domenica 28 dicembre 2008

Comunicazzoni.



14 dicembre 2008. Dopo una serata che per qualche istante era riuscita a cancellare la memoria anche al più rancoroso dei tifosi di serie C, ci aveva subito pensato il noto allenatore bivalente intuizionista (QUI l'intervista che mi ha concesso pochi giorni fa) a riportarmi con i piedi (e le palle) per terra.
Qualche zelante pompiere sempre pronto ad accusare noi rancorosi di essere troppo incendiari aveva subito fatto notare che Ranieri era ironico quando, nel dopo partita, aveva affermato che - ed ecco il motivo del mio brusco risveglio dall'estasi post-devastazione del Milan - "Non nomino lo scudetto per rispetto del Milan e dell'Inter, perché loro stanno in serie A da un sacco di tempo, mentre noi, non dimentichiamolo, siamo risaliti l'anno scorso".
Immediatamente ho pensato di rivolgermi a Giuseppe Gattino (nel filmato qui sopra ripreso durante la discussione della sua tesi di laurea), che dall'autunno del 2006 è direttore della comunicazione della Juventus, ovvero colui che dovrebbe impostare le strategie attraverso le quali comunicare, appunto, e relazionarsi con il mondo esterno. Un mondo segnatamente composto da tifosi.
Fortunatamente gli impegni pre-natalizi non mi hanno consentito di sbrigare la faccenda in fretta come avrei voluto, sicché cinque giorni più tardi (la sera del 19 dicembre scorso), prima di riuscire a scrivere quelle due righe al nostro comunicatore simpatico e solare, ho avuto la sfiga nera di inciampare nel finale della trasmissione "Mi manda Raitre", condotta dal nipote del mitico autore di Abbronzatissima e I Watussi (sedetevi e cliccate QUI per vedere cos'è il vero servizio pubblico).
Presenti in studio vi erano tre personaggi i quali lamentavano di avere partecipato ad un concorso per scrivere il nuovo inno della Juventus, e di essere ancora in attesa della pubblicazione dei loro pezzi su una non meglio precisata compilation, come da accordi contrattuali.
Quando avvenne tutto questo, secondo voi? Ma che domande: nel 2004, ai tempi della Triade, quando sennò? Così, per risolvere la questione, il conduttore della trasmissione (di dichiarata fede milanista) che ha fatto? Si è collegato telefonicamente proprio con lui, Giuseppe Gattino, il quale ha esordito più o meno così:
"A parte il fatto che la vicenda attiene a un passato quasi remoto, noi non ne sapevamo nulla fino a 48 ore fa, cioè al momento in cui ce l'avete segnalata. Vedremo di trovare una soluzione".

Che gli scrivo a fare a questo? Come non detto, avanti così.


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lunedì 22 dicembre 2008

L'Avvocato Prioreschi smonta calciopoli. Scomodo per i media.


Clicca QUI per leggere l'intervista.


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domenica 21 dicembre 2008

Così la piantate.


