Ho scritto l'altro ieri che il nostro motto di juventini veri dediti allo studio di calciopoli è - e rimarrà sempre - "Noi non dimenticheremo mai".
Alla luce delle intercettazioni riguardanti alcuni tesserati dell'Inter, quando ancora non è chiaro se e quanto grave possa essere il loro contenuto, mi preme sottolineare alcune cose.
Io non dimenticherò mai nemmeno, per esempio, il filmato di Fabio Cannavaro attaccato alla flebo prima della finale Uefa disputata con il Parma nel 1999, cioè ben sei anni prima della sua messa in onda su Raidue nel 2005, proprio alla vigilia di un Milan-Juventus decisivo per lo scudetto.
Se questi due anni di inferno vissuti da tifoso mi hanno fatto riflettere sul significato dell'essere o no garantisti, è forse giunto il momento di applicare nei fatti, oltre che nelle parole, quei concetti troppo spesso ignorati da troppi.
Considerando il fatto che, allo stato attuale, non risulterebbe alcun comportamento penalmente rilevante nelle vicende al vaglio delle forze dell'ordine (anche se non sta ai carabinieri che hanno raccolto le intercettazioni telefoniche stabilire questo, ma al magistrato che le riceve per valutarle), trovo doveroso condannare questa ennesima forma di gogna mediatica da parte degli organi di informazione, molto simile a quella che due anni fa precedette la successiva e incontenibile tempesta di fango ai danni della Juventus e dei suoi dirigenti.
L'unico appunto che sento di dover muovere al mondo nerazzurro, dopo anni di proclami e accuse, rivolte a tutti dall'alto di una presunta diversità morale e di una altrettanto presunta onestà congenita, è quello fin troppo facile di invitarli a ritornare velocemente con i piedi per terra, e riporre senza indugi i loro celebri anatemi integralisti, spesso rivolti agli avversari a strisce ma non solo, nel ripostiglio delle cose inutili.
Al di là delle considerazioni di carattere generale, credo che suggerire ad un latitante il modo per sfuggire all'arresto, indicandogli il luogo più adatto dove attendere l'arrivo dell'indulto decretato dal Parlamento (come sembrerebbe aver fatto Mancini dalle intercettazioni apparse sulla stampa), rappresenti qualcosa di piuttosto imbarazzante. Se così fosse, si chiamerebbe favoreggiamento, che non è proprio come rinchiudere un arbitro (senza avercelo mai rinchiuso, per di più) dentro a uno spogliatoio.
Rimane da vedere se in quelle circa duemila intercettazioni inviate al magistrato da parte dei Ros, risiederanno parole solo buone per far folclore, oppure fatti in grado di ridisegnare la mappa dei valori, arbitrariamente costituiti da migliaia di moralisti del calibro di Monica Vanali o Gian Felice Facchetti.
Detto ciò, mantengo la convinzione che non fosse il caso di sollevare un simile vespaio a pochi giorni dalla fine del campionato, anche se nemmeno sotto questo aspetto resistere alla tentazione di godere sguaiatamente, dopo quanto avvenne con l'inaugurazione di calciopoli a pochi giorni dalla penultima giornata del campionato 2005-2006, è un esercizio che richiede un certo sforzo.
Vedremo. Che gli investigatori e i giudici, tutti i giudici, facciano il loro dovere, possibilmente senza intralci o condizionamenti.
E che le vittime di sempre provino a mettere in conto l'ipotesi di dover guardare il mondo con occhi diversi.
Alla luce delle intercettazioni riguardanti alcuni tesserati dell'Inter, quando ancora non è chiaro se e quanto grave possa essere il loro contenuto, mi preme sottolineare alcune cose.
Io non dimenticherò mai nemmeno, per esempio, il filmato di Fabio Cannavaro attaccato alla flebo prima della finale Uefa disputata con il Parma nel 1999, cioè ben sei anni prima della sua messa in onda su Raidue nel 2005, proprio alla vigilia di un Milan-Juventus decisivo per lo scudetto.
