal disastro non furono i testicoloni indicati da Buffon a fine gara. Fu, semmai, l'ingresso in campo dell'unico calciatore bianconero in grado, oggi, di fare la differenza ad alto livello. Quello che, probabilmente per evitarci inutili illusioni, ieri si è infortunato togliendosi di mezzo per un po' di settimane, ben che vada.
Al capitano, che esortai sulla questione del rinnovo contrattuale a "metterci del suo", consiglierei di fare come fanno a Milano e Roma: lasci perdere la nazionale a chi ne ha ancora e si riguardi a mente fredda in videotape. Prestazioni come quella di ieri, dovrebbero accelerare il processo di rinnovo, con riduzione delle pretese anche da parte sua. Non si può mentire agli dei, e nemmeno all'anagrafe. L'intelligenza di un uomo sta soprattutto nel capirlo insieme a tutti gli altri. Chapeaux per tutto, ci mancherebbe, però...
Alla compagnia dello smile dico ancora una volta grazie. Per averci tolto il divertimento, l'orgoglio, la storia, forse l'intero DNA. Per non aver ancora mosso un dito contro chi infierisce sulla carcassa di quello che siamo stati, stupendosi di come sia bello e facile spappolarla, rispetto ad una volta. Non dite niente, per carità. Lasciateli dire e fare, con il sorriso in bella vista e la coscienza bianca come la neve.

Non volevo farlo, mannaggia a me. Ma come si fa a non parlare di voi?

* Definizione: i fans dello smile, nel mio personalissimo prontuario, sono quelli che hanno accolto l'invito della dirigenza e ridono, ridono, ridono... felici e contenti.

sabato 15 settembre 2007

Il mattino ha l'oro in bocca.


Non devo fare più di cinquanta metri per raggiungere il mio negozio dal bar dove faccio colazione. Di solito, sono appena sufficienti a dare una veloce sbirciatina alla prima pagina ed ai titoli dello sport, aggiungendoci una breve sosta prima di entrare al lavoro.
Credo che il numero de La Stampa in edicola oggi batterà il record di cazzate/categoria, con un rapporto spazio/cazzate impressionante. Partiamo dal fondo:
1. La Cazzatuccia: Felipe Massa a proposito della sentenza FIA dice "Hanno punito una squadra e hanno assolto i piloti, a me sembra strano" con la pianginite travestita da bon ton lievemente retorico tipica degli esauriti di Milano.
2. La Cazzatella: sotto all'articolo dove i compaesani di Tavullia si schierano al fianco dell'interista che non paga le tasse, Luis Figo afferma "L'unica cosa che non mi piace dell'Italia sono le tasse. Siete troppo fiscali". Può darsi, ma se fossimo davvero fiscali in tutto, il tuo padrone e la sua cumpa sarebbero già da tempo in galera. Fattela piacere, c'è di peggio.
3. La Cazzata: Eugenio Corini, il neo acquisto trentasettenne del Torino stellare (che da noi faceva panchina diciassette anni fa, tanto per rendere l'idea) ha detto "Rosina? Come Baggio". No comment, è meglio.
4. La Madre di tutte le Cazzate: allacciatevi le cinture, si vola! A proposito della visita di ieri da parte della delegazione IFIL (la compagnia dello smile) all'allenamento della Juventus, il mimo ha detto che John Elkann ha dimostrato una curiosità "identica a quella del nonno".

Mimo, porca di una... non ci provare nemmeno. Non ci provare nemmeno.

giovedì 13 settembre 2007

Volare rende liberi.


