giovedì 29 gennaio 2009

Canta Tu.


Ieri, in attesa della fondamentale trasferta di Udine, per mantenere alta la concentrazione non si era parlato d'altro: l'inaugurazione del nuovo sito web di Gigi Buffon.
Quello che "La tua maglia dice chi sei" aveva anche impreziosito l'evento con una delle solite perle da Nuova Juventus Ripulita, quella che ride, patteggia e insieme alla borsa ti molla anche la vita:
"Sul mio nuovo sito mi piacerebbe ricevere una mail da Obama. Hi Buffon… - mi auguro che possa dire così, che mi stima - You are my favourite goalkeeper in the world." Questo mi piacerebbe per poter cominciare un dialogo, un rapporto con lui''.
Siccome la mia leggerissima avversione nei confronti delle sovraesposizioni un po' cazzare affonda le sue radici nella notte dei tempi, non si pensi male di queste poche righe dedicate al Seredovo, perché non è che poi vai a Udine e prendi la zuppa per colpa sua, ovvio.
Però sarebbe stato fico fico, per esempio, che almeno uno dei megafoni del pallone sempre pronti a sbertucciare il gol sbagliato o lo stop a "inseguire" di Tizio e Caio avesse fatto notare da dove era nato il gol annullato a Gilardino in Juve-Fiorentina, un gol per il quale i Della Valle Bros. hanno trascinato nell'indignazione profonda il sempre pacato Franco Zeffirelli e tutta la Firenze che veste Fay. Chi se lo ricorda, bene. Chi non se lo ricorda, se lo vada a rivedere.
Ieri sera probabilmente Buffon non ha aggiunto né tolto nulla alla prestazione raccapricciante dei suoi compagni, e poi i gol che incassa lui - si dice in giro - sono sempre e comunque imparabili. Però, se la tua maglia dice chi sei (visto che Del Piero era rimasto a casa e il mister conta solo quando sta sotto a nascondino), il tifoso si aspetta che nei momenti cruciali non gli si presenti davanti una squadra con le gomme sgonfie e lo sguardo vitreo, perché altrimenti il dubbio che certi elementi della vecchia guardia si assomiglino solo nell'ingaggio diventa quasi una certezza.
Come ha scritto Clau71 su Ju29ro.com lunedì scorso (QUI), i pro e i contro del fare cassa con l'eventuale cessione di Buffon sarebbero tanti, ma mentre per i primi si tratterebbe soprattutto di pailettes e lustrini, per i secondi si tratterebbe, più terra terra, di programmazione e tanti quattrini.

Insomma: se proprio Obama non dovesse farsi vivo, che ne direste di una telefonata di Mansour?


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lunedì 26 gennaio 2009

Guardate avanti.


