Dopo circa venti giorni dal primo post su questo blog, mi rendo conto che il tema di calciopoli possa essere stucchevole e quasi anacronistico, con il campionato all'orizzonte e tutto il contorno di fatti e misfatti accantonati con fastidio da chi sogna il liberatorio calcio d'inizio.
Me lo pongo anch'io il problema, nonostante la pensi in un certo modo, quando cerco spunti e destinatari ai quali rivolgere domande e considerazioni polemiche su ciò che è stato. In primo luogo, perchè non tutti gli juventini sentono di aver perso qualcosa senza meritarlo, classificando come rompiscatole noi che continuiamo a sbraitare. In secondo luogo perchè la situazione, già oggi, dopo nemmeno un anno dall'epilogo di calciopoli, è tale da non lasciare alcuno spazio alle speranze di revisione del "pacchetto sanzionatorio" comminato alla Juve.
Me lo pongo anch'io il problema, nonostante la pensi in un certo modo, quando cerco spunti e destinatari ai quali rivolgere domande e considerazioni polemiche su ciò che è stato. In primo luogo, perchè non tutti gli juventini sentono di aver perso qualcosa senza meritarlo, classificando come rompiscatole noi che continuiamo a sbraitare. In secondo luogo perchè la situazione, già oggi, dopo nemmeno un anno dall'epilogo di calciopoli, è tale da non lasciare alcuno spazio alle speranze di revisione del "pacchetto sanzionatorio" comminato alla Juve.
Ciò che non mi piace, in ogni caso, è che un uomo da tutti indicato come esempio di stile e coerenza (foto), addirittura possibile futuro capitano per il post-Del Piero, inviti tutti noi a non pensarci più, perchè gridare non serve a nulla. Se l'amore per il bianconero risale all'infanzia e non è mai stato insaporito dalla pace dei sensi (finanziaria) di qualche milione di euro, smettere di gridare risulta più complicato. Almeno a quelli come me.
Scavalcare calciopoli così, guardando dritto avanti, significa accettarne di fatto le conclusioni, senza se e senza ma. Significa, sia ben chiaro a tutti quanti, spargere un sacco di fuliggine su tutti i 109 anni di storia bianconera. Non solo sulle imprese della Juve da Vialli in avanti. Chi amerà la Juve domani, i bambini di oggi, sarà costretto a spazzare via di continuo quella fuliggine, anche rivedendo le piroette di Bettega e Platini, di Charles e Sivori, e ancora più indietro, fino allo squadrone del quinquennio.
Diceva Gianni Brera che si nasce incendiari e si muore pompieri. Dipende da quanto, ognuno di noi, intende ancora campare.
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