Un gol di Terrooney (un Lord alla Cassano, in pratica, ma un po' più bravo a fare i rutti dopo una ricarica di birra scura) ha messo fine al noioso refrain di Ponzio Pelato sul Milan campione del mondo, issando il Manchester United di Sir Alex Ferguson in cima al mondo.
Proprio quell' Alex Ferguson che, alcune settimane fa, aveva detto di non avere mai incontrato, durante la sua permanenza sulla panchina dei Diavoli Rossi che dura da soli ventidue anni, una squadra più forte della Juventus di Marcello Lippi. La Juventus tutta truffe e doping, secondo le eruttazioni di certe menti oneste del nostro Bel Paese.
E a proposito di onestà, fa un certo piacere prendersi i tre punti a Bergamo aprendo le marcature con un'azione viziata da un fuorigioco bello tondo di Marchionni emulando gli esauriti in quel di Siena, ieri sera all'85° minuto. Vergognatevi, Onestoni!
Sì, perché quando a rubare sono i ladri, non vedo quale sia il problema, quale sia la novità. Ma se a rubare sono gli Onesti, quelli che "ho perso tante bolte cossì e non mi sono mai lamentato, ma ho lavorato sodo, semmai" (Zanetti dixit), allora non ci siamo proprio. E poi, se permettete, sentire Xavier Zanetti dire che non si è mai lamentato fa lo stesso effetto di una passeggiata sulla neve dopo nove fette di anguria: ben che vada ci si piscia addosso.
La solita menzione a parte la merita Er mister der Testaccio, che in conferenza stampa ha rassicurato tutti sul fatto che oggi la sudditanza psicologica degli arbitri verso le grandi non sia nemmeno paragonabile a quella di un tempo. "Una volta lo dicevo anch'io, ma oggi le grandi non ricevono più vantaggi in serie a scapito delle piccole". Sarà, ma io noto che fra ieri e oggi la Juve e l'Inter hanno vinto beneficiando di due fuorigioco da rotella metrica, e a prenderlo in quel posto sono state Atalanta e Siena. L'unica attenuante per Ranieri è che lui, in effetti, non ha ancora ben capito quali siano le grandi squadre e quali le piccole, quindi lasciamo stare. Non lo fa apposta, almeno lui.
Adesso si va tutti a casa, sperando di non soffocarsi col panettone (noi comuni mortali) o il Cuba Libre (certi sudamericani dell'Inter) prima di riuscire a vedere come sarà l'anno nuovo: se ancora all'insegna del calcio pulito, dei sorrisi ebeti e delle stupidaggini, o se piuttosto segnerà l'inizio di un percorso inverso, orientato a riportare almeno qualche pezzo di verità dove è giusto che stia.
Noi di Ju29ro.com, nel nostro piccolo, ci proveremo di sicuro, come abbiamo sempre fatto. A partire proprio da domani, con l'intervista all'avvocato Prioreschi, che se non fosse schierato dalla parte sbagliata finirebbe per mandare a gambe all'aria tante persone ridicole insieme alle loro follie come nemmeno un terremoto riuscirebbe a fare.

A domani, allora. Onesti compresi.


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giovedì 18 dicembre 2008

Esclusiva Ju29ro.com.



Lunedì 22 dicembre su Ju29ro.com

Clicca QUI per una interessante presentazione/anteprima dell'intervista.

Da non perdere. Fidatevi.


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martedì 16 dicembre 2008

Zaccone l'orsetto patteggione.


Hai un bambino e ti piace rompergli i coglioni? Non resisti al desiderio di vederlo umiliato davanti alla sua classe anche quando non ha fatto nulla di male? Che so: magari i tuoi, di genitori, ti hanno fatto qualche torto quand'eri piccolo e da allora non sai come fare per sentirti vivo?
Per Natale, regala a tuo figlio Zaccone l'orsetto patteggione!
E' così simpatico (e anche un po' solare), col suo ciuffetto di pelo bianco attorno al muso e quello sguardo così vispo e tenerone. Sarà felice di esaudire ogni tuo desiderio di cagacazzo, diventando irresistibile ogni volta che ci sarà da metterglielo là, dove osa solo il Fitoroid.
Il tuo bambino non ha fatto nulla di male? Non prendertela. Zaccone l'orsetto patteggione sarà svelto e patteggioso come un Grizzly nel trovare il modo di sputtanarlo, e sventolando la sua spiritosa zampetta a forma di "4" sistemerà tutto nel migliore dei modi.
Tuo figlio non prende mai un brutto voto e il preside gli rompe il cazzo perché studia la trigonometria con le scarpe slacciate mentre i suoi compagni di classe stuprano la bidella con la pertica della palestra? Non temere: Zaccone l'orsetto patteggione correrà in tuo soccorso, patteggiando per lui sette materie a settembre in cambio della promozione a giugno di tutti gli altri.
Zaccone l'orsetto patteggione. Un gioco etico al servizio dell'Emetico.

Pile non incluse.


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lunedì 15 dicembre 2008

Semplice.