Premessa: dopo quanto aveva detto Felipe Melo la scorsa settimana (QUI), penso che sedersi a tavola in tredici di venerdì 17 dopo avere asfaltato un gatto nero sulle strisce, e frantumare uno specchio con una clava di pasta di sale (preventivamente rovesciato) sarebbe comunque più benaugurante del solo incrociare lo sguardo del centrocampista brasiliano della Fiorentina in un dipinto. E chiedo scusa per la lungaggine ma per potermi toccare le palle ho dovuto scrivere con una mano sola.
La Juve ha vinto di misura, e mentre le squadre rientravano negli spogliatoi per fare la doccia il fratello depotenziato del signor Tod's, dalle frequenze satellitari di Sky TV, stava già dando voce allo sdegno di una città intera per le sviste arbitrali che ne avevano infranto i sogni di gloria.
Il troppo tempo trascorso in galleria del vento dal viola Jovetic durante l'infanzia, d'altronde, se da una parte gli ha permesso di avere una faccia e un mento con un coefficiente di penetrazione dell'aria prossimo a quello del cacciabombardiere Hornet F-18, dall'altra lo ha reso piuttosto instabile sulla terra ferma, dove anche il solo contatto strusciato con il piedone di un Mellberg qualsiasi può bastare per farlo capottare rovinosamente in area.
Sul rigore non concesso a Gilardino, Xavier Jacobelli ha scritto che l'attaccante viola sta continuando a pagare il gol di mano segnato a Palermo. Secondo me, invece, la svista arbitrale è da imputare alla mancata assegnazione dei mondiali di calcio del 2010 al Burkina Faso, e non me ne voglia l'ex direttore di Tuttosport ma come cazzata mi pare più originale la mia. Tana.
Io sono uno juventino démodé, purtroppo, e faccio una fatica bestiale a dare un senso a una giornata così normale in un mondo che normale non è più. Normale lo era quando le truppe di muratori mafiosetti dell'impresario Lucianone ne disegnavano il profilo a suon di Cupole. Anzi, se non fosse per l'innegabile Rinascimento posto in essere dalle sentenze di calciopoli, quasi mi verrebbe voglia di godere perfidamente all'idea che un'altra sentenza, quella del processo GEA, potrebbe aver dato nuova linfa alla pianta velenosa dei maneggi e dei truschini, tanto da spingere la Juventus ladra e disonesta verso la posizione che le compete a prescindere dai meriti. Come sempre, insomma. Un ritorno alla normalità.
Ma non è così, e aggiungo purtroppo. Perché nonostante io non mi sia ancora abituato all'idea, sono sicuro che sarà fantastico anche per me, un giorno, poter apprezzare la purezza e il candore di un calcio finalmente sano, pulito e profumato come quello di oggi. Del ritorno ai veri valori dello sport, dove l'errore umano sia legato a doppio filo alle prodezze dei suoi eroi, e pazienza se oggi perdo io e domani vinci tu. Lo so, sembro Cannavò dopo una sniffata di colla, ma io non sniffo. E, quel che è peggio, credo nemmeno lui.
Capitolo Cobolli Gigli, infine. Sulla questione dei due scudetti spariti l'altro giorno ha dichiarato, sul Corriere della Sera, che comunque andrà a finire il processo di Napoli la Juventus non farà ricorso: quel che è stato è stato. Bene così, presidente.
E' ancora presto, lasci pure che la sua parte normale covi sotto la cenere del nonsenso. Noi speriamo che il Signore la conservi così, sdoppiato, in eterno. Guai a toglierci una delle poche certezze che le macerie di calciopoli hanno saputo lasciarci in eredità.

Intanto, al momento giusto, nulla potrà fermarla.


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sabato 24 gennaio 2009

Cucumis Melo.


Il Cucumis melo, secondo la definizione di Wikipedia, è "una pianta rampicante della famiglia delle Cucurbitacee, una divisione particolare di angiosperme. Il termine melone indica sia il frutto che la pianta stessa, a seconda dei contesti in cui viene utilizzato".
Il Felipe Melo invece, secondo la definizione di chi ne ha letto le brillanti dichiarazioni di giovedì scorso ("La Juve è più forte del Milan e per noi sarà dura. Ma se l'arbitro farà bene il suo lavoro, possiamo vincere. Al mio arrivo mi hanno detto che ci sono due campionati. Quello con la Juve e uno a parte, e lo so io come lo sanno i miei compagni...") è, come nella migliore tradizione carioca, una sfavillante testa gi minchia della famiglia dei piangina color viola, una divisione particolare di perdenti cronici dal colore molto simile al glande dei soggetti affetti da fimosi dopo uno scappellamento troppo vigoroso.

Il termine testa gi minchia indica sia i piloti di formula uno che i calciatori meno fortunati, a seconda dei contesti in cui sparano le cazzate più divertenti.

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giovedì 15 gennaio 2009

Esclusiva Ju29ro Team.


