L'importante è che la creatura cresca a piccoli passi ma costantemente, va ripetendo Zaccheroni da quando è arrivato. Si dà il caso che lo pensasse anche la mamma di Miccoli, quando suo figlio era alto poco più di un metro e frequentava la prima elementare; ma se lo guardi - e ancor più se lo senti parlare -, a trent'anni suonati, ti accorgi subito che sperare, a volte, non serve a nulla.
Non importa se sei un bimbominkia dei forum o un minkiacapitàno di lungo corso: oggi, mi perdonerai, mi rivolgo a te. Uomini e infortuni alla mano, difficilmente il lavoro di Zaccheroni potrà dare qualcosa in più a qualcosa che non esiste. Sebbene per un tempo la Juventus abbia addirittura macinato un po' di gioco, come quasi mai le era capitato quest'anno, alla fine è toccato ai pochi tifosi ospiti presenti al Comunale l'onore di salutare Torino, ancora una volta, sulle note di "Tutti a casa alé" e "Lo scemo non canta più".
Senza spostare di un millimetro l'attenzione dai veri responsabili di questa nuova era a strisce bianconere, vista Juve-Palermo penso sia comunque giusto, per onestà intellettuale, fare tre considerazioni sull'ennesima esperienza horror vissuta in riva al Po.
Diego/1. Dopo la partenza-lampo nella doppia trasferta di Roma - parliamo di sei mesi fa - è diventato sempre più la parodia di se stesso, con picchi di inutilità che ne consiglierebbero l'utilizzo come addobbo da panchina almeno per qualche settimana. Ieri sera, l'ennesima prova insignificante. Saltella e rimbalzella per il campo come l'orsacchiotto del tiro a segno, gioca la palla sempre e solo in orizzontale, non tira mai in porta salvo sporadiche occasioni nelle quali risulta letale come il morso di un centoduenne senza dentiera. Non serve alle punte, rompe le palle ai centrocampisti e manda affanculo i difensori (su questo punto fatevi un nodo al fazzoletto, ci torniamo tra poco).
Del Piero. La storia e la gloria non si discutono, ma parliamoci chiaro: se bastassero per essere immortali Bettega giocherebbe ancora, e - anzi - questi di oggi potrebbero serenamente andare, tutti in blocco, a coltivare fave in Val Varaita. Tre partite in otto giorni, per il Del Piero del 2010 dopo Cristo, sono utili solo a sfregiarne il ricordo di quando scriveva la storia e, se possibile, renderlo patetico, come in effetti è stato contro il Palermo. Mi sono tolto lo sfizio di seguirlo per lunghi tratti, è uno dei pochi vantaggi che ti dà il vedere la partita dal vivo rispetto alla tv. E' bolso, appesantito, prevedibile, e quel che è peggio è che nessuno di questi dubbi sembrano sfiorarlo. Su quest'ultimo aspetto, minkiacapitàni di tutto il mondo, meditate. E meditate bene. Qualcuno deve pure avergli rubato il collo. Cazzo, Del Piero è senza collo. La testa ormai incassata nelle spalle, cammina per il campo come certe punte sovrappeso negli incontri di calcetto tra colleghi di lavoro. Sono pronto a scommettere che non veda l'ora di calcare il campo del nuovo stadio, estate 2011. Qualcuno gli avrebbe dato il benservito nel 2006. Mettete a confronto le due Juventus, di oggi e di allora, e tirate le somme che vi pare.
Diego/2. Contro l'Ajax, giovedì scorso, è uscito dal campo con il muso lungo. Ieri sera, sciogliete pure il nodo al fazzoletto, a Cannavaro che gli intimava di sbrigarsi a uscire dal campo per il cambio, ha detto di andare, appunto, affanculo. Possibile che tra Luciano Moggi e Alessio Secco non esista l'anello di congiunzione tra l'uomo e la scimmia, tra il Direttore perfetto e l'addetto alla cancelleria? E che questo anello di congiunzione, se mai esistesse, non possa essere ingaggiato per occuparsi di mettere un po' d'ordine nello sconquassatissimo spogliatoio della Juventus? Trovatemi un solo caso, nella storia recente della Juventus, in cui lo stesso giocatore si sia permesso di fare lo stupidotto due volte in tre giorni, davanti alle telecamere, per via di una sostituzione. E trovatemi un solo caso, sempre nella storia recente della Juventus, in cui un giocatore bolso e senza collo fosse titolare a dispetto dei santi e, anzi, con il benestare adorante dell'allenatore.
Ecco, bimbiminkia e minkiacapitàni, che per un retropassaggio suicida di Grygera a Manninger avete, come al solito, insultato Cannavaro il reietto. Meditate.