Tra i tanti anniversari che le trombe dell'informazione hanno celebrato negli ultimi tempi, ne è mancato uno che avrebbe meritato un pochino di spazio nell'infinito cielo (è proprio il caso di dirlo) mediatico. E' stato il 21 luglio, ma ne riparliamo alla fine del post.
Mi è capitato di rileggere, proprio ieri, le parole che l'uomo nel bagagliaio ha dedicato al compagno di merende Tronchetti Provera, il marinaio de noantri, riguardo alla scandalosa vicenda delle intercettazioni illegali di cui sono accusati numerosi capoccioni del pianeta Telecom. Ha detto testualmente "Io non entro mai nelle vicende delle singole aziende, voglio solo dire che Marco Tronchetti Provera e' un mio amico, e' una persona perbene, e' un vicepresidente di Confindustria e mi sembra che in questa vicenda sia parte lesa". Capito? Parte lesa.
Solo alla Juve non si poteva non sapere delle malefatte di Moggi e Giraudo, trascinando di conseguenza all'inferno anche la società e tutti quanti noi ingenui e tontoloni che non ci eravamo accorti del torbido inganno messo in atto dalla Cupola(!).
Nel caso del signor Afef, il fatto di presiedere una compagnia marcia fino al midollo non si concretizza in effetti collaterali negativi per lui o per la sua azienda, ma anzi ne autorizza, secondo l'uomo nel bagagliaio, la richiesta di risarcimento quantomeno morale, se non addirittura materiale. Si vedrà.
Gianfranco Funari, che per chi non lo sapesse iniziò la propria carriera come cabarettista al mitico Derby di Milano, durante il suo spettacolo ripeteva una battuta che non doveva affatto piacere all'establishment dell'epoca, visto che eravamo all'inizio degli anni settanta. Recitava più o meno così: "Storia del volo umano: da Icaro a Pinelli". Feroce e geniale allo stesso tempo, almeno per chi come me ama il sarcasmo senza veli.
Il 21 luglio, dicevo all'inizio. E' stato l'anniversario di uno degli effetti collaterali del marcio che avanza, qui nell'Italia dei furbetti e dei salotti buoni. La scomparsa di Adamo Bove. E' praticamente dal 2006 che non se ne parla più, e forse tanti non ricordano neppure chi fosse.

Sicuramente, uno tra Icaro (quello a destra nella foto) e Pinelli. Chi vivrà, vedrà (forse).

mercoledì 12 settembre 2007

Ti amo lo stesso?



Dal sito Feltrinelli:

Descrizione: "Juve ti amo lo stesso" è il racconto liberatorio di uno juventino doc che ha dovuto subire l’onta del processo e della retrocessione in serie B della sua squadra del cuore. Lo ha scritto il giornalista più bianconero di tutti, Roberto Beccantini, celebre firma della «Stampa» e commentatore di Serie A su Canale 5, e la scelta non è casuale: Beccantini infatti è stato l’unico giornalista juventino ad aver denunciato, molto prima della magistratura, la pericolosa deriva che il sistema-calcio stava prendendo. E lo ha fatto indicando alcuni dei responsabili per nome e cognome. Forte della sua battaglia professionale, Beccantini ora si lascia andare a un vero e proprio canto d’amore per la Signora del calcio italiano. Perché né Moggiopoli né un anno di serie B possono cancellare il sentimento che si prova davanti alle straordinarie imprese e ai grandi campioni che le hanno compiute infilando la maglia a strisce bianche e nere. Perché la Juventus è qualcosa che resta nel cuore, comunque vadano le cose. Beccantini parte dall’attualità, analizzando errori e leggerezze compiute dalla società torinese, e ragiona a mente fredda sugli eventi giudiziari che hanno stravolto il calcio italiano. Poi, però, si abbandona alle ragioni del cuore ripercorrendo le grandi imprese (gli scudetti degli anni Ottanta, la Champions League e la Coppa Intercontinentale), i grandi campioni (Del Piero, Baggio, Zidane, Zoff) e i grandi uomini che hanno fatto grande la squadra (Scirea, Furino, Boniperti, l’Avvocato). Un lucido inno di passione per la squadra più amata e più odiata del calcio italiano.

Ebbene sì, la prima firma sportiva dell'organo di partito ha scritto un libro "d'amore", o almeno così sembrerebbe, sulla Juventus. Uso il condizionale perchè credo che nemmeno con gli occhi sbarrati dai divaricatori, come l'Alex di Arancia Meccanica, subirei la tortura di leggerlo. Mi basta constatare periodicamente su La Stampa che, di juventino, questo giornalista così ben disposto a cospargersi il capo di cenere ha ben poco, per non dire nulla. E' terribilmente simile a tanti sedicenti tifosi nei quali ci si imbatte frequentando i forum bianconeri, i quali si atteggiano e parlano di calciopoli come se le uniche verità su questo pianeta fossero quelle dette dalla TV.
Se poi Beccantini avesse avuto il buon gusto di leggersi la descrizione del suo libro, almeno su quel triste "Moggiopoli" anzichè "Calciopoli", qualcosa avrebbe dovuto obbiettare, credo.
E' moralmente inaccettabile, secondo me, che a comportarsi così siano coloro i quali l'informazione dovrebbero farla, non subirla. O peggio, farla subire ai propri lettori. Non a tutti, comunque. Sappiatelo.

P.S. C'è di meglio, e molto, per chi ancora non avesse le idee chiare su quell'estate 2006: per esempio il libro di Emilio Cambiaghi. Cliccare per credere.

martedì 11 settembre 2007

Let's smile, guys!



