giovedì 6 marzo 2008

L'alfabeto dell'Onesto.


Luca Ubaldeschi per
La Stampa intervista Massimo Moratti.

L'alfabeto del centenario:


ANGELO MORATTI
«Anni spettacolosi quelli della presidenza di mio padre, il periodo in assoluto migliore per l’Inter, con risultati frutto di grande organizzazione, intelligenza e umanità».

BERLUSCONI
«Un avversario che mi sono trovato e non mi sono scelto, molto forte e molto scomodo per il grande potenziale che può esprimere, quindi il raffronto non è stato sempre facile. Col Milan ci sono rapporti di coesistenza, si cerca di fare in modo che siano civili perché sarebbe troppo faticoso litigare tutti i giorni».

CRISI
«Per curare la crisi del calcio servirebbero prima di tutto stadi nuovi. Ma essendo una medicina molto cara la terapia è tutt’altro che facile».

DERBY
«Quello d’Italia più che quello di Milano. Il nostro primo avversario è la Juventus. Il Milan può vincere quello che vuole, ma la sfida è con la Juve e lo stesso vale per loro. E’ questione di storia e tradizioni. Ammiro molto come società e giocatori si sono rimessi in gioco dopo quel periodo difficilissimo».

ERRORI
«Rimpiango un cambiamento eccessivo di allenatori che non ha dato continuità alla squadra nel momento in cui ne aveva bisogno».

FIGLI
«Mi sono vicini in questa avventura. Con la giusta esperienza so che potrebbero fare meglio di me, ma non gli auguro di sedersi su questa poltrona. Troppo pesante, coinvolgente, costoso».

GOL
«Scelgo quello di Djorkaeff in rovesciata contro la Roma, grandissimo. Poi Facchetti nella semifinale di Coppa Campioni contro il Liverpool, splendida sintesi di un grande gioco di squadra. Infine Rumenigge, Coppa Uefa contro i Rangers, una rovesciata fuori dal normale» (ma annullata dall’arbitro, ndr).

HELENIO HERRERA
«Un simbolo, un professionista instancabile che senza i mezzi di oggi conosceva tutti i giocatori in giro per il mondo. Unico, anche per le antipatie che suscitava. Oggi nessuno è come lui, ho visto qualche atteggiamento simile soltanto in Mourinho. Al di là dei nomi, il rapporto proprietario-allenatore deve essere di fiducia massima, perché sono i due che rischiano di più».

IBRAHIMOVIC
«Mi dà allegria, sia per il viso, sia per l’atteggiamento. Un grande professionista e poi in lui c’è quel tanto di follia che fa sognare il pubblico».

LIVERPOOL
«Non parlatemi di esame di maturità. Ogni anno abbiamo questo cavolo di esame... Non so se siamo maturi. So che a Liverpool ci è toccata una partita storta che ci costringe ora a una sfida veramente difficile. Ovvio che la Champions è importante, ma se vinciamo il campionato un’eventuale eliminazione non può certo essere la discriminante per giudicare negativa la stagione».

MOGGI
«No comment, parla già abbastanza lui. Il periodo di Moggi suscita in me rabbia e preferisco tacere».

NOME
«Per l’Inter del futuro dico Balotelli. Non ci sono se e ma: mezzi fisici, classe, carattere, ha tutto per essere protagonista. Quello che invece sarebbe più utile all’Inter è Gerrard. Il centrocampista del Liverpool è solido, continuo, ha la faccia da primo della classe. Ma non credo ci sia la possibilità di acquistarlo».

OCCASIONI
«Eric Cantona è stata la prima e più sofferta occasione perduta. Stavo per prenderlo, era al Manchester United, venne squalificato per il calcio al tifoso e si sentì in obbligo di restare in Inghilterra a scontare la sospensione. Era fantastico. Con lui e Ince avremmo avuto una squadra subito molto competitiva, certo se ci avessero lasciato vincere qualcosa».

PEPPINO PRISCO
«Il nostro storico vice presidente è nell’anima di qualsiasi interista anche grazie alla grandissima simpatia che lo aveva reso ben voluto pure dagli avversari. Una di quelle persone per cui nasce la nostalgia».

QUALITA’
«Che cosa serve prima di tutto per fare il presidente (soldi a parte, ndr)? Tanta pazienza. Ma non c’è dubbio che sia una palestra di vita fantastica, impari a non essere troppo sicuro di te perché sei costantemente in discussione. Non c’è un altro mestiere al mondo in cui, pur a fronte di sforzi enormi, la possibilità di raggiungere gli obiettivi è tanto indefinita».

