Solo l'altro ieri avevo scritto di lasciarmi gustare la vittoria tonda tonda contro la Sampdoria, e manco avessi un gatto nero nelle mutande eccoci serviti.
Anche il Napoli, grazie alla nuova Juventus di questa meravigliosa seconda metà degli anni zero, aggiorna le statistiche, quelle statistiche che alla voce "vittorie a Torino contro la Juventus" erano inchiodate sullo zero come il coperchio di una bara dal lontano 1988. Ventuno anni fa.
Al di là delle considerazioni di carattere tecnico, che rimangono cruciali in questa Juve misto mare, ciò che smonta le speranze è la totale mancanza di personalità messa a nudo ieri sera dal triplice sganassone firmato dal doppio Hamsik più Datolo (e noi, presolo).
Una volta , per tutti, era la Signora; secondo Roberto Beccantini, per esempio, oggi è solo Signorina. A me invece ricorda, indipendentemente dall'età, una povera zombie depressa in grave crisi di identità; perché la vera ricchezza dilapidata dalla Juventus in così poco tempo, dopo aver passato un secolo ad accumularla, è l'anima (così almeno, con la citazione degli zombie, rendiamo pure omaggio a questo cazzo di Halloween - che non si capisce cosa c'entri con noi italiani - e ai bei cappellacci neri da strega distribuiti allo stadio prima della partita).
Due giorni dopo avere inflitto un 5-1 alla seconda in classifica, affronti a Torino una squadra che - sempre due giorni fa - contro il Milan aveva rimontato da 0-2 a 2-2 nel tempo di recupero; inizi la ripresa e sei 2-0; non esiste che un'opzione: vincere. E infatti, perdi. Neve al sole, che mica per caso la cantava un napoletano.
Se pensavo che Ferrara avrebbe aggiunto qualcosa al poco di Ranieri, e lo pensavo, quel qualcosa non era certo riferito ai 4-3-1-2, ai 4-4-2, agli alberi di Natale o alle aiuole di Quagliarella. Ero quasi certo, semmai, che sarebbe stato in grado di (ri)trasmettere le note giuste sulle frequenze giuste per raggiungere le antenne dei giocatori, di ripristinare quella dose di orgoglio smarrito dopo il cambio di sesso imposto da Calciopoli. Come non detto. Sulla parte puramente tattica, invece, sarà anche vero che l'inesperienza aiuti Ciruzzo a non saper leggere le partite, ma qui siamo all'analfabetismo più spinto.
E ora, con la tensione che sale, le gambe che tremano e certi cervelli che craccano, vedremo chi sarà a prendersi la briga di ricucire i primi strappi nel gruppo fra il d.s. per caso Alessio Secco, il presidente Jean-Claude Blanc, l'amministratore delegato Jean-Claude Blanc e il direttore generale Jean-Claude Blanc. Vedremo, per esempio, se e chi multerà Igno per il rosso diretto rimediato a fine gara, o chi proverà a dare una spruzzatina di Svitol al cervello di Buffon che, oltre a dimostrare di non aver capito niente, dà pure il buon esempio e lo dichiara: "Dopo il 2-0 abbiamo creduto di avere la partita in pugno, è normale in questi momenti avere dei cali". A proposito di pensare da Juve.
Un'ultima considerazione, non so se da rivolgere al responsabile del marketing Fassone o a chi altri si occupi della gestione dei biglietti. La trasferta di ieri a Torino era stata proibita ai tifosi partenopei per motivi di sicurezza. Ce n'erano ovunque, e con in più una novità: il settore ospiti, presumo in virtù di tale divieto, era popolato da pubblico non ospite, mentre la tifoseria organizzata e quindi più calda dei napoletani era sistemata compatta sul lato destro della tribuna est, a stretto contatto con uomini, donne e bambini di fede bianconera. Inoltre, alla fine della partita, proprio per effetto dell'ordine sparso con il quale gli ospiti si erano sistemati al Comunale, tutti fuori appassionatamente e contemporaneamente, con tanto di ritrovo-schiaffoni ipotizzato a metà strada fra la nord e la sud. Come sia finita non lo so, ma in uno stadio per famiglie sarà meglio pensare bene a certi dettagli, e se non si è grado, piuttosto, chiedere a chi c'era prima.
Meglio smettere di ridere, che dover cominciare a piangere.