lunedì 15 marzo 2010

Un Trillo da Corso Agnelli/15.


L'ennesimo pomeriggio di un giorno da (El)cani comincia con lo speaker dello stadio che annuncia l'ordine di arrivo del Gran Premio di Formula 1. L'ovazione è "bicamerale", ovviamente, dalla nord alla sud, così come i fischi per Schumacher arrivato sesto. Tradimento: non sia mai. Viva le rosse di Montezemolo, invece, che il tradimento, lui sì, non sa manco dove stia di casa.
Non c'è verso. Al tifoso juventino non basta nemmeno essere arrivato per la prima volta in cent'anni nella condizione di non avere un futuro, per riuscire a discernere tra "un" passato e "il" passato. Questo in sede lo sanno, eccome se lo sanno, e ci scommetto un incisivo di Grygera che non è un caso che lo speaker dello stadio sia diventato - maledizione a loro, maledizione a noi - la brutta copia di Carlo Zampa. "Per la Juventus ha segnato il suo gol numero trecento... il Nostro Capitano!" eccetera eccetera.
Il mio non è bastiancontrarismo. E' solo che relegare il passato di Alessandro Del Piero - grandissimo, sia chiaro - insieme a quello di tanti altri, e non al rango di Storia della Juventus, dovrebbe essere normale.
Del Piero è una mattone, non la casa. E l'essenza di ciò che scrivo sta tutta in quel pallone che, sul 3-2 e con la squadra in evidente calo fisico, non diventa il più facile degli assist per Trezeguet che probabilmente avrebbe chiuso la partita. No, il Capitano si incaponisce a cercare il gol numero trecentodue, puntando e sbattendo contro a un difensore dell'ultima in classifica come Fantozzi e Filini nella mitica sfida tra scapoli e ammogliati.
Forse sarebbe facile, e anche comodo, puntare il dito contro il terzino destro "che tutto il mondo ci invidia" (sms di un un carissimo amico dopo il primo gol del Siena), e magari anche contro chi lo manda in campo, per spiegare l'ennesima figura di merda di questa ennesima stagione di merda. Ma non ho perso ore e ore di sonno a cercare di capire chi e cosa ci abbiano portati fin qui per giungere alla conclusione che la Juventus dei fuoriclasse, del lavoro, della mentalità vincente, e soprattutto dell'"ognuno stia al proprio posto", la mia Juventus insomma, tutto ciò l'abbia smarrito solo per colpa di qualche mezzo giocatore e dei suoi orrori.
Al limite, giusto per continuare a scomodare i santi, faccio notare una cosa. Quel terzino ceco che tutto il mondo ci invidia venne consigliato alla Triade, poco meno di una decina di anni fa, da un certo Pavel Nedved. Ora, senza volere infierire sul fatto che una dirigenza seria un simile bidone non l'avesse manco preso in considerazione, la domanda è: come ve lo spiegate voi? Tutto scemo, il Drago di Cheb? O mica che Raiola, o chi per lui, ci covasse?
Tant'è che, filosofeggiamenti a parte, alla sostituzione di Del Piero si sfiora la rissa tra juventini seduti nel mio settore. "Non ci dà più". "Che cazzo dici, ne ha fatti due!". Interviene un terzo incomodo, seduto un po' più in là, e ovviamente si rivolge al primo: "Hai già detto abbastanza cazzate, sarà meglio che stai zitto". Fine delle trasmissioni.
Siamo talmente ancorati a certi eroi del recente passato da non riuscire a vedere le ombre lunghissime dentro le quali si sta incamminando il nostro futuro. Tutto questo mentre a Manchester, dopo un 4-0 rifilato al Milan dei Meravigliosi in Champions League e un giusto, giustissimo, ma intenso quanto breve tributo all'ex David Beckam sul prato verde di Old Trafford, sventolano le sciarpe giallo-verdi del Newton Heath per alzare un mulinello di vento e vergogna che possa portarsi via i neo-proprietari americani tutti in Red (in banca) e manco un po' Devils (nel cuore).
Da noi, a Torino, sono tornati gli striscioni, e di petardi in curva nemmeno l'ombra. Bene, anzi benissimo. Si festeggiano i trecentouno gol di Del Piero. Si festeggia il tabellone quando il Palermo va sotto a Udine. Si aspira al quarto posto discettando di tradimenti e samurai.

E di cori contro la dirigenza nemmeno l'ombra. Ecco, questo è male. Anzi malissimo.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Trillo, parafrasando una vecchia e splendida serie televisiva di Zavoli, mi verrebbe da dire che questa è "La notte della Juventus". Una "notte" resa ancor più buia, non tanto da chi ne detiene la proprietà(ormai li conosciamo bene) ,quanto per certa tifoseria(???)indegna quanto i loro padroni di definirsi Juventini. Purtroppo non intavedo "l'alba". Ciao, Fulvio

Anonimo ha detto...

Sai che non so più che cazzo dire ??? !!!

Mi sa che è grave........

Enrico il Sobillatore Gobbo

marco99 ha detto...

Purtroppo buona parte dei tifosi che vanno allo stadio non hanno ancora capito il male vero rappresentato da questa dirigenza e da questa propietà.
Un mio amico dice che gli elkann per la juve hanno in testa il "progetto udinese", vero e ci sono quasi riusciti.

Nemo ha detto...

Il progetto Elkan è solo questo:
fare della Juve una squadra che arrivi tranquillamente alla zona chiampions per avere un valore stabile di mercato; valore che sarà poi assai amplificato dalla proprietà dello stadio (pensata, organizzata e voluta da Giraudo ...), per poi magari vendere. Per loro è solo "uno dei beni" del loro patrimonio.
L'emetico ha un solo "gioiello di famiglia", ed è a Maranello, non a Torino.

Anonimo ha detto...

Nemo ha ragione e aggiungo che hanno già rifiutato 2 proposte nel corso del 2009 . A fari spenti stanno trattando anche adesso , ma chiedono cifre fuori dalla portata di investors europei . Pare che la base di partenza di brand e properties sia 1,2 miliardi di € , 4 volte il valore di borsa ...