Che bella questa Juve, che bello essere a Villar Perosa per il vernissage pre-campionato della nuova squadra. Proprio come ai bei tempi, che oggi appartengono a John Elkann così come un tempo appartenevano all'Avvocato. Nel segno della continuità.
Con queste parole l'ex presidente della Juventus Giampiero Boniperti ha firmato stamattina l'editoriale di Tuttosport, diventato ormai a pieno titolo l'alternativa demenziale a Hurrà Juventus grazie al lavoro straordinario del nuovo direttore Lupo De Lupis (al secolo Paolo De Paola), incollato da ignoti sulla poltrona di Giancarlo Padovan lo scorso gennaio.
Prima, cioè, che le posizioni critiche di quest'ultimo nei confronti di calciopoli, della proprietà e degli esauriti Onesti di Milano potessero turbare il sonno della piazza.
Per quanto la groupie ottantenne di Cesare Zaccone e Giovanni Cobolli Gigli avesse già dimostrato abbondantemente - dall'assemblea di aprile 2008 fino all'intervista rilasciata a Roberto Beccantini in occasione del suo ottantesimo compleanno (QUI) - quali fossero le sue posizioni nei confronti della storia della Juventus, evidentemente in Corso Galfer qualcuno ritiene doveroso far fare al popolo un richiamino periodico di predicazione bonipertiana, come si fa con l'antitetanica o la revisione dell'automobile.
Ancora una volta Boniperti conferma quanto la sua juventinità, reclamizzata a gran voce da tutti i tifosi di serie A e B (sempre secondo la classificazione partorita da Cobolli Gigli qualche tempo fa), oltre che da se stesso, sia subordinata al fatto di essere o essere stato, in qualche modo, parte in causa nel pezzo di storia preso in esame di volta in volta.
Un modo di amare che non trova riscontri plausibili nell'unico rapporto d'amore confrontabile, per intensità, a quello fra una squadra e suoi tifosi: il rapporto che lega genitori e figli. Un rapporto nel quale nessuno mai potrebbe anteporre gelosie o rancori al bene di questi ultimi.
Boniperti, invece, pare vivere la sua personalissima passione nei confronti della Juventus come un rapporto fra amanti, dove l'unico bene davvero prezioso non risiede nel bene dell'altro, ma piuttosto nella fedeltà dell'altro verso se stessi.
"Quei dodici anni non mi appartengono", disse a proposito dello straordinario ciclo di vittorie della Juve del dottor Umberto e della Triade.
Problemi suoi, caro ex presidente. Noi tifosi disinteressati ce ne faremo una ragione, gustandoci quella Coppa dolce e meravigliosa giunta nella notte di Roma '96.
Se non bastò per cancellare il dolore, perlomeno servì a rendere più vero l'albo d'oro, dopo quella maledetta di Bruxelles.
L'unica che le appartiene, se ho ben capito.
Con queste parole l'ex presidente della Juventus Giampiero Boniperti ha firmato stamattina l'editoriale di Tuttosport, diventato ormai a pieno titolo l'alternativa demenziale a Hurrà Juventus grazie al lavoro straordinario del nuovo direttore Lupo De Lupis (al secolo Paolo De Paola), incollato da ignoti sulla poltrona di Giancarlo Padovan lo scorso gennaio.
Prima, cioè, che le posizioni critiche di quest'ultimo nei confronti di calciopoli, della proprietà e degli esauriti Onesti di Milano potessero turbare il sonno della piazza.
Per quanto la groupie ottantenne di Cesare Zaccone e Giovanni Cobolli Gigli avesse già dimostrato abbondantemente - dall'assemblea di aprile 2008 fino all'intervista rilasciata a Roberto Beccantini in occasione del suo ottantesimo compleanno (QUI) - quali fossero le sue posizioni nei confronti della storia della Juventus, evidentemente in Corso Galfer qualcuno ritiene doveroso far fare al popolo un richiamino periodico di predicazione bonipertiana, come si fa con l'antitetanica o la revisione dell'automobile.
Ancora una volta Boniperti conferma quanto la sua juventinità, reclamizzata a gran voce da tutti i tifosi di serie A e B (sempre secondo la classificazione partorita da Cobolli Gigli qualche tempo fa), oltre che da se stesso, sia subordinata al fatto di essere o essere stato, in qualche modo, parte in causa nel pezzo di storia preso in esame di volta in volta.
Un modo di amare che non trova riscontri plausibili nell'unico rapporto d'amore confrontabile, per intensità, a quello fra una squadra e suoi tifosi: il rapporto che lega genitori e figli. Un rapporto nel quale nessuno mai potrebbe anteporre gelosie o rancori al bene di questi ultimi.
Boniperti, invece, pare vivere la sua personalissima passione nei confronti della Juventus come un rapporto fra amanti, dove l'unico bene davvero prezioso non risiede nel bene dell'altro, ma piuttosto nella fedeltà dell'altro verso se stessi.
"Quei dodici anni non mi appartengono", disse a proposito dello straordinario ciclo di vittorie della Juve del dottor Umberto e della Triade.