RONALDO
«Mi spiace per l’infortunio, è stato il più grande dell’era post-Maradona per unanime giudizio di coloro che hanno giocato con lui. Mi venne a parlare quando era al Psv Eindhoven, lo comprai dal Barcellona nonostante qualcuno la considerasse una follia. Non era così, infatti fu rivenduto al doppio. No, non lo immagino più legato all’Inter come dirigente o testimonial, ha fatto scelte che lo impediscono, come andare al Milan».

SCONFITTA
«E’ qualcosa che il calcio ti aiuta ad accettare, perché ti mette nella condizione di non farti sentire intoccabile. La più dura? Quella del 5 maggio 2002, il ko con la Lazio che ci costò il titolo. Buttammo via noi la partita, non si discute. Parlando di campionati falsati non mi sono certo riferito a quel giorno: la gara era regolare, tutto il resto no».

TIFOSI
«Alcune frange sono un problema, non soltanto per l’Inter, ma i tifosi sono la ragione per cui uno fa il presidente di calcio. Lo fai per realizzare un sogno che è tuo e di quelli che condividono con te un sentimento irrazionale che va difeso nella maniera più assoluta».

UNDICI
«Difficile scegliere la mia formazione ideale, ma se mi concede qualche riserva, ecco: Zenga (Julio Cesar); Zanetti, Picchi, Materazzi (Guarneri), Facchetti; Ince (una debolezza me la permetto), Mazzola, Corso, Suarez; Figo, Ibrahimovic. Ronaldo? No, ha girato troppe squadre».

VITTORIA
«La più importante è quella di Vienna 1964. Un trionfo speciale, non tanto perché era la Coppa dei Campioni, quanto perché l’Inter di mio padre battè quella che tutti consideravano la più forte squadra al mondo, il Real Madrid, e per la simpatia che la squadra suscitò in Europa».

ZANETTI
«Il mio primo acquisto. Un atleta inossidabile, che non demorde mai, che ha mantenuto intatta l’umiltà degli inizi. E’ ciò che lo rende un esempio per tutti i giocatori, come deve essere un vero capitano».

Una libera interpretazione del Trillo, per tutte le vedove di "quella banda di truffatori".

L'(an)alfabeto dell'Onestà:

ANGELO MORATTI
Il periodo migliore per l'Inter. Non si parlava di sudditanza, di doping, era tutto così bello e pulito. E poi, che spettacolo in campo, non sapevamo cosa fosse il catenaccio.

BERLUSCONI

CRISI
Non so cosa significhi questa parola. Da quando il calcio è diventato una cosa seria e pulita e onesta e leale, nel nostro spogliatoio regnano l'amore e la fratellanza. E anche nel calcio in generale.

DERBY
E' quello d'Italia che conta. Il Milan può vincere quello che vuole, intanto prima o poi salteranno fuori anche le intercettazioni su di loro e ci prenderemo un paio di Champion's League a tavolino, come già successo per gli scudetti di cartone espropriati alla Juventus (e confezionati con maestria dai neo-laureati del Corso di Scienze e Tecnologie del packaging dell'Università di Parma, Corso fortemente voluto dall'attuale designatore arbitrale Cesare Gussoni).

ERRORI
Cosa vorresti insinuare, bastardo? Occhio, Auricchio ti ascolta, e non parlo del provolone. Gli errori - adesso, e solo adesso - sono errori e basta. Sono stato chiaro? Ci tieni alla tua carriera? E alla tua salute? Ok, passiamo oltre allora.

FIGLI
Di puttana, tutti quanti. A cominciare da Moggi e Giraudo per finire con tutti quelli che mi hanno impedito di dominare l'Italia, l'Europa e il Mondo, come avrei potuto fare già molto tempo fa. Se solo il mio amico di Milano con la moglie abbronzata (anche d'inverno e anche al chiuso) avesse occupato Telecom con qualche anno di anticipo. E se solo quell'altro mio amico fraterno di Bologna avesse occupato un po' prima le poltrone che occupa oggi, magari "correggendo" il caffè ai due fratelli di Torino senza aspettare che fossero i soliti malanni terminali a terminarli (e scusi il bisticcio. Anzi no: io non devo chiedere scusa a nessuno, semmai sono gli altri a doverlo fare con me).

GOL
Chi ha fatto gol? La Juve? Era fuorigioco, l'hanno visto anche i cani. Ladri! Truffatori! Vaffanculo, ladri!

