Senza addentrarmi nel merito dei giudizi variegati degli ultimi giorni a proposito del V-Day, mi limito ad osservare che un vaffanculo bello sano, vaporoso, liberatorio, proveniente dal cuore, dura sicuramente un solo istante, ma spesso è in grado di dare il piacere lenitivo di una cremina con aloe. Quindi ben venga, almeno secondo me.
Non è sempre facile esprimere concetti articolati, con tanto di spiegazioni e distinguo mirati e circostanziati, quando i destinatari di turno sono perfettamente consapevoli di ciò che, nei loro comportamenti, ha suscitato il fastidio degli interlocutori (reali o virtuali) di turno. Quella che si definisce malafede, per intenderci, uno degli atteggiamenti che trovo più ignobile in un essere umano, a prescindere da quale sia il motivo che la ispira.
Il fatto che un personaggio come il vice Ministro dell'economia, arrivi a tirare in ballo Luciano Moggi per integrare lo sputtanamento verso la persona che gli ha causato grattacapi, ha del patetico. Per consolidare la propria tesi, secondo la quale il Generale della GdF Speciale era uno spendaccione più interessato a piazzare clienti che a combattere gli evasori, afferma: "Speciale andava in giro sull'aereo di Moggi. L'anno scorso ha organizzato una festa della Finanza a Napoli che anche il presidente della Repubblica mi ha chiesto: Ma questi, quanto hanno speso?"
E ancora: "Io ero già abbastanza seccato perchè erano state pubblicate pochi giorni prima le cose di Calciopoli - si legge nel verbale dell'interrogatorio di Visco - e risultava che c'era una bella fetta di vertice della Guardia di finanza coinvolta. E in particolare ci stava Speciale che andava in giro con Moggi, sull'aereo di Moggi. Prendeva biglietti per sè il che è praticamente disdicevole per uno che si deve occupare di società, per giunta la Juventus che è una società quotata, e di possibili reati finanziari e nel caso specifico del signor Moggi".
Se fossimo in un Paese normale, queste affermazioni starebbero a significare che Luciano Moggi è davvero un personaggio pericoloso, al punto da dovere provare vergogna nell'avvicinarlo per una foto, un viaggio, una vacanza, un caffè. Sarà pur vero che non sono state le situazioni citate sopra a determinare il sollevamento dall'incarico di un comandante della Gdf. Il fatto che però si pensi di avvalorare le accuse di inadeguatezza ed inaffidabilità verso una carica dello Stato così importante, come quella che ricopriva Sottile, rivelando particolari così insignficanti come quelli descritti nella deposizione ai magistrati - biglietti per la partita e spostamenti a bordo dello stesso aereo (insieme a Moggi e non di Moggi, è bene precisarlo) - rende appieno la condizione di sbando cerebrale totale nelle quali versa gran parte della politica italiana.
Non è sempre facile esprimere concetti articolati, con tanto di spiegazioni e distinguo mirati e circostanziati, quando i destinatari di turno sono perfettamente consapevoli di ciò che, nei loro comportamenti, ha suscitato il fastidio degli interlocutori (reali o virtuali) di turno. Quella che si definisce malafede, per intenderci, uno degli atteggiamenti che trovo più ignobile in un essere umano, a prescindere da quale sia il motivo che la ispira.
Il fatto che un personaggio come il vice Ministro dell'economia, arrivi a tirare in ballo Luciano Moggi per integrare lo sputtanamento verso la persona che gli ha causato grattacapi, ha del patetico. Per consolidare la propria tesi, secondo la quale il Generale della GdF Speciale era uno spendaccione più interessato a piazzare clienti che a combattere gli evasori, afferma: "Speciale andava in giro sull'aereo di Moggi. L'anno scorso ha organizzato una festa della Finanza a Napoli che anche il presidente della Repubblica mi ha chiesto: Ma questi, quanto hanno speso?"
E ancora: "Io ero già abbastanza seccato perchè erano state pubblicate pochi giorni prima le cose di Calciopoli - si legge nel verbale dell'interrogatorio di Visco - e risultava che c'era una bella fetta di vertice della Guardia di finanza coinvolta. E in particolare ci stava Speciale che andava in giro con Moggi, sull'aereo di Moggi. Prendeva biglietti per sè il che è praticamente disdicevole per uno che si deve occupare di società, per giunta la Juventus che è una società quotata, e di possibili reati finanziari e nel caso specifico del signor Moggi".
Se fossimo in un Paese normale, queste affermazioni starebbero a significare che Luciano Moggi è davvero un personaggio pericoloso, al punto da dovere provare vergogna nell'avvicinarlo per una foto, un viaggio, una vacanza, un caffè. Sarà pur vero che non sono state le situazioni citate sopra a determinare il sollevamento dall'incarico di un comandante della Gdf. Il fatto che però si pensi di avvalorare le accuse di inadeguatezza ed inaffidabilità verso una carica dello Stato così importante, come quella che ricopriva Sottile, rivelando particolari così insignficanti come quelli descritti nella deposizione ai magistrati - biglietti per la partita e spostamenti a bordo dello stesso aereo (insieme a Moggi e non di Moggi, è bene precisarlo) - rende appieno la condizione di sbando cerebrale totale nelle quali versa gran parte della politica italiana.
Luciano Moggi è diventato, grazie alla certificazione datagli da calciopoli, la prova inconfutabile di colpevolezza per chiunque voglia dare scacco matto al proprio nemico, anche in settori e questioni di vitale importanza per la vita civile e democratica di una Nazione.
Per quel che può servire, valere o durare, non mi va di negarmi anche questa ditata di crema: andate affanculo. Di cuore.
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