lunedì 10 dicembre 2007

Ormai vale tutto.


Come al solito, la bombetta lanciata sabato scorso su La Stampa nell'intervista di Laura Bandinelli a Julio Cruz, non ha fatto né rumore polvere.
L'intervista si apriva con una domanda di quelle che lasciano senza fiato:
E' vero che presto andrà a vedere il musical di Peter Pan?
Se fossi stato in lei, non mi sarei fermato qui con le domande intelligenti e soprattutto interessanti, ma avrei approfondito la serie dei quesiti irrinunciabili con roba tipo:
Le risulta che la custodia del cellulare con la calamita, se tenuta nel marsupio vicino al portafoglio, possa smagnetizzare le carte di credito?
Le è mai capitato di mettere benzina verde nell'auto a gasolio, facendo rifornimento al fai da te?
Sa che lei assomiglia al cugino di un mio ex compagno delle medie?
Ha mai provato a raggiungere la riviera ligure facendo il passo dei Giovi? Una mia amica ha vomitato regolarmente tutte e tre le volte che l'ho fatto.
Dove mi consiglia di parcheggiare per fare mezz'ora di solarium al "Continente Nero" di via Garibaldi?
E così via, giusto per vedere in quante mosse sarei riuscito a prendermi un bel vaffanculo senza stretta di mano e vederlo alzarsi, girare i tacchi e andarsene sbigottito.
Lei no. Evidentemente soddisfatta dalla risposta del puntero degli esauriti, si è addentrata subito nell'argomento calcio, anche se sempre saldamente in groppa all'eroe alato:

In fondo, Peter Pan le assomiglia: anche lei non invecchia e con il passare degli anni invece che perdere posizioni ne acquista.

«Merito della famiglia Moratti e di Facchetti».

Perché?

«Dopo un anno all’Inter volevo andarmene perché non trovavo spazio, ma la società mi ha ritenuto incedibile. In quel periodo c’era Giacinto che mi parlava tantissimo. Mi diceva che dovevo rimanere perché le cose stavano cambiando. Ha avuto ragione lui. È cambiato tutto».

E poi via di slancio, con botta e risposta sulla sua media realizzativa fino alla celebrazione finale dell'allenatore esaurito degli esauriti (quello che gira con la laurea in medicina avendo studiato solo fino alla terza media - calcisticamente parlando - vero AssoAllenatori?). Quando si dice rispettare le regole.
Cruz all'Inter ci è arrivato nel 2003, quindi non serve la calcolatrice scientifica per capire che quando il compianto-ed onestissimo-e galantuomo-e pulitissimo-e limpidissimo-e cristallino-e guai a chi ne parla male-che non si infangano i defunti-che ci sono i parenti che ci ascoltano-ma che scherziamo? lui insomma, il Giacinto, quando - dicevo - gli parlava tanto e gli diceva che le cose stavano cambiando, eravamo giusto all'inizio della stagione 2004-2005, se non prima.
Ma tu guarda a volte il caso. Proprio quando la Juventus di Capello e dei centotrentasei campioni del mondo assortiti, più un Ibrahimovic qualunque, stava per aprire un ciclo di due campionati consecutivi in testa (con scudetti incorporati), il presidente innominabile perché pulito degli esauriti, sapeva già che sarebbe cambiato tutto. Con quasi due anni di anticipo.
Non che sia una novità, per chi sostiene una certa versione di calciopoli e soprattutto della sua genesi. E' il segreto di Pulcinella, anche se a svelarlo ingenuamente è stato Peter Pan e tutti hanno finto non capire, una volta di più.
Queste poche righe sull'argomento (che non sono le prime e non saranno neppure le ultime), sono rivolte principalmente a due categorie di persone:
Quelli che ritengono la storia (e le storie) ricostruibili solo per mezzo dei vivi.
Quelli che ritengono si debba accettare per buona e prendere atto di una realtà - quella odierna - che più virtuale di così non potrebbe essere.
Ci sarebbe anche una terza categoria, in effetti: gli eterni esauriti, se solo fossero in grado di vedere le cose non come nelle favole, ma per come sono e per come sono state davvero.

Non lo faranno mai, esattamente come Peter Pan.

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