Essendo io un essere monocellulare, faccio ragionamenti semplici. Così ieri sera, al termine della gragnola di fagiolini rovesciata dalla Juve nella porta del Milan, ho cominciato a riflettere.
Dunque, c'erano una volta (mica tanto tempo fa) due squadre di calcio che lottavano ogni anno per il primato, suscitando le ire degli eterni piazzati puzzolenti di petrolio, tanto a Milano quanto a Roma.
Poi, un bel giorno, scoppiò calciopoli e le strade di quelle due squadre si divisero bruscamente. Una, la più forte, venne smantellata in quattro e quattr'otto, i suoi dirigenti cacciati con disonore e la sua dignità ultracentenaria gettata nella spazzatura.
L'altra, la più fotogenica, non venne smantellata per nulla, mantenne i suoi dirigenti al proprio posto e, difendendo la propria dignità con le unghie e con i denti, riprese il cammino esattamente da dove qualcuno aveva tentato di interromperlo.
Nel frattempo la squadra più forte girovagò per i campetti di periferia di tutta l'Italia, per riconquistare il diritto di poter tornare a confrontarsi sia con i fotogenici, sia con gli eterni piazzati di un tempo. Ovviamente, quel diritto la squadra più forte lo riconquistò subito.
E' passato poco più di un anno da quel ritorno, e nei confronti diretti (tre, finora) la squadra fotogenica che nessuno si era sognato di smantellare ha raccolto la miseria di un pallido pareggino, più due scoppole con contorno di sette gol e il rischio concreto di incassarne altrettanti.
Stessa sorte, pensate un po', è toccata ad una delle due eterne piazzate, quella puzzolente di petrolio romanesco.
Ora, tornando al mio ragionamento da protozoo, se nonostante la premessa di cui vi ho detto all'inizio e la presenza di una proprietà di interisti, di una dirigenza di incapaci e di una rosa con diversi impediti, la Juventus è ancora in grado di lanciare schizzi di veleno mortali come quello di ieri sera, a qualcuno non sorge il dubbio che quell'altra Juve, quella che c'era una volta, dovesse proprio essere qualcosa di disumano?
La risposta è semplice: sì, lo era. E lo sanno meglio di tutti quegli altri eterni piazzati, quelli puzzolenti di petrolio milanese.

Anche ieri tirati a riva dal solito tipo strano col nasone e i piedi lunghissimi. Un pezzo, uno soltanto, di quella Juve disumana.



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venerdì 12 dicembre 2008

Tutto il rosa dentro l'urna.


Ancora incerto su cosa regalare ai miei cari per Natale, ho girato in lungo e in largo ma niente: non c'era verso di avere un'idea decente.
Il tempo a disposizione è sempre meno, si lavora anche la domenica. Come faccio? Tra l'altro, pensandoci bene, l'affanno per l'idea che non arriva non è la sola cosa a farmi stare male. Contrariamente al mio trend, che oserei definire svizzero per precisione e regolarità, sono quasi due giorni che non apro il recinto per liberare i corderini che ho in me. Provo, ma nulla.
Poi, la folgorazione: vù vù vù gazzettapuntoìt. Ragazzi, ve lo giuro: non ero mai stato così bene. Neppure i meccanici e i piloti di Maranello durante un pit-stop avrebbero saputo sincronizzarsi meglio (avete presente, no? uno infila il tubo della benzina, l'altro parte, il terzo si rovescia in terra come una lepre impallinata e tutti gli altri corrono via in fila come bersaglieri per recuperare il serpentone imbizzarrito).
Così, in un tutt'uno, mi si apre la pagina rosa, mi cago addosso, leggo il messaggio qui sotto e mi si apre (anche) il cuore.

"LA GAZZETTA IN COFANETTO: regalatevi la storia dello sport.
Un regalo di Natale perfetto per chi ama il calcio, la Ferrari e il Giro d'Italia. Cofanetti unici e irripetibili da conservare per sempre a 14,99 euro".

Minchia, è il mio.

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Marchetta etica.


