domenica 30 marzo 2008

Arrogante. Ignorante. Presidente.


Prenderlo in giro, attaccarlo o invitarlo ad andarsene, con quanta più dignità possibile, da quella poltrona che maldestramente qualcuno gli ha ordinato di occupare nel 2006, per me rappresentava una tregua. Per quanto "armata", era una tregua.
Mai, in oltre cent'anni di storia della Juventus, un presidente aveva osato svilire, insultare, denigrare in modo così gretto quello che, per ogni società sportiva del mondo, è il bene più prezioso: i suoi tifosi.
"La tifoseria juventina conta, solo in Italia, 13 milioni di tifosi i quali si ripartiscono in tifosi di serie A, B e C. Chiaro che io vorrei fossero tutti di serie A, ma non è possibile. Confidiamo comunque, col tempo, che tanti si ravvedano e lo possano diventare. Dico solo che tutti i retroscena che si raccontano in giro sul nostro conto, che non ci terremmo alla Juve e avremmo concordato la sua retrocessione per nostri interessi personali, sono false, nessuno di essi corrisponde al vero".
Un piccolo appunto: annunciando - come un novello Arcangelo Gabriele - la redenzione collettiva post-Inter-Juve, lunedì scorso, di tifosi ne aveva contati dodici milioni. Che sia un uomo confuso, a questo punto, non dovrebbe più essere un mistero per nessuno.
Solo che, come accade per il nonno rincoglionito ma ancora arzillo ricoverato al villino per anziani, quando uno passa improvvisamente dalle frasi sconnesse alle manate sul culo delle infermiere, liquidare tutto con una risata diventa assai difficile.
Quella inqualificabile classificazione dei tifosi - Serie A, B, o C, a seconda del fatto che siano più o meno disposti a credere alle palle che da mesi vanno raccontando lui e i suoi Smile Boys -, colloca di diritto Giovanni Cobolli Gigli fra le personalità più ambigue, ciniche ed inquietanti dell'intero parco dirigenti del calcio mondiale.
Per tirare questa bordata, senza pudore, ha rispolverato la solfa della Serie C (quella vera) scampata per miracolo, tessendo le solite, stucchevoli lodi dell'avvocato Zaccone, dal quale stiamo ancora aspettando le prove di quei quattro illeciti che nessuno al mondo - dai giudici sportivi ai tifosi del bar sport - hanno visto. Tranne lui.
Ha avuto l'impudenza di insultarci, Giovanni Cobolli Gigli, proprio seguendo l'unico percorso senza uscita che avesse a disposizione. Un percorso che lo rende ancora più ridicolo - se possibile - di quanto non fosse apparso, poche settimane fa, in quel confronto-confessione avuto al Corriere dello Sport con le truppe del suo mèntore Alessandro Vocalelli.
Poi, non sazio, in un tripudio di nefandezze degne di un uomo dissennato, si è spinto oltre, laddove nessuno - nemmeno in questo - aveva mai osato avventurarsi. "Gli azionisti si lamentano? La stragrande maggioranza di loro penso abbia acquistato le azioni della Juve non per specularci, ma per semplice affetto verso la loro squadra del cuore".
Per chi se lo fosse dimenticato, a cominciare da Giovanni Cobolli Gigli, quella squadra del cuore è una S.p.A. quotata in borsa, esattamente come qualsiasi altra realtà industriale o finanziaria presente a Piazza Affari.
Dire una simile sciocchezza, riferita a una materia tanto delicata, autorizza gli osservatori a dubitare anche, e soprattutto, della cognizione non calcistica di quest'uomo, che già solo in fatto di pallone, in questi mesi, era riuscito a toccare fondali imbarazzanti.
Giovanni Cobolli Gigli è, oramai, la caricatura di se stesso, ingarbugliato com'è in quella matassa di magre figure, gaffes, finti proclami e - soprattutto - cose dette a gran voce sempre un attimo prima di dire il loro contrario.
Non sarò certo io, oggi, a dovere rimarcare, una volta di più, l'inadeguatezza di quest'uomo a ricoprire la carica di presidente di una cosa così tanto più grande di lui. Di una Juventus che, seppure malandata, è ancora in tempo per tornare senza remore a inseguire il prestigio e la storia che da sempre le appartengono.
Nonostante lo sdegno che quelle sue parole suscitano in ognuno di noi, tifosi di Serie C, sono certo che da questa sparata - la peggiore da quando è presidente - uscirà irrimediabilmente compromesso e, quindi, a termine.
Credo che Giovanni Cobolli Gigli, dopo questa storia, avrà tutta l'aria di un uomo che, partito alla volta di Lourdes per ricevere la grazia e guarire dal mal di pancia, si è ritrovato a tornare a casa cieco e sulla sedia a rotelle. Un paradosso vivente.
Cito testualmente, dal dizionario della lingua italiana, le tre definizioni del titolo:
Arrogante: "che pretende più di quello che merita e usa modi insolenti e provocanti".
Ignorante
: che non sa, che sa male ciò che dovrebbe sapere; che ha male appreso certe tecniche o nozioni di cui invece dovrebbe aver padronanza".
Presidente: "chi sta a capo e presiede ad un'adunanza, ad un'associazione, ad un'assemblea, ad un consiglio".