HELENIO HERRERA
Un grandissimo tecnico. Secondo solo a Roberto Mancini. E se glielo dico io, che di allenatori non ne ho quasi mai cambiati, si può fidare.

IBRAHIMOVIC
E' la dimostrazione di cosa significhi, per noi, avere uno staff professionalmente all'avanguardia nello scovare campioni e strapparli alla concorrenza, pagandoli anche relativamente poco. E c'è ancora chi dice che per fare il mercato ci vorrebbe Moggi. Ladri!

LIVERPOOL
Se anche ci eliminerà, comunque noi vinceremo lo scudetto e quindi sarà un'altra stagione trionfale, in un campionato tra i più difficili e combattuti dell'intera storia della serie A. E poi scusi: chi ha mai parlato di vincere la Champion's League, quest'anno?

MOGGI
No comment. Il solo sentirlo nominare mi rivolta lo stomaco. Infatti lo volevo all'Inter qualche anno fa, ma lui decise di non accettare la mia proposta. Col senno di poi, gli sarà bastata la lezione? Ladri!

NOME
Massimo.

OCCASIONI
Quelle che perdo ogni giorno per stare zitto. La mia risposta a questa domanda nell'intervista di Luca Ubaldeschi, ne è l'ennesima conferma.

PEPPINO PRISCO
Le cito solo una sua frase del 13 giugno 2001: "L'Inter non ha mai falsificato alcun documento per il passaporto di Recoba, che andava assolto con formula piena per non aver commesso il fatto". Mi commuovo ancora oggi solo a parlarne, povero diavolo. Una vittima, come tutti noi Onesti, di quella banda di truffatori. Ladri!

QUALITA'
Cos'è?

RONALDO
Mi dispiace per l'infortunio, avrei voluto essere io a stroncargli la carriera, magari investendolo con il SUV di Marco Branca. Pazienza, ho saputo superare di peggio nella mia vita.

SCONFITTA
Legga con attenzione la mia risposta a questa domanda nell'intervista di Luca Ubaldeschi: avrà un'idea precisa di come ha ragionato la demenziale Caf per emettere le sentenze di calciopoli. E se quelle sentenze sono demenziali, tragga le sue conclusioni su di me. E' la famosa "proprietà transitiva".

TIFOSI
Farei qualsiasi cosa per loro. Credo di averlo dimostrato chiedendo (ed ottenendo) la libera circolazione di scooter e motorini nella curva nord del Meazza.

UNDICI
Legga ancora la mia risposta a Luca Ubaldeschi: dopo tredici anni di presidenza, centoventi allenatori e ottomila giocatori acquistati e un milione di miliardi spesi, sette undicesimi della mia formazione ideale fanno parte delle squadre del passato, cioè di quando io mi occupavo (a tempo pieno) solo di far girare i coglioni a mio fratello in azienda. E poi qualcuno ha il coraggio di dire che non c'erano truffatori in giro, in questi ultimi tredici anni. Che non eravamo i più forti. Dovrebbero vergognarsi, ladri!

VITTORIA
E che cos'è?

ZANETTI
L'ha detto anche lui, che è il nostro capitano: vinciamo senza rubare. Ladri!

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande!
e- al solito- giù il cappello.
gente come te ed il mago mi ha impedito -negli ultimi 2 anni- di dedicarmi solo all'hockey ghiaccio.
saluti

Trillo ha detto...

Quindi possiedi delle mazze da hockey?
Non buttarle, potrebbero tornarti utili un giorno o l'altro. :-))

Anonimo ha detto...

La differenza tra intervista-zerbino ed fantaintervista-reale!
Che coincidenze propone la vita. L'Inter festeggia i suoi primi 100 anni, Meucci i suoi 200 dalla nascita. Il telefono la fortuna del massimino. Il "brevetto di cartone" sfilatogli da Bell per l'emigrante toscano, salito agli onori solo dopo la dipartita. Le verità prima o poi escono fuori. Speriamo che la storia vendichi meucci con moratti.
Un saluto

Fabbro ha detto...

Grande Trillo , mi sono Afefato dalle risate...... scusa.... Sbagasciato dalle risate.

Trillo ha detto...

Afefato è troppo superiore alla media. Mi sa che mi tocca rivendermela prima o poi.

Enrico Ballostro ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

GRANDE!

Anonimo ha detto...

che squadrone l'undici del secolo...la nostra quinta squadra di tutti i tempi gli è superiore 100 volte..si è simenticato di bergomi e matthaus poi..