Nell'intervista che ha rilasciato alla web tv di Repubblica in occasione dell'uscita del suo libro, il dentista mancato Gian Paolo Montali ha raccontato di essere stato chiamato personalmente da John Elkann, nel 2006, per contribuire alla creazione di un progetto.
Già, il progetto. Da quando in Corso Galfer si sono insediati i ridarelli, ogni volta che sento nominare la parola "progetto" mi rimbomba nella testa il nitrito di un cavallo terrorizzato tipo quelli di "Frau Blucher" in Frankenstein Jr.
A Montali il progetto fu presentato come un qualcosa che si sarebbe dovuto basare sull'etica. "Infatti siamo stati la prima società calcistica a scrivere un codice etico", dice. Sì. Quindi?
Così mi metto lì, penso, ripenso, faccio anche un po' di sana autocritica. Magari questa storia di calciopoli mi ha fatto davvero troppo male.
Eticamente mi collego al sito simpatico e solare, per vedere che aria tira in attesa di Juve-Milan di domenica prossima, e cosa vedo? Per mille scoiattoli! Una marchettona cliccabile! (foto)
Va bene l'area riservata ai members, va bene la natura del sito eccessivamente orientata a un target tutto brufoli e cavallo basso. De gustibus. Il tifoso può comprarsi le magliette, le sciarpette, le trombette. Ma le marchette, quelle non si erano mai viste.
Nemmeno due bianconeri di lungo corso come Del Piero e Pessotto avevano visto reclamizzare dalla home page di Juventus.com le loro fatiche letterarie, nonostante fossero uscite a pulizia avvenuta, cioè nel dopo-calciopoli.
E allora subito mi scatta la domanda delle domande: sfruttare il portale web della Juventus per promuovere Scoiattoli e tacchini fa forse parte del progetto? Perché - mi chiedo - un qualsiasi tifoso della Juve dovrebbe comprarsi un libro scritto da un simpatizzante viola, completamente privo di esperienza nel mondo del calcio, che in due anni e mezzo non è stato in grado di lanciare un solo segnale della propria esistenza dall'interno del pensatoio nel quale è stato voluto nientemeno che dal nipote dell'Avvocato?
Insomma: è etico che un novellino senza alcuna passione per la Juventus ne sfrutti il principale mezzo di comunicazione moderna per provare a vendere qualcosa di personale come fosse una casacca di Del Piero o Trezeguet?
A quando, dunque, i prossimi best seller di Alessio Secco ("Dalle due ruote alle rotelle con un'impennata"), Jean-Claude Blanc ("Come conquistare la Champions League al tie-break") e Cobolli Gigli ("Azionista, il Mimo non ci casca: sentenza Fabbri, sempre in tasca")?

Ai tacchini l'ardua sentenza, codice etico permettendo.


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martedì 9 dicembre 2008

Esclusiva Ju29ro.com


I casi sono due: o il sito Ju29ro.com è un'armata invincibile che riesce a fottere tutti sul tempo, ottenendo sempre i pareri della difesa in esclusiva, oppure dei pareri della difesa (e delle arringhe) in merito al processo GEA non ne frega nulla a nessuno, perlomeno fra gli organi di (dis)informazione.
In effetti non abbiamo dubbi sul fatto che a stampa e TV interessi solo che il processo vada a buon fine, cioè con la condanna a morte di Luciano Moggi e, possibilmente, il congruo sputtanamento di qualche suo - almeno secondo l'accusa - scagnozzo dal cognome più o meno celebre (perché le posizioni di quelli col cognome celeberrimo, ovviamente, furono archiviate a dovere già diversi mesi fa).
Ma ci piace anche pensare che alla gente comune non ancora narcotizzata dal tanfo della cacca rosa (che non sono le feci di chi vince il Giro d'Italia, ma piuttosto il valore oggettivo di chi lo organizza), un po' di rintocchi anche dell'altra campana non dispiacerebbe ascoltarli. Così, giusto per illudersi di stare in un paese semi-civile e non nel Burundi d'Europa.

Allora cliccate QUI e fate le vostre riflessioni.