Quattro giornate e 15.000 euro di multa per la gazzarra di domenica a Cagliari ci possono benissimo stare.
Quando i provvedimenti disciplinari verso i ribelli in braghette corte li prendeva Luciano Moggi ero contentissimo, anche perchè spesso erano molto più efficaci di quelli della giustizia sportiva. Un mio amico, con una battuta, dice spesso che Montero, con le multe prese dall'ex direttore generale, ha praticamente finanziato metà del progetto benefico dedicato dalla Juventus all'ospedale Gaslini di Genova. Il buon Mauro Camoranesi, due anni fa, con le sue mezze follie disciplinari si era praticamente guadagnato il passaporto per andarsene a giocare da qualche parte all'estero, e al suo posto era già pronto ad arrivare il romanista Mancini.
Niente da dire, quindi, a chi adotta il pugno di ferro contro chi non usa il cervello. Peccato però che questa vicenda, tanto per non perdere il vizio, ponga nuovamente il problema del quanto, come e perchè qualche povero illuso della compagnia dello smile pensava di aver donato alla nuova Juve il lusso della simpatia e dell'affetto di tutti.
Sarebbe interessante che qualcuno, chiunque su questa terra, proponesse una sanzione, o meglio ancora una soluzione, anche per risolvere il problema dell'imbecille di turno accreditato per sostare a bordo campo, come un ultras qualsiasi travestito da operatore televisivo, addetto alla cartellonistica o chissachè. Il diritto di prendere per il culo dovrebbe appartenere a chi paga il biglietto e sta sugli spalti dello stadio, non a chi viene pagato (poco o tanto non fa differenza) per prestare un qualsiasi servizio allo spettacolo. Dovrebbe essere così, perlomeno.
Evidentemente, chiunque si sta adeguando al nuovo clima. In fondo anche i leccaculo di regime, o giornalisti se preferite, sono pagati per rendere un servizio. Che non lo rendano a tutti, poco importa.


Ma loro, per il culo ci prendono eccome. E non solo da domenica scorsa.

Stavolta vincerò comunque.


Quando i giornali erano compiaciuti nel mettere tra gli scandali (?) di calciopoli il goffo tentativo di Alessandro Moggi di trombarsi Ilaria D'Amico sotto la Tour Eiffel, nessuno faceva appelli alla forma e tanto meno all'etica. Vero Fassino?
Come al solito, nel Bel Paese sono brutti cattivi e puzzoni solo gli altri, basta che non mi facciano fare brutta figura e non mi tirino dentro alle loro questioni.
Punta di diamante di questo mini-attacco da terza categoria è Luca Cordero ecc. ecc., l'uomo nel bagagliaio. Non si arrende di fronte all'ipotesi che spiare non sia poi così grave. O meglio, non è grave affatto se lo fa Massimo l'ecologista di Milano, il padrone esaurito degli esauriti che compra giovani punte brasiliane alcolizzate con i soldi fottuti a tutti noi dalle bollette dell'Enel. Se lo fanno i rivali della McLaren, allora no, lui non ci sta più.
Ebbene, per quanto mi riguarda io vincerò comunque, stavolta. Se la scuderia anglo-tedesca sarà assolta, vorrà dire che spiare non è reato, dunque l'uomo nel bagagliaio avrà fatto tanto rumore per nulla e la Ferrari se ne stia muta e rispettosa delle scelte della giustizia sportiva. Se sarà condannata, al contrario, vorrà dire che davvero la non difesa della Juventus nel processo farsa dell'anno scorso è stata pensata, scelta, pesata, deliberata. E la Ferrari esulti di un successo ottenuto nei tribunali, arrivando prima avendo fatto la terza, esattamente come gli esauriti di Milano.
L'unico vero rammarico, per me, è che certi morti con la erre moscia non possano tornare un'oretta qui nel mondo dei vivi, magari con una saldatrice e un bel paio di tenaglie, come dice il boss Marsellus Wallace in Pulp Fiction (foto).

Allora sì che uomini come quello nel bagagliaio dovrebbero iniziare a correre, altro che le gazzelle ogni mattina in Africa...

venerdì 7 settembre 2007

La Riunione informale.


GABETTI: Bene, Signori… La ragione di questo nostro incontro informale, sollecitatomi dall’Ingegner Elkann, non mi è ancora del tutto chiara, sinceramente. In ogni caso, in qualità di responsabile morale del suo graduale insediamento ai vertici della grande famiglia economico finanziaria da me oggi orgogliosamente presieduta, ho ritenuto di dovere accogliere il suo invito, se non altro per la grande stima che mi…

MONTEZEMOLO: Dacci un taglio Gigi. Ho una riunione a Maranello tra meno di due ore.

