Tre anni fa, secondo una leggenda metropolitana alimentata dalle millanterie telefoniche di Luciano Moggi (ma poi smentita dagli stessi protagonisti, cioè l'arbitro Paparesta più un'altra mezza dozzina di testimoni oculari presenti quella sera), un arbitro venne chiuso a chiave negli spogliatoi a causa delle sviste a senso unico che costarono alla Juventus la sconfitta per 2-1 contro la Reggina.
Anche stavolta, stesso stadio, stesso avversario, stesse sviste, stesso risultato finale, nessuno chiuso negli spogliatoi da nessuno. E' cambiato solo l'arbitro, rispetto ad allora, ed è straordinario osservare come certi intrecci di questa fiction, iniziata nel 2006, siano degni di Beautiful, dove la mamma della mamma si sposa lo zio del papà (ma si tromba il cognato del nipote, che ha una storia con il nonno del lattaio che è l'ex amante della figlia). Un troiaio, insomma.
Paolo Dondarini è colui che i giornali, grazie ad un "taglia e cuci" degno del compianto Gianni Versace, dipinsero come amico della Juventus, per ordine del suo capo di allora (Pierluigi Pairetto).
Il "taglia e cuci" è quello della famosa intercettazione nella quale Pairetto si raccomandava: "Devi vedere anche quello che non c'è". Peccato che, come si capisce perfettamente dalla lettura integrale della conversazione, le raccomandazioni di Pairetto fossero riferite non già alle attenzioni da riservare alla Juventus, bensì al fatto che due giorni dopo quel Sampdoria-Juventus del settembre 2004 Paolo Dondarini avrebbe dovuto essere nominato arbitro internazionale. Pairetto era stato un suo sostenitore per quella nomina, pertanto lo esortava a non commettere errori proprio quel giorno, quando verosimilmente avrebbe avuto gli occhi dei grandi capi puntati addosso per il giudizio finale.
Un modo tipicamente italiano di raccomandarsi e di pararsi il culetto, quello del designatore torinese, che venne trasformato dalla stampa in un torbido inganno pro-Juve da parte dei due.
Per chi ritiene insufficiente o poco convincente questa chiave di lettura della telefonata Pairetto-Dondarini, oltretutto, esiste un documento ancora più attendibile in proposito. Si tratta delle considerazioni che il procuratore torinese Marcello Maddalena allegò al fascicolo di chiusura delle indagini - prima di inoltrarlo per conoscenza alla FGCI - nel luglio 2005. Lo trovate al link dell'ottimo articolo di Mario Incandenza per ju29ro.com.
Ma torniamo a ieri sera. Domando ai giustizieri della notte pre e post calciopoli: il Paolo Dondarini che, secondo le teorie colpevoliste anti-juventine, contribuiva ad alterare i campionati dispensando favori a strisce bianconere, è lo stesso che ieri sera non ha visto due rigori (e mezzo) a favore della stessa Juventus, fischiandone uno generoso e letale (letale per noi) pro-Reggina, a due minuti dalla fine del recupero? E' lo stesso che, sempre ieri sera, ha espulso Cristiano Zanetti (giustamente) per un fallo di frustrazione ai danni di Nicola Amoruso un istante prima del fischio finale, dopo avere ignorato un'entrata da rosso diretto su Raffaele Palladino nel momento di maggiore forcing offensivo da parte dei bianconeri alla ricerca della vittoria, con i calabresi alle corde ed incapaci di uscire dalla propria metà campo da almeno mezz'ora? Cos'ha da dire il designatore senza macchia (e senza capelli) in proposito?
Siamo al paradosso, ormai, con i protagonisti della farsa infinita sempre più somiglianti a quelle biro tanto di moda diversi anni fa. Quelle biro che da una parte scrivevano e dall'altra cancellavano.
Con quello stesso strumento potevi fare una cosa (scrivere) ma anche il suo contrario (cancellare). In modo che il compitino, alla fine, fosse bello pulito, ordinato, senza errori, senza antiestetici scarabocchi.
