mercoledì 9 luglio 2008

Gazzoni Frascara l'oceanografo.


(ANSA) - BOLOGNA, 8 LUG
La 'separazione' fra Giraudo e Moggi nel processo napoletano su Calciopoli e', secondo Gazzoni Frascara, una ''separazione contro natura''. Giraudo, infatti, ha deciso di adottare un'altra strategia processuale rispetto a quella di Moggi, chiedendo il rito abbreviato. ''E' come se il paguro bernardo e l'attinia si separassero, o se il pesce pilota decidesse di abbandonare lo squalo. Ma Natura non facit saltus. E nemmeno Calciopoli'', ha detto l'ex proprietario del Bologna.

Dopo aver letto questo breve saggio ittico degno del miglior Jacques-Yves Cousteau, non ho perso nemmeno un istante.
Con la torcia in una mano e la barretta energetica nell'altra, mi sono precipitato su, nella soffitta dei ricordi. Fra una partita a Subbuteo con i compagni di scuola e la Tipo 16V con i vetri appannati e la leva del cambio saldamente bloccata in terza marcia (per scongiurare il temibile "clistere da pomello Sparco", una vera sciagura sempre dietro l'angolo, per ogni apprendista latin lover sprovvisto di pied a terre), ho scovato anche qualche avanzo di una lettura di qualche mese fa.
Si tratta del volumetto edito da Libero "La Rete", scritto a quattrmon (questa è dedicata ai pugliesi) da Giuseppe Gazzoni Frascara e Ivan Zazzaroni.
Su quest'ultimo non credo sia il caso di sprecare troppe parole, perché bastano le sue per inquadrarlo a sufficienza (QUI). Diciamo solo che, se tanto mi dà tanto, dopo aver letto ciò che scrive non mi stupirei di trovarlo mentre sta provando il barbecue nuovo di zecca chiuso dentro all'ascensore. Una lince, insomma.
Anche avventurarsi a cercare di capire le ragioni di uno - l'altra metà delle quattrmon - che come biglietto da visita sfoggia un doppio cognome (Gazzoni Frascara), non è certo il più consigliabile degli esercizi. Il nostro punto di riferimento in materia è un certo Cobolli Gigli, il presidente binario. Non so se mi spiego.
E' però troppo radicata, in quest'uomo, l'ossessione per Antonio Giraudo - più ancora che per Luciano Moggi - per non destare qualche sospetto, oltre che tante perplessità. Ho tentato di capire i motivi di tanto astio, a costo di rileggermi alcuni passi del suo libro-verità.
A pagina 12, si legge: "Mi ritrovai col 60 per cento in mano, il 25 l'aveva Bandiera, il 10 Martini e il resto Goldoni. Attraverso Tito Corsi, che era direttore sportivo del Prato, contattai Lele Oriali, campione del mondo in Spagna, un uomo onesto".
Siamo nella stagione '94/'95. Ancora lontani, quindi, dalla motorizzazione di Latina e dai suoi foglietti rosa rubati (le patenti, non le Gazzette), ma il fatto è che questo titolo nobiliare di Onesto, così in voga nel post-calciopoli nei pressi della Pinetina e dintorni, Gazzoni glielo conferisce oggi, patenti e sentenze penali alla mano.
Cito in ordine sparso:
Mondo Juve è nata da una mia idea (Mondo Bologna). Certo, e Grillo fa milioni di contatti col suo blog copiando il mio (Trillo).
Con Mondo Juve Giraudo inventò le plusvalenze con l'elastico. Certo, è notorio che la piaga delle plusvalenze e dei bilanci all'amatriciana del calcio italiano le abbia inventate e perpetrate la Juventus di Antonio Giraudo.
La mutualità verso la serie B è una rovina. Certo, quando la tua squadra è in serie A.
I diritti TV non devono essere negoziati dalle singole società. Certo, quando la tua squadra fa gli stessi ascolti dei mondiali di lancio della pentola a pressione.
Come ombrello sulla mia gestione del calcio avevo - grazie al cielo e per antichi rapporti fra le nostre famiglie - Gianni Agnelli, sul quale Moggi, Bettega e Giraudo non esercitavano alcun potere. Certo, in compenso si è visto quanto ne esercitavano su tutti gli altri non appena Gianni Agnelli è passato a miglior vita.
Il doping amministrativo falsa i campionati. Certo, ma lo diceva Giraudo e da Roma e Milano rispondevano: "Rigore! Fuorigioco! Ladri!". E vai di spalmadebiti.
Volevo prendere Zeman, ma Giraudo mi chiese se fosse proprio necessario. Allora mi rivolsi a Lapo Elkann il quale disse di fare ciò che ritenevo fosse meglio per me. Certo, un'operazione Smile ante litteram.
La Reggina e le altre si salvarono al posto del mio Bologna perché erano squadre altamente "geate" (ricche di giocatori targati Gea). Certo, sono solo a pagina 53 ma penso possa bastare.
Prima di archiviare il volumetto, butto l'occhio sulla seconda di copertina. Fra le tante cariche ricoperte in 72 anni da Giuseppe Gazzoni Frascara, vittima sacrificale dei poteri forti del calcio ma, soprattutto, di Antonio Giraudo, figurano ad esempio:

Presidente di:
Nomisma S.p.A.
Officine Ortopediche Rizzoli
Pirelli Renewable Energy
Consigliere di:
Assicurazioni Generali S.p.A.
Falck S.p.A.
Banco di Roma S.p.A.
Camfin S.p.A.
Pirelli S.p.A.

Tutto era iniziato nel 1963 con l'ingresso nell'azienda di famiglia: Idrolitina e Pasticca del Re Sole. In pratica, il paradiso della digestione.

E infatti, in nemmeno metà libro, di ruttini e sòle se ne sono sentiti parecchi.

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3 commenti:

dominiobianconero ha detto...

Alla presentazione del libro di CAZZONE FRASCARA e di CAZZARONI c'ero anche io, qui a Milano, al Circolo della Stampa.

Ci andai dopo aver bevuto due bicchieri di coca-cola appena stappata, quindi bella gasata.

L'effetto fu devastante.

Ho ruttato per tutta la presentazione, in ossequio ai due personaggi e alla loro faccia da culo.

Anonimo ha detto...

Caro Trillo se non ricordo male,sempre al fine di sputtanare il sig.idrolitina(chiedo conferma a te che sei sempre ben informato),i giocatori appartenenti alla scuderia Gea fra A e B erano fra 200 e 250.E tutti giocavano nella reggina,siena o altro?!?

Trillo ha detto...

La Gea possedeva la procura di circa il 12 per cento dei giocatori professionisti in Italia (vado a memoria). Ciò significa che l'88 per cento dei calciatori era "gestito" da altri soggetti.
Sostenere che la Gea fosse una piovra in grado di decidere il destino dei campionati, è un'altra puttanata monumentale alimentata dal sistema mediatico italiano.
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