GABETTI: Sì… Scusa Luca.

MONTEZEMOLO: Ma ti pare?

GABETTI: Dunque… Nonostante la natura riservata ed informale di questo nostro incontro, voglio dare il benvenuto a tutti i partecipanti, i quali con la loro presenza qui oggi dimostrano una volta di più quanto sia forte il legame di ognuno di loro con la nostra grande famiglia: benvenuti all’Ingegner Elkann, a suo fratello Lapo, al Dottor Montezemolo, all’Avvocato Grande Stevens che non ha potuto raggiungerci ma è come se fosse insieme a noi e vi saluta tanto tanto, al presidente Cobolli Gigli, al Dottor Blanc, a tutti coloro, insomma, che non si tirano indietro ogni qualvolta ci sia la necessità di…

MONTEZEMOLO: Gigi, hai rotto i coglioni. Di cosa siamo venuti a parlare, si può sapere?

GABETTI: Sì… Scusa Luca.

MONTEZEMOLO: Ma ti pare?

GABETTI: Non voglio farti perdere altro tempo Luca, però… Scusa, Yaki… non mi avevi detto che doveva venire anche tuo cugino Andrea?

MONTEZEMOLO: Chi!?

YAKI: Ehm… sì… cioè… è per via della cosa che dovevo…

MONTEZEMOLO: Sei impazzito? Da quando ti prendi queste libertà? Chi ti ha dato il permesso di far venire quella gran testa di…

GABETTI: Luca, ti prego… calmati un momento…

MONTEZEMOLO: Calmarmi? Anziché andare avanti qui si va indietro? Mi sembrava di essere stato chiaro! Chi è dentro è dentro. Chi è fuori è fuori. E non si torna su questo discorso… ci siamo capiti?

YAKI: No, Luca… è chiarissimo il tuo discorso, ci mancherebbe…

MONTEZEMOLO: Non mi sembra chiarissimo. Tu non hai capito, bello… Se io mi incaz…

GABETTI: Luca, ti prego…

MONTEZEMOLO: (con gli occhi spiritati, silenzio) …

GABETTI: Yaki, spiegaci la ragione di questa riunione, per favore… Mi ha accennato qualcosa Lapo, ma non credo di aver capito bene cosa sia succ…

YAKI: (rivolto a suo fratello) Cosa?… Lapo! Ti avevo detto di stare zitto testa di… Lapo che fai, dormi?

LAPO: (con gli occhi chiusi, dondolando con la testa a destra e sinistra) You don't have to be rich to be my girl… You don't have to be cool to rule my world... Ain't no particular sign I'm more compatible with... I just want your extra time and your . . . . . kiss

YAKI: (urlando) Lapo!!!

LAPO: Eh?! Sì… Cosa?

YAKI: Per favore Lapo… Potresti spegnere l’iPod… grazie?

LAPO: Oh yes, brother… Salve ragazzi! Wow! Che rimpatriata! Gimme five guys! Riunione in grande style… non so se mi spiego…

MONTEZEMOLO: (rivolgendosi a Yaki) Fallo tacere o gli tiro un calcio nelle pal...

GABETTI: Luca ti prego… calma… Yaki, qual è il problema? Come mai siamo qui oggi?

YAKI: (guardando Lapo in cagnesco) Lo so che potrà sembrarvi strano… Il fatto è che qualche tempo fa ho ricevuto una telefonata e…

MONTEZEMOLO: Ecco bravo, a proposito… Ti dispiacerebbe tenerlo acceso quel cazzo di cellulare? E’ da un mese che quando ho bisogno di parlarti non sei raggiungibile. Cosa c’è, hai paura del telefono?

YAKI: (silenzio)…

LAPO: Oh no! Adesso si ricaga addosso un’altra volta! Aprite le finestre my friends o ci tocca scappare come lepri attraverso i camp…

YAKI: (scagliandosi contro Lapo) Te la tappo a pugni quella bocca, brutto pezzo di m…

GABETTI: (cercando di tenere Yaki per la giacca) Basta ragazzi, insomma! Piantatela!