Christian Rocca, 41 anni, di Alcamo, è inviato speciale de "Il Foglio" e collabora con diverse testate italiane. Negli ultimi anni ha raccontato da New York la cultura americana e la risposta di Washington agli attacchi dell'11 settembre.
Nel 2003 ha scritto "Esportare l'America. La rivoluzione democratica dei neoconservatori"; nel 2005 ha pubblicato "Contro l'Onu. Il fallimento delle Nazioni Unite e la formidabile idea di un'alleanza tra le democrazie" (vincitore del Premio Capalbio 2005); nel 2006 è stata la volta di "Cambiare Regime", edito da Einaudi.
La sua attività di blogger (www.camilloblog.it) è volta a denunciare quelle che ritiene essere le distorsioni e le falsità della visione degli Stati Uniti proposta sistematicamente da giornali e media vari. Dalle colonne del suo blog non ha lesinato commenti su calciopoli, sulla Juve ed ha coniato, per gli interisti, il titolo di "indossatori di scudetti altrui".

Ecco un breve estratto dell'intervista:

3) Condivide il pensiero di Enzo Biagi che forse lo scandalo Calciopoli è servito per dare in pasto un mostro al popolo e per distrarre il popolino dal più grande scandalo degli ultimi anni, ovvero lo scandalo Telecom?
No, non lo condivido. Questo è complottismo e io non credo mai ai complotti. Altra cosa è, invece, l’innegabile intreccio societario tra la proprietà di una squadra di calcio di Milano e gli ex azionisti e dirigenti di Telecom. I nomi di Massimo Moratti, Tronchetti Provera, Carlo Buora e Guido Rossi sono o sono stati nella proprietà o nel consiglio di amministrazione di entrambe le società. E Rossi ha gestito la Federcalcio nei pochi mesi in cui la Juventus è stata punita e scippata di due scudetti vinti sul campo con merito. Si sa, inoltre, che la società di calcio ha chiesto a un alto dirigente di Telecom, accusato di essere a capo della struttura che conduceva indagini illegali e per questo in galera, di pedinare e quant’altro Moggi, un arbitro di Serie A, calciatori della stessa squadra e probabilmente anche altri dirigenti e tesserati federali. I fatti sono questi, ma non credo ai complotti.
[...]
7) E' credibile che un ex ferroviere avesse più potere, nel calcio, di chi ha grandi gruppi di potere alle spalle, di chi maneggia il petrolio, le centrali Telecom, le televisioni con annessi diritti tv?
Moggi aveva il grande potere del nome Juventus alle spalle e certamente si sapeva muovere sul mercato, la sua arma a disposizione contro i soldi a palate e i bilanci un po’ così degli avversari. Quando la proprietà della Juventus l’ha scaricato, e non si è mai capito bene perché, i giornali amici si sono scatenati. I più duri sono stati la Gazzetta, il Corriere della Sera e la Stampa, nei cui consigli di amministrazione c’è almeno un rappresentante della famiglia Agnelli.
[...]
13) Lei è sempre molto critico, come noi del resto, con il presidente Cobolli. Se questi dirigenti trovassero il coraggio di chiedere la revisione dei processi sportivi cambierebbe giudizio?
No. Mi piacerebbe che lo facessero e glielo riconoscerei, ma questo non cancella che cosa hanno fatto in quella primavera-estate. Senza dimenticare la cessione di Ibrahimovic agli indossatori di scudetti altrui, senza la quale a Milano sarebbero rimasti soltanto con lo scudetto a tavolino o a tavaroli.
[...]
17) Come reputa le dichiarazioni di Massimo Moratti in seguito alla sentenza Gea ed alla ventilata ipotesi di restituzione dello scudetto di cartone alla Juve?
Moratti ha parlato? Non so, ho visto sul Corriere che ha scattato fotografie poetiche agli immigrati che spalavano la neve di Milano. Quello che ha fatto lui per gli extracomunitari, non l’ha fatto nessuno. Basta vedere Recoba.


Clicca QUI per leggere l'intervista completa su Ju29ro.com.


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venerdì 9 gennaio 2009

Adesso parlatene voi.


