martedì 15 luglio 2008

Ju29ro.com intervista Davide Giacalone.


Dottor Giacalone, lei figura fra i "dossierati" del caso Pirelli/Telecom . Ci può raccontare perchè e quali erano le verità scomode su cui lei indagava e che non dovevano emergere?
Stavo scrivendo un libro, “Razza Corsara”, nel quale racconto le vicende di Telecom Italia in Brasile. La strana storia di una società per acquistare la quale Telecom vuole per forza pagare di più, o di un portale nel quale s’investono centinaia di milioni e che non è mai esistito. Racconto di un loro consulente piuttosto strano, per giunta pagato in contanti, al punto che è poi stato arrestato, ma in relazione agli affari fatti con l’avversario di Telecom. Sono stati gli stessi spioni a dichiarare che quella era la ragione del loro interesse, quello il motivo per cui sono entrati nel mio computer, hanno rubato un sacco di roba ed hanno distrutto il lavoro fin lì fatto.
Poi hanno provveduto a creare un dossier che mi riguarda, inserendoci anche informazioni del tutto prive di fondamento, del tipo che sono parente di un mafioso e per suo conto riciclo denaro in un parco marino. Il bello, si fa per dire, è che queste balle (le parentele non sono un'opinione!) sono finite dritte sui giornali, provenienti dalle solite soffiate mirate.

Ai fini della sua attività lavorativa, ha mai conosciuto qualcuno della security di Telecom Italia, magari lo stesso Giuliano Tavaroli?
Tavaroli volle conoscermi, e l’ho incontrato tre volte. Mi propose di collaborare, ma fu abbastanza ambiguo sul come ed a cosa. Lasciai cadere, pensando che la cosa finisse lì. Invece me lo sono ritrovato... (continua a leggere su JU29RO.COM)


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1 commento:

Anonimo ha detto...

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