YAKI: Ok… ok… chiedo scusa a tutti…

LAPO: No problem brother… sai a volte anche a me capita di perdere le staffe ma ci vuole un certo self-control, per mantenere un certo underst…

YAKI: Tu tappati quella bocca! Ho chiesto scusa a loro… con te ne riparliamo a casa più tardi…

MONTEZEMOLO: Ho una riunione tra… un’ora e mezza, a questo punto… Non ditemi che ho spostato i miei impegni per venire qui a sentire questi due mocciosi che si beccano come galline isteriche. Avete una pallida idea di quali e quanti impegni debba onorare io? Ogni santo giorno?

GABETTI: Calmati Luca, non essere così nervoso… io capisco bene che…

MONTEZEMOLO: Calmati un cazzo! Finiscila di dirmi di calmarmi! Non sono affatto agitato! Ho la Confindustria che mi fa continuamente pressioni, la Fiat… non credo di dovervi spiegare nulla sulla Fiat, vero Gigi?

GABETTI: Ci mancherebbe Luca… non è certo questa la sede più…

MONTEZEMOLO: Appunto… sulla Fiat lasciamo perdere…

GABETTI: Certo Luca…

MONTEZEMOLO: (con una smorfia melodrammatica) Ho la Ferrari… la mia amata Ferrari.. la mia adorata Ferrari… che viene impunemente spiata come si fa con i terroristi! Stuprata nella sua purezza da una… manica di inglesi ubriaconi… puzzolenti grassi e pedofili!!!… Che non sarebbero in grado nemmeno di andare in bicicletta se non…

GABETTI: Luca ti prego… calmati un pochino… sei diventato rossissimo…

MONTEZEMOLO: Sono calmo!

LAPO: Chi ha stuprato i pedofili? Un ubriaco, my friend?

MONTEZEMOLO: (accennando uno scatto verso Lapo con i pugni chiusi) Ma porc… Se non la finisci di…

GABETTI: Luca calmati, ti prego…

MONTEZEMOLO: (sistemandosi il ciuffo) Allora… qualcuno si degna di dirmi perché siamo qui?

YAKI: Dunque… è per via di… una telefonata che ho ricevuto… come stavo dicendo prima…

MONTEZEMOLO: E allora?

GABETTI: Luca, abbi pazienza un momento… lasciagli spiegare…

YAKI: Sì… certo… ecco, avrei pensato di fare un momento il punto della situazione per quanto riguarda la… appunto la… situazione della Juventus… per capire se c’è una possibilità per…

MONTEZEMOLO: Non posso credere alle mie orecchie! Ancora con ‘sta storia? Hanno chiesto. Abbiamo dato. Fine. Che si fottano adesso, mica posso preoccuparmi anche della Juventus, io. Non ho voglia di dover ripetere mille volte le stess…

YAKI: Veramente noi come famiglia abbiamo dato ma…

MONTEZEMOLO: Svegliati! Non parlavo di voi né di quei quattro rompicoglioni di esagitati da stadio… Ci hanno chiesto e noi abbiamo dato. Hai dormito in quest’ultimo anno e mezzo, Yaki?


YAKI: No, no… lo so… è che le cose potrebbero camb…

MONTEZEMOLO: Chiesto. Dato. Stop.

BLANC: Scusi se mi permetto, ma non mi pare la giusta modo di…

MONTEZEMOLO: E questo chi è, l’ispettore Clouseau? Ma come parla?

GABETTI: E’ monsieur Blanc, Luca… è l’amministratore delegato della Juventus…

MONTEZEMOLO: Ma che ti vuoi amministrare, Sanbittèr… Quando c’eravamo io e Bendoni… quella era roba seria… altro che Giraudo e company…

BLANC: (bisbigliando all’orecchio di Cobolli) Non ho capito bene…

COBOLLI: (rivolto a Blanc) Niente, niente… ha detto che hai ragione…

BLANC: Ah… voilà…

GABETTI : Quale sarebbe il problema, Yaki ? Cosa dobbiamo vedere sulla Juventus ancora?

YAKI: Mah… così… riflettendoci bene mi è venuta l’idea di… riconsiderare un pochino la situazione… per evitare che magari qualcuno possa prendere male l’attuale assetto societario e sportivo per… così per come li abbiamo modificati…

MONTEZEMOLO: Yaki hai fatto serata con tuo fratello ieri?

YAKI: Come?

MONTEZEMOLO: Mi sembri ubriaco. Chi dovrebbe prendere male che cosa?

YAKI: Ma no… così… pensandoci bene mi sono venuti alcuni dubbi… per esempio sulle scelt…

MONTEZEMOLO: Senti, i dubbi non fanno parte dei tuoi compiti. E tu, Gigi, dovresti incominciare ad essere chiaro su questo, con il ragazzo.

GABETTI: Certo, Luca.

