mercoledì 31 ottobre 2007

Il lavoro rende liberi. E famosi.


L'inventore del SURVIVALPHONE, scrive sul suo blog (lo ammetto: scemo io che sono andato a vederlo) l'articolo che riporto in corsivo qui di seguito:

ALZATA DI PALLA
di Lapo:
Alcuni mesi fa avevo scritto qui un post molto polemico nei confronti di alcuni sport che avevano perso la dignità, il rispetto delle regole e il sano spirito competitivo. Questo post fece molto discutere dentro il blog di Italia Independent e anche sui giornali sportivi. Dato che a me non piacciono tante chiacchiere, ho provato a trasformare questi miei pensieri in qualcosa di concreto. Passando all’azione.
Ho quindi deciso, insieme a Italia Independent, di “sposare” la causa del volley italiano e in particolare dello Sparkling Milano, la squadra che milita nel massimo campionato maschile italiano.
La pallavolo è uno sport fresco, un vero sport di squadra, non inquinato da giochi di potere, dove la sana e leale competizione sportiva è ancora un valore da difendere.
Inoltre il team della Sparkling è formato da persone positive, piene di entusiasmo e con tanta voglia di crescere.
Per me (che ricoprirò il ruolo di presidente della Sparkling Milano) e per Italia Independent (sponsor della squadra) questo è un investimento di lungo periodo. Il nostro obiettivo è quello di fare un buon lavoro onde dare una spinta in avanti a questo sport. Non dimentichiamoci che il volley è uno sport di base ed è quello più praticato da ragazzi e ragazze nelle scuole.
Per cercare di dare un piccolo segnale, abbiamo redatto un “Contratto Etico” che ha l’obiettivo di sostenere attività in ambito sociale: perciò i giocatori della Sparkling hanno sottoscritto un accordo che li vede direttamente impegnati - due ore al mese - in progetti sociali in favore di disabili, anziani e minori a rischio. Spero che tutti voi ci sosterrete in questa avventura.

A questo punto allento un pochino il freno a mano dell'inibizione, e anche del buon gusto se volete, perché ci sono momenti come questo nei quali anche la vena demenzial-casinara che quasi sempre mi attraversa, si interrompe bruscamente.
In effetti, dopo l'ingresso nel cda della Juventus di un ex allenatore della nazionale di volley e tifoso viola (Gian Paolo Montali), mancava l'anello che completasse questa virtuale catena dello sciacquone.
Entrambi utili alla causa bianconera nella stessa identica misura (cioè zero), almeno uno dei due ha trovato finalmente una ragione esistenziale che vada un po' più in là della frequentazione di transessuali inguardabili e ruscelletti di bamba (formula chimica: C17H21NO4, per i più eruditi).
Come dice tua nonna, caro Lapo, in merito alla querelle scatenata da tua mamma sull'eredità di tuo nonno, la fama non è qualcosa che si eredita.
La fama è, al contrario - sempre secondo tua nonna - qualcosa che ci si guadagna giorno dopo giorno, lavorando. Come fece tuo nonno, aggiunge sempre tua nonna.
Dunque, aggiungo io che di nonni non ne ho più, prenditi il tempo necessario per tatuarti sull'avambraccio lo stemma della Sparkling Volley (possibilmente non fartelo con il saldatore, come a prima vista sembrerebbe fatto quello della Juventus sull'altro avambraccio), poi fatti forza e comincia anche tu a darti da fare per conquistarti un briciolo di diritto alla fama: vai a lavorare.

Hai finalmente sciolto i pochi dubbi rimasti: per quanto riguarda gli interessi di quei famosi 14 milioni di tifosi, non hai più niente da dire. E tantomeno da fare.

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