Se questi due anni di inferno vissuti da tifoso mi hanno fatto riflettere sul significato dell'essere o no garantisti, è forse giunto il momento di applicare nei fatti, oltre che nelle parole, quei concetti troppo spesso ignorati da troppi.
Considerando il fatto che, allo stato attuale, non risulterebbe alcun comportamento penalmente rilevante nelle vicende al vaglio delle forze dell'ordine (anche se non sta ai carabinieri che hanno raccolto le intercettazioni telefoniche stabilire questo, ma al magistrato che le riceve per valutarle), trovo doveroso condannare questa ennesima forma di gogna mediatica da parte degli organi di informazione, molto simile a quella che due anni fa precedette la successiva e incontenibile tempesta di fango ai danni della Juventus e dei suoi dirigenti.
L'unico appunto che sento di dover muovere al mondo nerazzurro, dopo anni di proclami e accuse, rivolte a tutti dall'alto di una presunta diversità morale e di una altrettanto presunta onestà congenita, è quello fin troppo facile di invitarli a ritornare velocemente con i piedi per terra, e riporre senza indugi i loro celebri anatemi integralisti, spesso rivolti agli avversari a strisce ma non solo, nel ripostiglio delle cose inutili.
Al di là delle considerazioni di carattere generale, credo che suggerire ad un latitante il modo per sfuggire all'arresto, indicandogli il luogo più adatto dove attendere l'arrivo dell'indulto decretato dal Parlamento (come sembrerebbe aver fatto Mancini dalle intercettazioni apparse sulla stampa), rappresenti qualcosa di piuttosto imbarazzante. Se così fosse, si chiamerebbe favoreggiamento, che non è proprio come rinchiudere un arbitro (senza avercelo mai rinchiuso, per di più) dentro a uno spogliatoio.
Rimane da vedere se in quelle circa duemila intercettazioni inviate al magistrato da parte dei Ros, risiederanno parole solo buone per far folclore, oppure fatti in grado di ridisegnare la mappa dei valori, arbitrariamente costituiti da migliaia di moralisti del calibro di Monica Vanali o Gian Felice Facchetti.
Detto ciò, mantengo la convinzione che non fosse il caso di sollevare un simile vespaio a pochi giorni dalla fine del campionato, anche se nemmeno sotto questo aspetto resistere alla tentazione di godere sguaiatamente, dopo quanto avvenne con l'inaugurazione di calciopoli a pochi giorni dalla penultima giornata del campionato 2005-2006, è un esercizio che richiede un certo sforzo.
Vedremo. Che gli investigatori e i giudici, tutti i giudici, facciano il loro dovere, possibilmente senza intralci o condizionamenti.
E che le vittime di sempre provino a mettere in conto l'ipotesi di dover guardare il mondo con occhi diversi.
4 commenti:
questa è la giustizia italiana...ci lavoro da 6 anni dentro, ogni giorno, e ti assicuro che di porcherie simili ne succedono a tutti i livelli (specie a quelli più bassi quando gli indagati hanno poche possibilità di far valere le garanzie riconosciue dal nostro ordinamento)...la violazione del segreto istruttorio è un reato gravissimo che chissà come mai i pubblici menestrelli si dimenticano spesso di perseguire (specialmente se il proprio nome e la propria faccia sono sulla bocca di tutti, gazzette e mediaset compresi).
anche se ho letto che il pm inquirente in questo caso ha espresso la volontà di colpire chi ha permesso la fuga di notizie. non farebbe nulla di eccezionale, semplicemnete il suo lavoro.
Caro Trillo, non sono sicuro che il suggerimento dato dal tronista con il ciuffo di appiano al latitante configuri un'ipotesi di favoreggiamento (a meno che il tronista non gli abbia anche facilitato la latitanza).
Quel che è certo è che non mi sarei mai aspettato un simile riprovevole suggerimento dal tronista più onesto (e vincente) che ci sia.
Che gli investigatori e i giudici, tutti i giudici, facciano il loro dovere, possibilmente senza intralci o condizionamenti.
trillo senza offesa...
ma credi ancora a babbo natale?
Col cazzo. Sai quanto mi è costato il Maggiolino elettrico per Samuele?
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