P.S. Quando vi scappa molle molle, anche un paio di fogli del Corriere in aggiunta a quelli rosa possono aiutarvi ad evitare la tremenda sgommata sacro-coccigea. E non fate tanto gli schizzinosi, sapete benissimmo di cosa parlo.


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domenica 7 dicembre 2008

Serie Bino.


28 novembre 2008 - Claudio Ranieri: "Non abbiamo il dovere di vincere lo scudetto. Quello ce l'ha l'Inter".

6 dicembre2008 - Claudio Ranieri: "Per il secondo posto non firmo".

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Intervista esclusiva a Claudio Ranieri su Venti9.

Allora mister, cosa risponde se dico scudetto?
Non scherziamo, siamo saliti in serie A l'anno scorso. Parlare di scudetto sarebbe offensivo per i tifosi.
Quindi la Juve lotta per entrare in Champions League?
Prego? Cos'è lei, cretino? Siamo la Juve, mica l'Empoli. Arrivare secondi sarebbe da sfigati. Vinceremo il tricolor.
Musica per le mie orecchie. Quindi a maggio saranno 30?
A parte che sarebbero 28, calciopoli non è stata mica un'invenzione della stampa. E poi gliel'ho appena detto e lo ripeto: parlare di scudetto non sarebbe serio.
Ok. Quando pensa che la Juventus potrà puntare a riprendere il cammino che in tre mosse la porterà verso la terza stella?
Quali tre mosse, gazzettaro dei miei coglioni! Siamo a 29, bello, e vinti sul campo. La primavera prossima diventiamo capitani!
Capitani?
Tre stelle, non l'hai fatta la naja?
Festeggerete per le strade di Torino sul pullman scoperto come la Juve targata Triade?
Per carità, siamo una società nuova, simpatica e solare. Basso profilo sempre e comunque. Tuttalpiù una fetta di torta insieme alle famiglie e poi via al lavoro. Qui le vittorie durano il tempo di uno sbadiglio. Ma non è il momento di parlarne. Fra qualche anno magari, chissà...
Dove avverrà il taglio della torta?
Quale torta, scemotto? Trenta porchette in piazza Castello. Infilzate con trenta spiedi d'oro. I tifosi in delirio e la squadra a fare un gigantesco falò con un fantoccio di Moratti alto quindici metri. Si mangia fino a strafogarsi, si vomita tutto e si ricomincia daccapo. Come nell'antica Roma, la mia città. Caput Mundi. Una volta saziato l'appetito tutti a puttane, ovviamente ubriachi come asini.
Prendersela con Moratti non sarebbe improprio?
Certo, infatti non accadrà. I rapporti tra la Juve e l'Inter sono ottimi e improntati alla massima signorilità. Un giorno, anche se non così prossimo a venire, vedrete che non mi sto sbagliando. Noto soltanto, e non l'approvo, che per alcuni tifosi esiste una certa rivalità di fondo che forse non passerà così facilmente.
Quindi ritiene che col passare del tempo l'astio verso l'Inter andrà scemando?
L'Inter non esiste. Si chiamano Merdazzurri. E poi mi creda: da qui alla prossima primavera, quando cioè potremo festeggiare la vittoria del campionato, non sarà scemato un bel niente. Anzi.
Coppi o Bartali?
Lauda, perché Ben Johnson mi sta sui coglioni.
Mister si sente bene?
Cosa?
No, dico, si sente bene?
Chi ha acceso lo stereo?
Nessuno.
Infatti si sente di merda.
Capisco. Allora forza Juve.
Non sono qui per fare proclami.
Grazie mister, arrivederci.
Grazie a lei.
No no, grazie a lei.
Non farti più vedere, idiota.


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martedì 2 dicembre 2008

Sorridete, tacchini!