Problemi suoi, caro ex presidente. Noi tifosi disinteressati ce ne faremo una ragione, gustandoci quella Coppa dolce e meravigliosa giunta nella notte di Roma '96.
Se non bastò per cancellare il dolore, perlomeno servì a rendere più vero l'albo d'oro, dopo quella maledetta di Bruxelles.
L'unica che le appartiene, se ho ben capito.
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9 commenti:
mi duole vedere come Boniperti si presti sempre a questo gioco demenziale.
Mi dispiace sinceramente per lui che non si sente i 12 anni di triade.
Io li sento MIEI, li asento nel CUORE!
evidentemente era più felice con la juve di maifredi e montezemolo che riusci nell'impresa di non entrare neanche in europa.
Peccato.. peccato davvero
ora sarà felice di essere simpatico e di non vincere nulla
Ragazzi cerchiamo di capirlo. La non più tenera età e quindi arterio e demenza senile possono pesantemente condizionare il funzionamento dei neuroni ormai non più bagnati da sangue fresco e ossigenato.
Eppoi il fatto di essere stato soprannominato "Marisa" per anni può averlo indotto a pensare che prenderlo nel didietro è piacevole....con uno SMILE naturalmente.
Enrico il Sobillatore Gobbo
Trillo,è vero le ultime uscite dell'ottantenne Boniperti non sono un gran che.
Probabilmente nascono dal risentimento legato al fatto che con l'avvento della triade fu messo ai margini con poca sensibilità.
A Giampiero Boniperti va comunque il nostro rispetto in quanto rappresenta un pezzo importante della nostra storia, prima come giocatore bandiera e capitano, poi come presidente illuminato e vincente. Un personaggio che con ferocia difendeva la sua Juve contro tutto e tutti. Magari Secco,Cobolli e Blanc possedessero un briciolo dellaa sua capacità di gestire Società e squadra. .
"Un personaggio che con ferocia difendeva la sua Juve contro tutto e tutti", scrivi.
Peccato che si sia dimenticato di farlo nel momento più drammatico della storia del Club, anteponendo i suoi scazzi personali al bene della la Juventus. La Juventus intesa come sublime espressione del calcio e identificazione collettiva in un sogno lungo più di un secolo, per tutti noi tifosi (e quindi, pensavo, anche per lui che si considera più juventino di tutti).
Un modo certamente curioso di dimostrare la sua juventinità.
Ha preferito buttare il bambino insieme all'acqua sporca, pur di tornare ad assaporare il gusto del protagonismo che la Traide gli aveva negato.
E ricordati una cosa: quando Umberto decise che Boniperti aveva fatto il suo tempo, Giraudo ereditò una società con oltre 170 miliardi di lire di passivo. Al terzo anno di gestione, distribuì dividendi agli azionisti.
Queste cose nessuno le ricorda, nessuno le scrive.
Provo solo pena per questo paesuncolo di merda e per i suoi giullari dell'informazione senza vergogna.
Sì Trillo, tutto vero (e condivido in pieno,ci mancherebbe!), relativamente all'ottantenne Boniperti che ora non ha praticamente alcun ruolo operativo all'interno della Società. Quello che ci hanno fatto (e che non dimenticheremo mai)è mostruoso anche se non credo che Boniperti ne abbia dirette resonsabilità al contrario di proprietà e Dirigenza. Sicuramente anche a me questo Boniperti della terza età non è piaciuto.
Per i più giovani mi sembrava giusto spezzare una lancia a favore del Boniperti prima giocatore e poi Presidente, colui che, in ogni occasione, da Presidente della Società, poneva la Juve sopra tutto e tutti.Questo per evitare che le parole, azioni ed omissioni dell'ultimo Boniperti (Alzheimer incipiente?)macchiassero e oscurassero definitavente il ricordo di chi alla Juve aveva dedicato praticamente tutta la vita.
Chiedo scusa: definitavente= definitivamente.
Certo non mi sogno di dire che lui abbia avuto responsabilità dirette in quanto ci è successo, ovvio.
Lui ha solo colpevolmente sposato i comportamenti dolosi della proprietà, come ha fatto la nuova dirigenza, che non possiede alcun potere decisionale sui punti cardine del dopo-farsopoli.
I giovani... beh, un giorno leggeranno la storia che questi cialtroni avranno contribuito a scrivere.
Sta a noi e a quelli come noi, nei limiti del possibile, evitare che quella storia venga accettata acriticamente e consegnata così com'è oggi al loro ricordo, oltre che ai libri e agli albi d'oro.
Certo Trillo, certo.
Personalmente dovrei anche chiedere a proprietà e dirigenza i danni per motivi di salute. Dopo il maggio 2006 non sono più lo stesso uomo.
Ogni notte mi sveglia un incubo ricorrente e mi trovo immerso in un bagno di sudore gelato. L'incubo è questo: vedo Cobolli mentre consegnano a Moratti la coppa dello scudetto, il nostro scudetto...
Cobolli che applaude, provo tanto ribrezzo che mi sono perfino dimenticato di scriverlo.
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