MONTEZEMOLO: Tuo nonno aveva la passione della Juventus? Bene, il capo era lui e non si discuteva. Punto. Però oggi…

YAKI: Ecco… il punto è proprio que…

MONTEZEMOLO: Non mi interrompere.

YAKI: (silenzio)…

MONTEZEMOLO: Oggi le cose sono un po’ cambiate. Abbiamo altri interessi, altri amici che ci vogliono bene… Pensa che sarebbero lieti addirittura di averci insieme a loro nel salotto buono…

YAKI: (silenzio)…

MONTEZEMOLO: Parlo dei Della Valle, dei Tronchetti Provera, dei Moratti, dei…

LAPO: Wow man!!! Hai detto Moratti? He’s OK! My commercial partner... ho avuto un’idea da paura, guys!

MONTEZEMOLO: (guardandolo malissimo) Ti ho già detto…

LAPO: Come sei incazzoso, Lucky Luke… ok, ok… sto zitto…

MONTEZEMOLO: Direi che la riunione ha dato i suoi frutti, no? Siamo tutti d’accordo… democraticamente abbiamo deciso che va tutto benissimo così com’è… Altro da aggiungere?

YAKI: (silenzio)…

LAPO: (silenzio)…

BLANC: (bisbigliando all’orecchio di Cobolli) Che ha detto?

COBOLLI: (rivolto a Blanc) Che va tutto bene, è tutto a posto.

BLANC: Ah... voilà…

GABETTI : Certo, Luca... Prima di congedare i nostri illustrissimi colleghi e amici, una cosa non ho capito bene… Scusa, Yaki… di che telef…

Nella stanza, squilla il telefono.

DRIIIN!

GABETTI: Pronto?

…: (silenzio)…

GABETTI: Si sente malissimo… con chi vuole parlare, scusi?

…: (silenzio)…

GABETTI: Un attimo, prego… Yaki, c’è un signore che vuole parlare con te, non ho capito chi è…

YAKI: (sbiancando di colpo) BURP…BUR… BLEAAARGH!!!

GABETTI: Yaki, ma che hai?

LAPO: Sei un bastardo, Yaki! Guarda cosa hai…

MONTEZEMOLO: Per la miseria… che schifo!

GABETTI: Lapo, smettila! Non vedi che sta male?

LAPO: Ma uffa! Mi ha vomitato sul portatile in carbonio!

BLANC: (bisbigliando all’orecchio di Cobolli) Che ha fatto?

COBOLLI: Che ha fatto… che ha fatto… suvvia Jean Claude… ha vomitato, non lo vedi?

BLANC: Ah… voilà…

MONTEZEMOLO : Lapo! Avevo visto giusto allora... Hai portato tuo fratello a fare baldoria da qualche parte ieri sera? Fumato strano?

LAPO: No! Non sono nemmeno uscito ieri… sto lavorando ad un grande progetto sai… Non ho tempo per le stupidaggini…

GABETTI: Lapo, finiscila… anche la mia pazienza ha un limite…

LAPO: (silenzio)…

GABETTI: Vieni, Yaki… andiamo fuori a prendere una boccata d’aria…

MONTEZEMOLO: A questo punto posso anche andare, mi viene tardi per la riunione a Maranello… Lapo, che te ne pare delle mie nuove TOD’S?

LAPO: Mmh… beh… sì… carine…

MONTEZEMOLO: Carine? Ma che cazzo dici… sono scarpe per gente fica queste… ma che ne vuoi capire tu…

LAPO: Ah sì?… Mi hai cercato e mi hai trovato, man!

MONTEZEMOLO: Come?

LAPO: (tirando fuori un arnese dalla tasca dei pantaloni) Beccati questo, sapientone! Guarda qua… be shocked my friend! Restaci di merda! E questo è ancora un prototipo… non so se mi spiego…

MONTEZEMOLO: Beh? Credi che non abbia mai visto un cellulare?

LAPO: Wake up Lucky Luke! Alzati o arrivi tardi all’appuntamento con la storia… Get down baby! Dacci dentro se vuoi godere! Cellulare? Ma tu sei fuori come un satellite… te lo dico io…

MONTEZEMOLO: Non ti allargare… mi stai facendo girare le p…

LAPO: Questo è il SURVIVALPHONE, baby… Ne ho parlato a Massimo… sai, l’ecologista di Milano… mi ha detto che gli può interessare… deve sentire anche Gino Strada per un parere…

MONTEZEMOLO: Cosa?

