mercoledì 8 luglio 2009

Melo, gobbo velo.


Se l'ex brufolosetto Erede per Caso dichiara che l'operazione si farà e dopo nemmeno ventiquattro ore la storia è già archiviata - alla modica cifra di una cinquantina di miliardi di vecchie lire, oltretutto -, il dubbio che nonostante tutto, anche oggi, volere sia potere, sorge spontaneo. E, ripercorrendo con la memoria gli ultimi tre anni, le palle girano ancora di più.
Francamente in questo momento mi importa zero di sapere se e quanto questo cinghialotto carioca saprà essere utile alla Juventus. Ancora più arduo è immaginare se e quanto saprà essere "da" Juve, anche se le premesse della vigilia di Juve-Fiorentina dello scorso gennaio (QUI il promemoria per i più distratti) non promettono nulla di buono.
Per ora mi accontento di sapere che anche lui è un atleta di Cristo, spadellandomi dalle risate al solo pensiero della faccia sua e di Tom Tom Legrottaglie mentre si crivellano a vicenda per penitenza con le pistoline ad acqua (riempite con le ampolle comprate a Lourdes) il giorno che Mauro Camoranesi, scoglionato per l'ennesima panchina, entrerà negli spogliatoi bestemmiando come un maniscalco livornese sotto lo sguardo compiaciuto di Chiellini e quello inopinatamente ebete di Buffon.
Il fatto che poi, dopo mesi di trattative con i Pozzo per D'Agostino, si sia virato in fretta e furia su qualcuno che, tatticamente, con D'Agostino c'entra pure poco, non fa che alimentare una volta di più i dubbi sulla lucidità mentale di questa dirigenza prestata al calcio dalla Dea Buontempona, e forse non solo sulla loro.

L'unica speranza è che, una volta tanto, ci possa assistere la classica botta di "culo del principiante". E non mi riferisco a Lapo presidente.