Scatta l'indulto 'sto cazzo.
Mi scuso con i lettori di VENTI9 se comincio l'anno così sottotono, in versione buonista, ma la sentenza di primo grado del processo Gea non può lasciare indifferenti, e siccome vantarsi dietro al solito "noi l'avevamo detto" servirebbe solo ad attaccare il primo bigliettino con su scritto "asino" sulla fronte del romaninterista di turno, lo farò. Non leggete, non sapete, ma parlate: asini, appunto.
Consideriamo che il processo ha avuto, nel ruolo di accusatore, il presidente dell'ANM Luca Palamara. Un dettaglio non proprio trascurabile.
Palamara aveva chiesto sei anni di galera per Luciano Moggi, più una serie di pene "a scendere" per tutti gli altri imputati, in ragione della associazione a delinquere ipotizzata al termine dell'inchiesta romana sulla Gea World, nata da una costola della madre (un po' vacca, a dire il vero) di tutte le inchieste, ossia quella che porterà i pm della procura partenopea Beatrice e Narducci a imbracciare il fucile (fucile giocattolo: scommettiamo?) e scendere nella trincea del processone dei processoni al via il prossimo 20 gennaio a Napoli.
Con l'assoluzione in primo grado di tutti gli imputati, esclusi Moggi padre e figlio, l'accusa di associazione a delinquere è crollata, non sussiste. Tradotto: la Gea non operava in modo illecito. Nel frattempo, però, la Gea World è stata sciolta manco fosse un covo di terroristi, e nonostante i suoi ex componenti abbiano continuato a fare il proprio mestiere con lo status di persone innocenti sancito ieri in maniera definitiva anche dalla sentenza, da oltre due anni il solone di turno, a volte tinto di rosa confetto a volte tinto e basta, non ha rinunciato a dire a giorni alterni che nel calcio girano sempre gli stessi personaggi, che nonostante calciopoli abbia svelato i veri delinquenti, non è cambiato nulla. Trattandoli, gli ex soci della Gea World, come appestati a prescindere. Roba da Buzzurrolandia dopo un golpe.
Lo scenario è il seguente: mettiamo che il presidente degli oncologi (non "un" oncologo qualsiasi, sebbene il valore di una carica prestigiosa e non solo formale - lo so - non vada tradotto in valore assoluto del professionista, ma ci siamo capiti) pubblichi un lavoro scientifico nel quale afferma di avere scoperto un nuovo micidiale tumore dell'intestino. E mettiamo che la comunità scientifica, dopo avere studiato e valutato quel lavoro, giunga alla conclusione che quel micidiale tumore all'intestino sia in realtà poco più di un volgare attacco di cagotto dovuto a una porzione di tiramisù scaduto. Che facciamo, presidente?
Non che mi interessi intraprendere la strada della terapia sedativa degli umori dei pm, magari a cominciare dalla capacità di scindere la propria fede calcistica perennemente alluvionata dalle straripanti acque dei più forti, ma che in Italia esista un problema di serenità anche fra i magistrati credo sia davanti agli occhi di tutti. Non sarà fico parlare di Palamara come lo è parlare di De Magistris, ma al netto delle mode e delle tendenze sarebbe il caso che qualcuno inziasse a farsene carico.
Un pensiero particolare mi sento di rivolgerlo infine a Lupo De Lupis alias Paolo De Paola, direttore di Tuttosport che ai tempi di calciopoli e della Gea assassina faceva il vice direttore del quotidiano color Tenerone. Sul numero in edicola oggi firma un editoriale dal titolo "E ora riparliamone".

Noi non abbiamo mai smesso di farlo e lei lo sa, caro direttore. Anche per questo, da due anni e mezzo e credo ancora per un bel pezzo, dovrebbe vergognarsi.

(!) Leggi il resoconto della giornata di ieri al processo su Ju29ro.com


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martedì 6 gennaio 2009

Vien di notte.


Ve l'ha portato il carbone? O era petrolio?
Ah, già, dimenticavo: questa qui è la versione verde ed ecologica della befana. Come il marito.

Ma... la scopa?

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