Secondo Gian Paolo Montali "scoiattoli, tacchini (come il titolo del suo nuovo libro) e la Juve sfonderà".
Perché - prosegue - "abbiamo talento e altruismo, le doti di questi animali. Del Piero dà l'esempio. Se dovessi precipitare in Amazzonia, vorrei come me Molinaro, Chiellini e Buffon: sono certo che loro saprebbero portarmi fuori dalle difficoltà".
Ora è tutto chiaro. Le raffiche di nonsense del trio Blanc/Cobolli/Gigli evidentemente lo avevano ingelosito ben oltre le apparenze, e la sua fama di vincente del bagher non gli consentiva di sopportare oltre. Così il tifoso della Fiorentina e consigliere di amministrazione della Juventus Gian Paolo Montali ha calato un doppio asso di briscola che nemmeno Tony Binarelli.
Nella pagina del sito Feltrinelli dedicata al nuovo capolavoro letterario (cit.) del simpatico allenatore di volley prestato al calcio, si legge che Montali, quando voleva forzare il suo presidente a spendere un po' di più per l'acquisto di un giocatore, spesso gli rivolgeva questa frase: "È possibile insegnare a un tacchino a salire in cima a un albero, però per quel lavoro sarebbe meglio assumere uno scoiattolo". Vi lascio quindici minuti per riprendere conoscenza. A dopo.
Bentornati. Dunque, dicevo del bagher. Purtroppo per noi, il passaggio dal bagher al lager è stato rapido e tutt'altro che indolore. Così oggi, dopo due anni e mezzo di presenza nel cda dei "ride bene chi arriva ultimo", scopriamo che Del Piero, secondo il Montali-pensiero, sarebbe un incrocio fra uno scoiattolo e un tacchino.
E addirittura che la squadra di teste di cuoio (oddio, magari non tutte di cuoio) che l'autore vorrebbe al suo fianco se mai precipitasse in Amazzonia, dovrebbe essere composta da Molinaro, Chiellini e Buffon. Riflessioni profonde, non c'è che dire, quasi quanto il bagagliaio di un Sulky.
A parte il fatto che un incidente aereo nel cuore della foresta amazzonica difficilmente lascia superstiti - ma purtroppo noi juventini abbiamo imparato che alla sfiga non c'è limite -, mi immagino la faccia di un indigeno davanti a un Qubo verde ramarro con sopra Molinaro e Buffon. E ora che ci faccio con 'sti due, provo a ragionarci o me li pappo subito? E quell'aborto verde cosa sarà, un rospo ipertrofico di Chernobyl?
Dando per buona la teoria di Cip & Ciop, vorrei chiedere a Montali se ritiene possibile insegnare a un tifoso viola digiuno di calcio a rendersi utile nel cda della Juventus, o se per quel lavoro, potendo scegliere, non sarebbe meglio assumere uno juventino competente; o meglio ancora, volendo strafare, trattenere chi già c'era.
Così come mi piacerebbe sapere dalle altre menti di quello stesso cda della nuova Juventus simpatica e solare quando, e come, la presenza di un personaggio come Montali abbia prodotto, durante questi ultimi lunghissimi ventinove mesi, qualcosa di significativo per la società nella quale lavora; qualcosa che vada al di là delle ramanzine pubbliche contro Alessio Secco per avere sentito Moggi al telefono (a proposito, il codice etico cosa prevedeva in quel caso?) o delle metafore da menu di San Silvestro in Cornovaglia.
Ne avesse parlato quand'era il momento in Corso Galfer, di scoiattoli e tacchini, visto che dal presidente al ds, dall'allenatore fino al capo degli osservatori, è un continuo sbattere capocciate in terra di tacchini che non riescono a salire sull'albero.

Magari oggi staremmo tutti meglio. Ogni domenica al parco ad ammirare gli scoiattoli, e nel cestino della merenda - ma solo lì - tacchini e mostarda.


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lunedì 1 dicembre 2008

Esclusiva Ju29ro.com.

Oggi il Team di Ju29ro.com pubblica un'intervista esclusiva all'avvocato Paco D'Onofrio, docente di diritto sportivo all'Università di Bologna e difensore di Luciano Moggi nei ricorsi sportivi su calciopoli.
Nel filmato qui sotto, alcune interessantissime considerazioni di D'Onofrio durante la sua partecipazione alla trasmissione La Juve è sempre la Juve, in onda suT9, poche settimane fa.







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