sabato 22 dicembre 2007

Colpa mia.


Lo scorso 3 ottobre, pensai ingenuamente che il silenzio, durato mesi, da parte di quella che va in vacanza a casa di Briatore in Kenia e poi lo nega (che in italiano - senza inflessioni borgatare e parole strascicate alla D'Alema, ché non è proprio il caso di averne uno biondo e senza baffi in aggiunta all'originale, castano e con la barca - significa: pallista), fosse una vergogna.
Ieri la Heather Parisi de noantri (al centro nella foto*, copyright del settimanale Chi), dopo un consiglio dei ministri al quale, in un paese normale, una così parteciperebbe soltanto per una frazione di secondo, passando dalla finestra a bordo di un Jumbo dirottato da Bin Laden, ha finalmente detto la sua.
Dopo aver raccolto il mento dalla tastiera, ho realizzato due cose: che se non parla, è una conquista per tutti, ma che se proprio le venisse un' improvvisa incontinenza da strascico dalemiano (disciàmo cheee... ), ci piacerebbe ascoltare un suo parere sulle questioni aperte-ma-non-sembra della squadra di Onestòpoli, e magari sulla salute economico-finanziaria-contributiva delle due squadre der Cuppolone, cioè quella di Claudio il Moralizzatore e quella della zitella inacidita Ricky Moon.

Questo qui sotto è quel post del 3 ottobre, ed è incredibile come, con personaggi di questa risma, quattro righe in croce possano bastare per tutta una vita, o quasi. Cosa vorrà dire?

(*) Di privacy mi occuperò presto, su questo blog.
Nel frattempo, siccome gira voce che quando lo scorso febbraio vide le foto africane pubblicate si incazzò come una bestia, da oggi quella sarà la sua foto ufficiale qui su venti9.




Ridi che ti passa(porti).


Postato dal Trillo il 03 ottobre 2007:

Tutti quanti noi "non normalizzati" ci affanniamo ad attaccare l'informazione nelle sue più svariate forme e rappresentanze, e ci mancherebbe altro che non fosse così. Chi non sopporta Tizio o Caio, chi non vuole sentire nominare quel giornale, quel portale internet, quella trasmissione TV, quella stazione radio e così via.
Io, per esempio, ho un particolare risentimento verso quei giornalisti come Roberto Beccantini, proprio perchè ritengo più accettabile che a partorire scemenze siano Corno e Biscardi che una delle penne storiche di un quotidiano teoricamente prestigioso come La Stampa di Torino. Come diciamo tra pescatori, ognuno se lo mena come vuole. Nel caso dei pennivendoli, però, con l'aggravante dei danni procurati a terzi, il che non è proprio la stessa cosa.
Detto questo, trovo ancora più sgradevole l'assordante silenzio che il Ministro per le attività sportive (nella foto è quella senza baffi, subito dopo avere esagerato con il prosecco) continua a mantenere sulle porcherie post-calciopoli non riguardanti la Juventus.
Va bene
raccontare palle sulle vacanze di capodanno, che non importano a nessuno - di noi, perlomeno - ma dov'è finita la sete di giustizia e pulizia morale che le aveva seccato le fauci nel 2006, appena si insediò col nuovo governo?
Come mai non si affretta a trovare un nuovo Guido Rossi con i fari accesi e il cervello spento, pronto a fare luce sulle malefatte dei falsificatori di bilanci e passaporti, degli intercetta-avversari e pedina-arbitri?
Come mai si preoccupa soltanto di applicare al calcio il principio del comunismo reale, come non le riuscirebbe mai in politica, secondo il quale la torta dei diritti TV va divisa in parti uguali tra chi di quella torta compra gli ingredienti, la cucina e la porta in tavola e quelli che se la mangiano a sbafo, senza fare un belino?
Come mai non ha esitato neanche un istante ad imbucarsi sul carro dei campioni del mondo di Lippi per una foto ricordo, per poi darsi alla macchia manco fosse il bandito Giuliano? Non le stanno più a cuore il buon nome dell'Italia e lo spirito olimpico tanto evocato (a sproposito) durante calciopoli? Non sarà mica che le secca l'idea di disturbare gli amici della cumpa, di quel salotto buono della new age che tanto piace al petroliere ecologista di Milano e tutta la sua cricca?
Un po' di coerenza non guasterebbe, anche se capisco che chiedere qualcosa di giusto a chi la giustizia la ritiene un privilegio riservato agli inquilini del proprio condominio, sarebbe come pisciare in un vulcano per raffreddarlo: inutile.
Un giorno l'Avvocato disse di lei: "Mi sembra una segretaria. Ma non la mia, quella di un altro".


Quanto ci manca quell'uomo.

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