Anche stavolta, stesso stadio, stesso avversario, stesse sviste, stesso risultato finale, nessuno chiuso negli spogliatoi da nessuno. E' cambiato solo l'arbitro, rispetto ad allora, ed è straordinario osservare come certi intrecci di questa fiction, iniziata nel 2006, siano degni di Beautiful, dove la mamma della mamma si sposa lo zio del papà (ma si tromba il cognato del nipote, che ha una storia con il nonno del lattaio che è l'ex amante della figlia). Un troiaio, insomma.
Paolo Dondarini è colui che i giornali, grazie ad un "taglia e cuci" degno del compianto Gianni Versace, dipinsero come amico della Juventus, per ordine del suo capo di allora (Pierluigi Pairetto).
Il "taglia e cuci" è quello della famosa intercettazione nella quale Pairetto si raccomandava: "Devi vedere anche quello che non c'è". Peccato che, come si capisce perfettamente dalla lettura integrale della conversazione, le raccomandazioni di Pairetto fossero riferite non già alle attenzioni da riservare alla Juventus, bensì al fatto che due giorni dopo quel Sampdoria-Juventus del settembre 2004 Paolo Dondarini avrebbe dovuto essere nominato arbitro internazionale. Pairetto era stato un suo sostenitore per quella nomina, pertanto lo esortava a non commettere errori proprio quel giorno, quando verosimilmente avrebbe avuto gli occhi dei grandi capi puntati addosso per il giudizio finale.
Un modo tipicamente italiano di raccomandarsi e di pararsi il culetto, quello del designatore torinese, che venne trasformato dalla stampa in un torbido inganno pro-Juve da parte dei due.
Per chi ritiene insufficiente o poco convincente questa chiave di lettura della telefonata Pairetto-Dondarini, oltretutto, esiste un documento ancora più attendibile in proposito. Si tratta delle considerazioni che il procuratore torinese Marcello Maddalena allegò al fascicolo di chiusura delle indagini - prima di inoltrarlo per conoscenza alla FGCI - nel luglio 2005. Lo trovate al link dell'ottimo articolo di Mario Incandenza per ju29ro.com.
Ma torniamo a ieri sera. Domando ai giustizieri della notte pre e post calciopoli: il Paolo Dondarini che, secondo le teorie colpevoliste anti-juventine, contribuiva ad alterare i campionati dispensando favori a strisce bianconere, è lo stesso che ieri sera non ha visto due rigori (e mezzo) a favore della stessa Juventus, fischiandone uno generoso e letale (letale per noi) pro-Reggina, a due minuti dalla fine del recupero? E' lo stesso che, sempre ieri sera, ha espulso Cristiano Zanetti (giustamente) per un fallo di frustrazione ai danni di Nicola Amoruso un istante prima del fischio finale, dopo avere ignorato un'entrata da rosso diretto su Raffaele Palladino nel momento di maggiore forcing offensivo da parte dei bianconeri alla ricerca della vittoria, con i calabresi alle corde ed incapaci di uscire dalla propria metà campo da almeno mezz'ora? Cos'ha da dire il designatore senza macchia (e senza capelli) in proposito?
Siamo al paradosso, ormai, con i protagonisti della farsa infinita sempre più somiglianti a quelle biro tanto di moda diversi anni fa. Quelle biro che da una parte scrivevano e dall'altra cancellavano.
Con quello stesso strumento potevi fare una cosa (scrivere) ma anche il suo contrario (cancellare). In modo che il compitino, alla fine, fosse bello pulito, ordinato, senza errori, senza antiestetici scarabocchi.
4 commenti:
a proposito di uomini che hanno la faccia come il culo...ti consiglio di dare un'occhiata cosa scrive l'integerrimo ziliani sul uso sito....riporta la telefonata manipolata tra donda e pairetto...quando si dice l'integrità morale...fabio
andate tutti AFFANCULO maiali.
vi odio.
oggi non ho animo di scrivere nient'altro che insulti.
saluti Trillo.
Frequentare il sito di Ziliani è molto pericoloso per la propria integrità e, se ci arrivano le persone sbagliate, anche per la sua, credo. Non farlo.
Ziliani sta al giornalismo come la merda sta all'alta cucina.
sono un essere umano quindi evito il sito di ziliani
Posta un commento