"Lo facevo scemo, ma non così scemo. E dire che lo facevo già parecchio scemo".
Questa freddura straordinaria l'ho letta l'altro giorno tra le pagine di un sito internet, del quale non ricordo nemmeno più il nome. Perché la cito proprio oggi, in questo post? Mah, così: diciamo che mi è venuta in mente per associazione di idee.
Il contributo settimanale di diamanti verbali all'inesauribile miniera dell'universo juventino è giunto venerdì scorso, direttamente dai neuroni catalani di Gianluca Zambrotta. Per onestà intellettuale, tuttavia, bisogna riconoscergli il merito di aver tenuto a battesimo una nuova categoria di ex: l'ex contro tutti.
Né nostalgico della vecchia Juventus, né fiero della nuova, l'innovativo Gianluca ha detto di essersi sentito tradito sia dai dirigenti di prima, sia da quelli di adesso. Una confessione al limite del dramma umano, simile a quella di un cornuto a oltranza (tradito da tutti, appunto) capace di surclassare anche i cuménda con la moglie bbòna dei film con Edwige Fenech e Renzo Montagnani.
Sinceramente mi sfuggono le ragioni che hanno portato l'ex ala destra del Bari a fare quelle affermazioni e, a parte lo sfuggirmi, mi lasciano molte perplessità. Molta incertezza.
Le uniche certezze che ho, invece, sull'esperienza di Gianluca Zambrotta alla Juventus, sono le seguenti:
1. Che alla fine del 2005, ben prima dello scoppio di calciopoli, le voci di un suo passaggio al Milan divennero molto insistenti, agevolate (anche) dalle sue dichiarazioni di gradimento per un eventuale trasferimento in rossonero.
2. Che quando arrivò alla Juventus dal Bari, proprio nel periodo in cui la faccia e lo sponsor erano quelli nella foto in alto, nei primi due anni passò dalla panchina al campo giocandosi talvolta il posto con Bachini, mica con Garrincha. Per una promettente ala destra, non certo il massimo della vita.
3. Proprio in virtù di quella condizione di semi-panchinaro (che con l'arrivo di Camoranesi sarebbe con ogni probabilità diventata senza semi-, come le clementine), l'intuizione di Marcello Lippi di trasformarlo in terzino sinistro gli fruttò tre scudetti in quattro anni e un titolo di campione del mondo con la nazionale.
Poi venne la madre di tutte le farse, e quando ancora non si sapeva se si sarebbe mangiato l'antipasto oppure no, lui aveva già tracannato il caffè, l'ammazza-caffè e si era messo a correre verso Barcellona.
Tra l'altro, il Gianluchino, non solo si è sentito tradito da tutti ma, seppure tra le righe del suo discorso, par di capire che dovremmo pure ringraziarlo perché, con la sua cessione e con quella dei suoi ex-compagni, la Juventus ha potuto ripianare un bel po' di debiti.
Più che dei debiti, ha ripianato delle perdite, tantissime. Le perdite che si sono generate accettando di finire in serie B, consentendo così allo sponsor principale (per esempio) di rescindere il contratto più ricco che un club italiano avesse mai strappato ad un partner commerciale. Più tutto il resto che sappiamo.
Chissà se si è solo incasinato con i termini, o se anche lui - come l'emetico e certi suoi amichetti colorati di rosa - sapeva già come sarebbe andata a finire, prima ancora di bersi quel caffè.
Questa freddura straordinaria l'ho letta l'altro giorno tra le pagine di un sito internet, del quale non ricordo nemmeno più il nome. Perché la cito proprio oggi, in questo post? Mah, così: diciamo che mi è venuta in mente per associazione di idee.
Il contributo settimanale di diamanti verbali all'inesauribile miniera dell'universo juventino è giunto venerdì scorso, direttamente dai neuroni catalani di Gianluca Zambrotta. Per onestà intellettuale, tuttavia, bisogna riconoscergli il merito di aver tenuto a battesimo una nuova categoria di ex: l'ex contro tutti.
Né nostalgico della vecchia Juventus, né fiero della nuova, l'innovativo Gianluca ha detto di essersi sentito tradito sia dai dirigenti di prima, sia da quelli di adesso. Una confessione al limite del dramma umano, simile a quella di un cornuto a oltranza (tradito da tutti, appunto) capace di surclassare anche i cuménda con la moglie bbòna dei film con Edwige Fenech e Renzo Montagnani.
Sinceramente mi sfuggono le ragioni che hanno portato l'ex ala destra del Bari a fare quelle affermazioni e, a parte lo sfuggirmi, mi lasciano molte perplessità. Molta incertezza.
Le uniche certezze che ho, invece, sull'esperienza di Gianluca Zambrotta alla Juventus, sono le seguenti:
1. Che alla fine del 2005, ben prima dello scoppio di calciopoli, le voci di un suo passaggio al Milan divennero molto insistenti, agevolate (anche) dalle sue dichiarazioni di gradimento per un eventuale trasferimento in rossonero.
2. Che quando arrivò alla Juventus dal Bari, proprio nel periodo in cui la faccia e lo sponsor erano quelli nella foto in alto, nei primi due anni passò dalla panchina al campo giocandosi talvolta il posto con Bachini, mica con Garrincha. Per una promettente ala destra, non certo il massimo della vita.
3. Proprio in virtù di quella condizione di semi-panchinaro (che con l'arrivo di Camoranesi sarebbe con ogni probabilità diventata senza semi-, come le clementine), l'intuizione di Marcello Lippi di trasformarlo in terzino sinistro gli fruttò tre scudetti in quattro anni e un titolo di campione del mondo con la nazionale.
Poi venne la madre di tutte le farse, e quando ancora non si sapeva se si sarebbe mangiato l'antipasto oppure no, lui aveva già tracannato il caffè, l'ammazza-caffè e si era messo a correre verso Barcellona.
Tra l'altro, il Gianluchino, non solo si è sentito tradito da tutti ma, seppure tra le righe del suo discorso, par di capire che dovremmo pure ringraziarlo perché, con la sua cessione e con quella dei suoi ex-compagni, la Juventus ha potuto ripianare un bel po' di debiti.
Più che dei debiti, ha ripianato delle perdite, tantissime. Le perdite che si sono generate accettando di finire in serie B, consentendo così allo sponsor principale (per esempio) di rescindere il contratto più ricco che un club italiano avesse mai strappato ad un partner commerciale. Più tutto il resto che sappiamo.
Chissà se si è solo incasinato con i termini, o se anche lui - come l'emetico e certi suoi amichetti colorati di rosa - sapeva già come sarebbe andata a finire, prima ancora di bersi quel caffè.
4 commenti:
questi saranno anche dei grandi giocatori(mi rifeschi anche ai vari cannavaro emmerson ecc ecc.)ma sicuramente uomini solo sulla carta d'identità... i cosidetti attributi(coglioni) li hanno dimenticati nella culla....
questi saranno anche dei grandi giocatori(mi rifeschi anche ai vari cannavaro emmerson ecc ecc.)ma sicuramente uomini solo sulla carta d'identità... i cosidetti attributi(coglioni) li hanno dimenticati nella culla....
rifeschi=riferisco non so come mi sia uscito
lasciami stare lo zambrottone nazionale!!
é vero pero' che nn ha un'espressione molto intelligente in quella figurina panini, n'est pas?
va beh, intanto andiamo avanti coi molinaro e gli zebina.
cazzo!
Morig67
Posta un commento