LAPO: Guarda qua… doppio uso… SURVIVALPHONE… telefono multifunzione specifico per il mercato mediorientale…

MONTEZEMOLO: Ma che cazzo dici? Hai ripreso a… viaggiare? Ci sei?

LAPO: Il telefono della sopravvivenza… tutto in carbonio, ovviamente… dual band… o meglio… dual function… da paura!

MONTEZEMOLO: (guardandolo allibito) Eh?

LAPO: Lo vendi sia ai soldati che agli ostaggi… Attento bene Lucky Luke… Mode 1 on / Mode 2 off… il telefono funziona come un navigatore satellitare… Ti hanno rapito? Sei scappato ma ti sei perso? No problem, my friend! Con SURVIVALPHONE ti orienti a tutta manetta e ritorni a casa dalla mamma! Yeah boy!

MONTEZEMOLO: (sempre più allibito): Ma che c…

LAPO: Ma ora tieniti forte Lucky Luke… Mode 1 off / Mode 2 on… il telefono funziona come una mina anti-uomo… Ti è scappato l’ostaggio? Sai che non può essere andato lontano? No problem, my friend! Lo piazzi sul sentiero che porta alla libertà e l’ostaggio si spalma per tutto il campo base in pezzi piccoli così!

MONTEZEMOLO: (silenzio)…

LAPO: Che testa c’ho? Eh... Lucky Luke? Non fai più lo spiritoso adesso eh? Luca… mi stai ascoltando?

MONTEZEMOLO: (guardando la porta finestra da dove sta tornando Yaki) Cosa c’è, Yaki?

YAKI: (silenzio)…

LAPO: Urca… che faccia che hai…

MONTEZEMOLO: Yaki… va tutto bene?

YAKI: Credo che Gabetti non si senta bene… è fuori in giardino…

MONTEZEMOLO: Perché?

YAKI: Non lo so… stavamo parlando e lui non si è sentito tanto bene…

LAPO (voltandosi di scatto a fissare Yaki, con un’espressione preoccupata per davvero, una volta tanto nella vita) Yaki…

YAKI: Che dovevo fare?

LAPO: Yaki…

YAKI: Che dovevo fare?

LAPO: Merda… gliel’ha detto…

MONTEZEMOLO: Detto cosa? Di cosa state parlando?

BLANC: (bisbigliando all’orecchio di Cobolli) Che hanno detto?

COBOLLI: Non so… ma credo che siamo tutti nella merda…

BLANC: Ah… voilà...






Non pensavo di poter trovare così tanti compagni di viaggio in così poco tempo. Potrebbe anche non essere finita qui.


Hai visto mai, almeno una volta nella vita...




A DAY IN THE LIFE (The Beatles, 1967)



giovedì 6 settembre 2007

Barcolla ma non molla.


Su La Stampa di oggi, il mimo si supera. Lo dicevo che, quando pensi di averlo sentito raggiungere il top delle minchiate, lui estrae il jolly e ti mette al tappeto. Puntuale come le tasse, eccolo.
Non gli è da meno il mitico Vergnano (autore dell'intervista), il quale esordisce chiedendogli se la mancata elezione nel consiglio di Lega rappresenti il segnale che "la Juve fa di nuovo paura".
No, acuto giornalista. Per quanto mi irriti spiegare l'ovvio (specialmente quando penso di farlo con chi si finge tonto), lo faccio: la trombatura del mimo rappresenta semplicemente il segnale che l'operazione simpatia da parte dell'associazione per deprimere (cioè la compagnia dello smile) non è servita a nulla. Ma non solo. Qualche risultato lo ha portato: per esempio i travasi di bile per qualche milione di tifosi ogni volta che il mimo parla, oltre al fatto, il più importante e riuscito di tutti, che la Juve oggi come oggi non conta assolutamente un cazzo come la più anonima delle squadrette.
Il jolly, dicevo. Il colpo da K.O., il mimo lo sferra con la minacciosa frase ad effetto sugli esiti della mancata elezione in consiglio. I deboli di cuore si mettano a sedere. Gli eventuali cacciatori di quaglie, chiudano sotto chiave la doppietta e si ammanettino al termosifone. Non voglio avere stragi sulla coscienza.
Pronti? Ok, vado... Ha detto che "Nessuno ha i tifosi della Juve, non accetteremo espropri".
Espropri? Perchè, presidente, è mai successo di subire degli espropri ultimamente?

Hai del talento, mimo. Clicca qui.

martedì 4 settembre 2007

"Ripartiremo dal basso".



