mercoledì 16 dicembre 2009

La Vispa Pirosa.


E così, ovviamente senza alcun secondo fine ma curiosamente all'indomani della prima sentenza del tribunale di Napoli sui fatti di Calciopoli, ieri sera è andata onda su La7 la docu-fiction (un neologismo che farà impazzire Lapi e Briatori di tutto il mondo) sul più grande scandalo del calcio che l'Italia abbia mai vissuto, se escludiamo le campagne acquisti della Juventus dal 2006 a oggi.
Questa operazione, di pessimo gusto e degna di una civiltà preistorica, mi solletica alcune riflessioni, per quanto possano valere delle riflessioni in un paese come questo. Un paese dove, tra le altre cose, se la versione demonìaca di Forrest Gump spacca la faccia al Presidente del Consiglio al termine di un comizio, immediatamente esplodono le due curve (quella del centro-destra e quella del centro-sinistra) per rimbalzarsi a suon di insulti e minacce più o meno velate l'accusa di aver fomentato la parte avversa con parole e comportamenti irresponsabili.
Antonello Piroso, direttore del tg di LA7, oltre a godere di una grande fama di intenditore di docu-figa è il prototipo del giornalista impegnato, senza peli sulla lingua, sensibile, bello, elegante e interista. Uno che, durante lo speciale che dedicò alla vicenda giudiziaria di Enzo Tortora nel 2008, nel raccontare il calvario del compianto telegiornalista e ideatore di Portobello, a un certo punto non ce la fece più e scoppiò in lacrime davanti alla platea plaudente.
Ma la fede calcistica, inutile negarlo, è come il lato A di un trans senza mutande: ti confonde le idee. Così, nonostante il processo - del quale questa sceneggiata vorrebbe essere il documento storico - sia in corso di svolgimento e manco ancora giunto a sentenza di primo grado (ripeto: di primo grado), il lacrimevole Piroso si è imbattuto improvvisamente nella terribile sindrome di Sjögren, tanto da permettere e promuovere sulla rete televisiva di proprietà della Telecom (a proposito: a quando la docu-fiction su Tronchetti, Buora, Tavaroli e Adamo Bove?) un processo, più processo del vero processo, ai responsabili delle sue interminabili domeniche pomeriggio passate a dover sopportare l'onta dello sconforto dei suoi beniamini frodati. Gente del calibro di Pistone, Manicone, Centofanti, Vampeta, Galante e Colonnese, tanto per citarne sei fra i migliori su circa millecinquecento.
Nella speranza che i diretti interessati provvedano a querelare senza esitazioni i responsabili di questo esempio di inciviltà a mezzo TV, voglio ricordare cosa disse Antonello Piroso la sera del 1 aprile 2008, sempre su La7, durante una puntata di NDP dedicata al ricordo della tragedia dello stadio Heysel. Ospiti in studio, un sopravvissuto di quella notte a Bruxelles, il tifoso juventino Nereo Ferlat, e il portiere della Juventus di allora Stefano Tacconi.
Disse Piroso: "L'immagine di voi giocatori che esibite la Coppa ai tifosi è una delle immagini più indecenti dello sport; le dirò di più, ma glielo dico spassionatamente, mi creda, quella coppa non dovrebbe nemmeno comparire nell'annuario (sic) della Juventus. Quella coppa andrebbe riconsegnata". Applausi a scena aperta in studio.
A quel punto Tacconi replicò che, a suo avviso, fu certamente un errore festeggiare la vittoria al termine dell'incontro, ma che quella coppa fu giusto ritirarla, anche per dedicarla proprio alla memoria di coloro che persero la vita nella follia di quella notte maledetta.
Piroso, visibilmente seccato, passò allora la parola a Ferlat, rivolgendogli la stessa domanda. Ferlat rispose così: "Concordo con Tacconi. Lui fu il migliore in campo, quella sera, e se avesse vinto il Liverpool, nell'Italia dei comuni e delle signorie avrebbero fatto festa tutti gli anti-juventini; e quei trentanove morti sarebbero stati lo stesso oltraggiati".
Conclusione di Piroso: "Già il fatto che ne stiamo discutendo è sintomatico di come vengano concepiti i fatti di sport, cioè le tifoserie, l'anti-tifoseria, gli juventini, gli anti-juventini... i morti sono morti".
Ecco, appunto. Esattamente come gli imputati sono innocenti, fino a prova (e sentenza definitiva) contraria.
Chissà se il buon Piroso saprà mai ritrovare le lacrime perdute, insieme a un po' di equilibrio. Per come la vedo io, sarà dura.

Che Dio (e la Durex) gli preservino almeno la docu-figa.