Decidano i lettori di questo blog, siano essi di Serie A, B o C, quale delle tre sia la meno calzante, per Giovanni Cobolli Gigli.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

PRESIDENTE ?

Enrico anche Yuri

faby ha detto...

ciao trillo, giuro sono esterrefatto da quello che ho letto. è proprio vero che non c'è limite all'indecenza...non avevo sentito di questa notizia, mi ero soffermato sull'altra che ti avevo raccontato sul post precedente, chiedendoti un commento...ma con questa affermazione il tipo di cui non mi viene nemmeno di pronunciare il nome, tanto mi fa ribrezzo, ha raschiato il barile, perchè il fondo l'aveva già toccato quando si faceva consigliare dal direttore che "ogni tanto bisogna bere l'amaro calice"...sai che ti dico? che sono fiero di essere un tifoso di serie C, se questo vuol dire mantenere la massima distanza da una società fatta di persone simili: arroganti, presuntuose e sopratutto INETTE...lo ribadisco a gran voce...INETTI OCCUPATORI DI SCRIVANIE ALTRUI...

antonio ha detto...

Ignorante e arrogante è il minimo...

Anonimo ha detto...

io sono tifoso di serie C, nn normalizzato, rancoroso, vecchio e con una voglia matta di tirargli un bel calcio nel culo, al presidente farsopolante con la sindrome dell'essere simpatico.
Beh, invero, a me inizia davvero a stare antipatico.
Morig67

Anonimo ha detto...

Caro Trillo, parafrasando una celebre frase, verrebbe da dire "...perdona loro perchè non sanno quello che dicono". Ebbene il buon Cobolli mai si renderà conto di cosa abbia significato per me, tifoso di serie "C", questi ultimi maledetti due anni; non esagero affermando che ha modificato profondamente anche la mia vita, le mie emozioni, il mio rapportarmi con gli altri.. Ma tanto a lui e chi come lui cosa gliene può fregare. Una cosa però è certa meglio essere un tifoso di serie "C" ma sinceramente innamorato della Juve come lo sono dai tempi di Omar Sivori. Forza e Onore a tutti i tifosi di serie "C". Un saluto da Fulvio che non sarà mai rappresentato dall'attuale dirigenza,questa si di serie "c".

Anonimo ha detto...

Mi domando chi e quando lo potranno mai togliere da quella
bella poltrona. L'importante nella vita è essere convinti...e lui purtroppo lo è di molto!!!
Meglio essere un tifoso di serie "C" o magari anche di categoria ancora piu inferiore, che essere un tifoso di serie "A" COME LUI!!!!!!!!!!!!!
Siamo proprio messi bene......!!!!!!
Fra questa specie di dirigenza e quella dell'inter...è proprio una bella lotta sciegliere la...ehm..migliore.
Che pena!!!!! Solo a sentirlo parlare ci viene il latte ai ginocchi. E quando vinceremo se loro restano ancora li?????

Anonimo ha detto...

rinnovo -ed è il secondo in meno di 3 giorni- il mio solenne VAFFANCULO al dissociato.
Concedendogli, perlomeno, il beneficio della semi infermità.
Semi per Cobolli e semi per Gigli.
Un'infermità completa.
saluti.

Masino ha detto...

Ormai questo individuo, che puo' essere quello che vuole ma non e'certamente presidente della MIA Juve, fa soltanto pena e non merita neanche la considerazione di un VAFFANCULO che sarebbe fiato sprecato. Orgoglioso di essere un tifoso juventino di qualsiasi categoria, fuorche' della categoria di cui fa parte il Copollo Gigio.

Anonimo ha detto...

Domani, 2 aprile, il colonnello Giovanni Arcangioli (uno dei due carabinieri che ha effettuato le intercettazioni di farsopoli su mandato della procura di Napoli) è atteso a Caltanissetta, per rispondere dell'accusa di furto aggravato dall'avere favorito la mafia, in relazione alla scomparsa dell'agenda del giudice Borsellino, il giorno in cui fu ucciso.