venerdì 13 febbraio 2009

Una quattro stagioni in Maratona.


Nomen omen. Certo non è il massimo della vita fare il processo alle intenzioni, o peggio - come in questo caso - al nome di chicchessia, ma trattandosi del Toro una deroga ce la si può concedere.
Raffaele Ciuccariello, imprenditore nel campo della ristorazione di origini pugliesi ma da quarant'anni residente a Torino, sarebbe quindi interessato all'acquisizione del club più sfigato del dopoguerra.
Pare che Ciuccariello, dopo una lunga controversia legale sul riconoscimento di paternità, abbia ereditato alcune centinaia di milioni di euro (addirittura seicento, secondo indiscrezioni). Personalmente, a uno che svegliandosi una mattina con milleduecento miliardi di vecchie lire sul comodino venga in mente di comprarsi il Toro, più che un test del DNA gli farei fare un elettroencefalogramma. Ma io sono stronzetto, pertanto non mettetelo a verbale.
E' che l'aspetto più curioso della vicenda, se possibile, risiede proprio nei nomi dei protagonisti. Prima di svelare l'identità di Mister X, infatti, a mettere la faccia sui giornali fino alla tanto attesa conferenza stampa di ieri era stato (ed è) l'avvocato Massimo Durante, fino a qualche tempo fa vice presidente dell'associazione Italia Bianconera, associazione ideata dall'ex portavoce della curva Scirea Fabio Germani (avete capito bene: roba di Juve, e che roba).
Le linee guida del progetto allo studio del neo milionario pugliese vanno dallo stadio di proprietà alla riorganizzazione dell'intera macchina gestionale granata, non senza passare attraverso l'immancabile potenziamento della rosa (qualificazione alla Champions League in tre anni) e - udite udite - un innovativo sistema di abbonamenti "soddisfatti o rimborsati". Quest'ultima, della serie "come scialacquare una fortuna in un lampo", in pratica.
Credo che uno degli effetti devastanti di calciopoli sia quello di trovarmi qui, io, gobbo fino al midollo, abituato da sempre a considerare il Toro nulla più di un fastidioso e impalpabile refolo giusto per due settimane ogni qualche anno (quelle che precedono i derby), a cercare di dare un minimo di conforto ai tifosi granata. Perché una storia come questa di Mister X sarebbe fin divertente, specialmente per chi come noi ha dovuto da un giorno all'altro fare i conti con certi eredi, più che con certe eredità.
Penso a cosa dev'essere stato ieri pomeriggio, ad esempio, per un Gian Paolo Ormezzano seduto in prima fila nella sala conferenze del Golden Palace di Torino, assistere alla dichiarazione di intenti fatta pervenire dall'ennesimo birillo di quel filotto infinito composto, solo negli ultimi vent'anni, dai vari Borsano, Goveani, Calleri, Vidulich, Aghemo, Romero e Cairo. Roba che nemmeno Stephen King dopo un ictus.
Il birillo in carica Urbano Cairo, dal canto suo, sembra impermeabile a qualsiasi bagno d'oro pur di continuare l'avventura al timone della squadra più importante di Orbassano, e non è che pure questa sia una gran buona notizia.
Ieri, dopo la tanto attesa uscita allo scoperto di Mister X, stuzzicavo un amico granata: "Certo che dall'inventore di Dipiù al re della caponata fareste un bel salto."
"Cazzo ti ridi" - mi ha risposto - "hai mai provato a farti cento chilometri su una Stilo? Ognuno guardi in casa propria".

Come dargli torto? Che Dio ce la mandi buona, ne abbiamo bisogno. Tutti.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Decine di anni fà si partiva dal SUD per il NORD, con valigie di cartone cariche di speranza, e chiuse con le corde dei più profondi sentimenti.

Ai nostri tempi altri "emigranti"provano a ripercorrere quelle vie ferrate, trasformatesi nel frattempo nelle stesse evocate da TRILLO, recando con sè cartoni colmi di valigette equivoche, chiuse con i "lucchetti", di ben più sottili intendimenti.

JUVENTINO INDOMITO