martedì 6 novembre 2007

Ciao, fuoriclasse.


Purtroppo ci ha lasciati anche lui.
Comunque la si pensi, la razza dei giornalisti veri compie un ulteriore passo verso l'estizione, come accadde già con la scomparsa di Indro Montanelli nel 2001.
Bene farebbero, se solo ne fossero capaci, i pennivendoli senza dignità di certi giornali di oggi, a farsi un esame di coscienza soffermandosi un istante a riflettere su cosa significhi fare informazione anziché disinformazione.
Siccome il motivo che mi ha spinto a creare questo blog, è stato proprio il voltastomaco generato dalla malafede straripante nelle cronache della farsa denominata Calciopoli (quando non addirittura Moggiopoli, a proposito di serietà professionale), riporto il pensiero che lo stesso Enzo Biagi espresse in un'intervista rilasciata a Il Tirreno il 16 luglio 2006, proprio nel bel mezzo della bufera:

"Una sentenza pazzesca, e non perchè il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perchè costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome, una sentenza pazzesca perchè punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna. E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto?
Perchè tutto è uscito fuori in un determinato momento? Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l'ex Re d'Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti.
Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?"

Parole e musica di Enzo Biagi. Altro che "Fatemi capire".

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