Come si fa con la più classica delle bastardate, si invita lo sfigato di turno alla festa delle medie e gli si fa credere che limonerà duro.
Una volta entrato nella tana, tutti a prenderlo per il culo e di limonare, ovviamente, non se ne parla nemmeno.
Così è successo al Mimo, trombato come un novellino all'assemblea della Lega calcio. Al suo posto, è stato eletto il presidente del Parma Ghirardi, che ha più o meno la mia età ma potrebbe essere la mia custodia rigida da viaggio. Un altro che dovrebbe stare un po' più attento ai trigliceridi.
Non ti arrabbiare presidente. Ti vogliamo tanto bene e per dimostrartelo ti dedichiamo questa simpatica filastrocca.

Firmato: i milioni di tuoi bambini (clicca sul filmato e fatti un KARAOKE con il testo).

Erano innamorati i Cobolli Gigli
lei lo chiamava "Cobo" lui invece "Gigli"
vivevano in un fiume giù nel Marocco
lui sempre insieme a "Gigli" lei insieme a Cobo.
Ma in questa che è una dolce storia d'amor
arriva tutt'a un tratto su una barca un cacciator...
Lo videro arrivare i Cobolli Gigli
lei disse: "Scappa Cobo!, lui: "Scappa Gigli!"
Fu più veloce Cobo e riuscì a scappare,
ma Gigli fu più lenta e il cacciatore
la caricò su in barca dicendo: "Yes!
io ne farò borsette,portafogli e beauty-case".
Povero Cobo senza la sua Gigli!
chiama raccolta tutti i coccodrilli
dice piangendo: "Amici, un cacciatore
si porta via sul fiume il mio grande amore!
Ne vuole far borsette e beauty-case
amici miei, salviamola !" E quelli fanno: "Yes!"
Erano più di mille i Cobolli Gigli
che scesero nel fiume a cercar la Gigli,
vedendoli arrivare, il cacciatore
buttò la Gigli in acqua per poi scappare.
Ed è così che Cobo è tornato ancor
a vivere con Gigli il suo bel sogno d'amor!
Son tornati insieme i Cobolli Gigli
e lei lo chiama "Cobo" lui invece "Gigli"
e vivono felici giù nel Marocco
lui sempre insieme a Gigli, lei insieme a Cobo,
lui sempre insieme a Gigli, lei sempre insieme a Cobo...
lui sempre insieme a Gigli, lei sempre insieme a Cobo...

lunedì 3 settembre 2007

Il vento non cambia, cari.


Scrive oggi la prima firma sportiva dell'organo di partito che il vento è cambiato. Tre rigori contro alla Juve, di cui uno "rettificato". Io dico che non è cambiato il vento, manco un po'.
In pieno regno Triadesco, autunno 2004, la squadra più forte degli ultimi dieci anni si giocava una partita di campionato a Reggio Calabria. Secondo il teorema degli esauriti, in quel periodo Moggi & C. stavano muovendo i burattini dello spettacolo a loro piacimento. Di quella partita, grazie alle cronache equilibrate ed imparziali di questi ultimi mesi, si ricorda un solo episodio: il signor 71 chiuso negli spogliatoi da Orco Luciano e Lupo Antonio.
Agli smemorati a comando, ricordo che il signor 71 in campo non diede un rigore imperiale alla Juve e le annullò due gol, di cui uno stra-valido. Totale: Reggina 2 Juventus 1. Si vede che in quei giorni i telefonini non prendevano.
Ieri i rigori per il Cagliari ci stavano tutti e due, mentre quello che non c'era è stato coraggiosamente annullato dalla segnalazione di un guardalinee. Paradossalmente, sembrerebbe che le cose stiano cambiando in meglio, rispetto ai bei tempi.
Ma siccome io non sono convinto che il mondo pallonaro sia diventato di colpo L'Isola che non c'è, anzi, interpreto la vicenda come segue: non si tratta di vento ma di scorregge, esattamente come prima.

La differenza è che oggi, grazie alla malafede del nuovo corso, non puzzano più.

sabato 1 settembre 2007

Vita bassa.


Una vita da guerriero (presentato da Mondadori alla presenza di Paolo Bonolis, quello de "Il senso della vita"). Una vita da mediano (quella di Oriali, ma non solo, secondo Ligabue, che ha la vita molto bassa). "Una gioia infinita (?) che dura una vita (!) pazza Inter amala" (testo dell'esaurinno).
Storie di vita. Una vita azzannata, sudata, goduta, onorata, testata (questa è sottile, chi non la capisce mi mandi una esaur e-mail).
Storie di vita vissuta.

In ogni caso, non vincete un cazzo. Da una vita.