domenica 28 ottobre 2007

Minorati mentali.


Se dalle intercettazioni di calciopoli emerge in maniera netta quanto fosse necessario difendere il "fortino" (come Moggi definiva la sua Juventus), figurarsi ora che il fortino è diventato una baracca fatiscente e, come guardiani, al posto di tre pit bull ci tocca avere qualche gallina.
Non siamo ancora arrivati a novembre e già il campionato di serie A sembra un ricovero per minorati mentali, per quali e quanti obbrobri abbiamo dovuto ammirare alla voce arbitraggi.
Badi bene, cavallo senza criniera, parlo di minorati mentali per non scendere al livello degli esauriti di Milano che, per anni e anni, hanno inteso i torti subiti dalla loro inconsistente squadretta come il prodotto di complotti e malaffare sottotraccia.
Io sono dell'idea che avere una squadra mediocre (parlo della Juventus) come quella di questa nuova era del sorriso, sia un buon punto di partenza per prestare il fianco a figure come quelle piuttosto modeste fatte fin qui. A questo proposito, tanto di cappello a Del Piero (guai a dimenticarsi la premessa quando si parla di lui), ma il gol sbagliato come un pataccaro da serie D, dopo quello elementare segnato anche grazie alla complicità del portiere partenopeo - due occasioni con le quali un Alex Del Piero normale avrebbe dovuto ghigliottinare il match -, non è stato estraneo alla strada senza sbocco che la serata di Napoli ha infilato poco dopo.
Evito anche il solito refrain del "chissà cosa direbbero se fosse successo l'inverso", perché a forza di ripetere questi concetti, rischiamo di diventare come quei vecchietti malati di alzheimer che parlano come giradischi inceppati. Intanto cosa avrebbero detto, lo abbiamo sentito dopo Roma e Firenze.
Ciò premesso, signor cavallo senza criniera, non mi permetto di darle alcun consiglio, perché non mi interessa, perché certamente non le interessa che io gliene dia e perché comunque non li capirebbe, indaffarato com'è a crogiolarsi nel meritato incarico conferitole nel ristorante del co.co.co. Leonardo Meani.
Semplicemente prenda atto anche lei, come da qualche tempo iniziano inopinatamente a fare anche i più insospettabili cialtroni forcaioli dell'estate 2006, del fatto che la presenza di Tizio o di Caio non era e non sarà mai sufficiente a cambiare le sorti di uno sport dove è la mediocrità di (quasi) tutti i protagonisti a farla da padrona. Tuttalpiù, la presenza di Tizio, di Caio e di una squadra della madonna, erano sufficienti per relegare i mediocri al loro posto, cioè dal secondo in giù. E prenda atto del fatto che, in quanto a penosa mediocrità, neppure lei né i suoi nuovi arbitrucci fate eccezione.

Poveri imbecilli coloro che hanno creduto, anche solo per un istante, che qualcosa sarebbe cambiato.


Nessun commento: