mercoledì 3 ottobre 2007

Ridi che ti passa(porti).


Tutti quanti noi "non normalizzati" ci affanniamo ad attaccare l'informazione nelle sue più svariate forme e rappresentanze, e ci mancherebbe altro che non fosse così. Chi non sopporta Tizio o Caio, chi non vuole sentire nominare quel giornale, quel portale internet, quella trasmissione TV, quella stazione radio e così via.
Io, per esempio, ho un particolare risentimento verso quei giornalisti come Roberto Beccantini, proprio perchè ritengo più accettabile che a partorire scemenze siano Corno e Biscardi che una delle penne storiche di un quotidiano teoricamente prestigioso come La Stampa di Torino. Come diciamo tra pescatori, ognuno se lo mena come vuole. Nel caso dei pennivendoli, però, con l'aggravante dei danni procurati a terzi, il che non è proprio la stessa cosa.
Detto questo, trovo ancora più sgradevole l'assordante silenzio che il Ministro per le attività sportive (nella foto è quella senza baffi, subito dopo avere esagerato con il prosecco) continua a mantenere sulle porcherie post-calciopoli non riguardanti la Juventus.
Va bene raccontare palle sulle vacanze di capodanno, che non importano a nessuno - di noi, perlomeno - ma dov'è finita la sete di giustizia e pulizia morale che le aveva seccato le fauci nel 2006, appena si insediò col nuovo governo?
Come mai non si affretta a trovare un nuovo Guido Rossi con i fari accesi e il cervello spento, pronto a fare luce sulle malefatte dei falsificatori di bilanci e passaporti, degli intercetta-avversari e pedina-arbitri?
Come mai si preoccupa soltanto di applicare al calcio il principio del comunismo reale, come non le riuscirebbe mai in politica, secondo il quale la torta dei diritti TV va divisa in parti uguali tra chi di quella torta compra gli ingredienti, la cucina e la porta in tavola e quelli che se la mangiano a sbafo, senza fare un belino?
Come mai non ha esitato neanche un istante ad imbucarsi sul carro dei campioni del mondo di Lippi per una foto ricordo, per poi darsi alla macchia manco fosse il bandito Giuliano? Non le stanno più a cuore il buon nome dell'Italia e lo spirito olimpico tanto evocato (a sproposito) durante calciopoli? Non sarà mica che le secca l'idea di disturbare gli amici della cumpa, di quel salotto buono della new age che tanto piace al petroliere ecologista di Milano e tutta la sua cricca?
Un po' di coerenza non guasterebbe, anche se capisco che chiedere qualcosa di giusto a chi la giustizia la ritiene un privilegio riservato agli inquilini del proprio condominio, sarebbe come pisciare in un vulcano per raffreddarlo: inutile.
Un giorno l'Avvocato disse di lei: "Mi sembra una segretaria. Ma non la mia, quella di un altro".

Quanto ci manca quell'uomo.

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