12 commenti:

Nemo ha detto...

Caro Trillo, anche io - allibito - sono passato sulla 7 ed ho visto.
Che dire ? E' una cosa assolutamente italiana - purtroppo - e faziosa. Questo fa capire come L'UNICO scopo di Moggi era quello di "limitare" attraverso Biscardi la furia mediatica contro la Juventus.
Credo che con questa trasmissione - insieme al "doping alla marmellata" di Cannavaro - si sia oltrepassato lo schifo (che nella nostra amata lingua è il mangime dei porci che finisce nel truogolo). In questo caso - per la proprietà transitiva di Aristotele - se la trasmissione è uno schifo, la 7 cosa è ?

Andrea e Donna Allegra aiuto; per favore aiuto.

LA 7 VERGOGNA !!!

Nemo

marco99 ha detto...

La7 di telcom, la7 con i tornelli con la sede dell'inter getta finalmente la maschera per mostrare la sua ostilità verso la Juventus.
complimenti.
Gà ora sono una televisione mediaticamente con la forza di una caccola e spero, in futuro, che perdano ancora più potere fino a diventare un telemontecarlo qualsiasi che sparisce nell'ombra.

yannick75 ha detto...

Trillo sei un grande!

Davide29 ha detto...

Giuro che non ero a conoscenza della trasmissione ma entrando in casa di mia madre c'era mio fratello (interista) che la guardava.Ho ascoltato dieci secondi di trasmissione e ho capito il tenore."lazio juve finisce 1-0 per la juve con molti episodi contestati a favore dei bianconeri".e poi passava oltre.
Si ma quali sono questi episodi ? Possiamo vederli? possiamo dicuterne? Il gol era regolare? Mi ha ricordato molto il processo sportivo: "Nessuna immagine è ammessa : solo sappiate che diversi giocatori sono stati ammoniti prima delle partite contro la juve e ci sono stati degli episodi contestati".Minhia !!! Condanniamoli !!!

Trillo ha detto...

Vedi, Davide, ti ha ricordato il processo sportivo perché per fare quella specie di telenovela di quarta serie si sono basati sulle informative del celebre provolone Auricchio.
Quando hai tempo e voglia, vai nell'area downlod del sito ju29ro.com e scaricati le informative in formato pdf.
Credimi, Zelig non vale un cazzo in confronto.

Lego ha detto...

"Ma la fede calcistica, inutile negarlo, è come il lato A di un trans senza mutande: ti confonde le idee.."

chapeau!!! :)))


PS: non ho visto il programma, quindi non entro nel merito.
ma la frase qui sopra è geniale.

Trillo ha detto...

Il solito, subdolo Lego che arriva come un vietcong, con i suoi complimenti "mordi e fuggi", nella speranza di attirarmi nella rete del suo interismo. Inutile che insisti, te l'ho già detto: non voglio diventare interista, voglio essere un poco di buono per tutta la vita. :-)
Se anche tu l'avessi vista, su quella trasmissione non saremmo stati d'accordo comunque.
Meglio così, quindi. ;-)

Anonimo ha detto...

E che vi aspettavate da LA7 ? Ricchi premi e cotillons ?

Da tempo predico nel deserto il credo della RIVOLUZIONE.......

Due note...

Per LEGO

E' un brutto momento , se fai a meno di venire a stuzzicare e RESTI NELLA SCATOLA ci fai un favore.

Per TUTTI

SOLIDARIETA' al COMPAGNO GIRAUDO !

Enrico il Sobillatore Gobbo

yannick75 ha detto...

Come interpretate la visita di questa mattina di Andrea Agnelli a Vinovo insieme al cuginetto ebreo?

Davide29 ha detto...

Andrea accompagnato dal peggior nipote della storia è un brutto segno secondo me ... Fosse arrivato da solo sarebbe stato un conto ... ma così mi puzza molto di manovra pubblicitaria diretta dall'alto per far ritornare il nome agnelli alla juve ma senza potere decisionale.

Effegei ha detto...

Alt. io dico che il Lego sarebbe rimasto schifato dalla docu-fiction.
Magari la pensa diversamente su Calciopoli,ma sulla docu-fiction sarebbe rimasto schifato.

Perchè di schifo oggettivo si tratta.

E' interista e massese. Ma non è stupido.

P.S. Ciao Lego :-)

yannick75 ha detto...

Concordo con Davide29.
Tutta apparenza. Solo scopo pubblicitario, ma nessun potere decisionale per l'ultimo degli Agnelli.
Dando per scontato che sia così, mi sorprende che il figlio di Umberto si sia prestato a questo gioco.