"Via uno, dentro un altro".
E' il principio di Mr. Tinkerman (un soprannome, una garanzia), solo che non devono averlo capito troppo bene in Corso Galileo Ferraris 32. Lui intendeva che quando si vende un giocatore, se ne compra un altro per colmare il vuoto.
La dirigenza col sorriso, invece, ha frainteso il significato di quel "via uno, dentro un altro", e così la Juventus, quella che da oltre un secolo era una delle società più prestigiose al mondo, da Vecchia Signora è stata trasfigurata in pornodiva da quattro soldi.
Come nei capolavori cinematografici di Rocco Siffredi: via uno, dentro un altro. Il buco, ahimè, non è quello della porta d'ingresso degli spogliatoi di Vinovo, ma quello molto più ridotto (talvolta nemmeno tanto, e multifunzione) posto più o meno a metà strada tra la nuca e i talloni.
Questo tipo di "via uno, dentro un altro", sta continuando da mesi e mesi, senza soluzione di continuità. L'ultima maxi figura di merda dei simpatici dirigenti juventini, è stata quella della partenza con richiamo immediato del difensore Boumsong.
Ho sempre difeso le scelte, talvolta punitive, di Luciano Moggi nei confronti dei calciatori poiché, non dimentichiamolo mai, troppo spesso sono (i calciatori) dei milionari per caso con l'acume di una cavia peruviana, sempre pronti a pretendere qualcosa di più, grazie anche ai saggi consigli paterni e disinteressati dei loro procuratori, che in genere azzeccano i congiuntivi per caso ma hanno i soldi di un milionario.
Stavolta no, mi dispiace. Hanno provato a venderlo a chiunque, il difensore francese, senza neppure preoccuparsi troppo di farcelo sapere ogni volta a mezzo stampa, come accade alle squadrette di serie D.
Non è per il cuore infranto di Boumsong che mi commuovo, anzi. Fa parte del gioco e non sarà certo lui il primo calciatore ad essere scaricato dalla propria squadra per lo scarso rendimento portato in dote. Non era mai capitato, però, di vedere un gruppo di commedianti, quali sono gli attuali timonieri della Juventus, oltrepassare i limiti dell'immaginazione, comica o drammatica fate un po' voi, rimangiandosi la parola data in maniera così puerile, odiosa e davanti agli occhi di tutto il mondo del calcio, di quel mondo che avrebbero voluto conquistare a colpi di sorrisi, correttezza (quale, mi chiedo) e fair play.
Mentre scrivo, la cessione di Boumsong al Lione è stata ufficializzata, anche se, per non smentirsi, monsieur "Ah,voilà" ha perso l'ennesima occasione per tenere chiuso quel becco, intaccando ulteriormente la nostra autorevolezza perduta.
La cosa disarmante è come questi subdirigenti, sotto sotto, ci provino anche ad emulare il tanto vituperato ex Direttore, dandone dimostrazione proprio in questi momenti di messa in mostra dei muscoli, inevitabilmente diventata sì una messa, ma da requiem, per la loro credibilità.
Finora, cari signori senza arte né parte, siete riusciti solo a gettare altre badilate di fango sul mito di una società che quel mito se l'era costruito passo dopo passo, inanellando successi uno dietro l'altro, sia sul campo che sul mercato.
Purtroppo, si sa: servono anni per costruire, ma basta un attimo per distruggere. Pur con tutta la buona volontà, mi riusciva difficile credere che, dopo l'auto-demolizione del 2006, sarebbe potuto arrivare qualche maestro di inettitudine talmente incapace da riuscire nella continuazione di quell'opera, accanendosi pure sulle fondamenta, visto che di facciata da distruggere non ne è rimasta praticamente più.
"Via uno, dentro un altro" - a questo punto - ha una sola chiave di lettura per noi che la Juventus la portiamo davvero nel cuore, e non riguarda affatto la composizione della rosa, da plasmare con il metti/togli di un difensore, un centrocampista o un attaccante. E' giunto il momento che "via uno, dentro un altro" diventi l'imperativo per la conduzione strategica e sportiva di quella Signora diventata pornodiva.
In parole povere, la compagnia dello smile si tolga dai piedi al più presto, "via tutti, dentro un altro". Oltretutto, l'altro ce l'avremmo già in casa: magari basta un fischio.
P.S. Tinkerman Ranieri ha presentato la sfida di stasera con le solite parole da vincente vero: "Attenti, è un nuovo Livorno". Dentro un altro, c'è posto per tutti.
E' il principio di Mr. Tinkerman (un soprannome, una garanzia), solo che non devono averlo capito troppo bene in Corso Galileo Ferraris 32. Lui intendeva che quando si vende un giocatore, se ne compra un altro per colmare il vuoto.
La dirigenza col sorriso, invece, ha frainteso il significato di quel "via uno, dentro un altro", e così la Juventus, quella che da oltre un secolo era una delle società più prestigiose al mondo, da Vecchia Signora è stata trasfigurata in pornodiva da quattro soldi.
Come nei capolavori cinematografici di Rocco Siffredi: via uno, dentro un altro. Il buco, ahimè, non è quello della porta d'ingresso degli spogliatoi di Vinovo, ma quello molto più ridotto (talvolta nemmeno tanto, e multifunzione) posto più o meno a metà strada tra la nuca e i talloni.
Questo tipo di "via uno, dentro un altro", sta continuando da mesi e mesi, senza soluzione di continuità. L'ultima maxi figura di merda dei simpatici dirigenti juventini, è stata quella della partenza con richiamo immediato del difensore Boumsong.
Ho sempre difeso le scelte, talvolta punitive, di Luciano Moggi nei confronti dei calciatori poiché, non dimentichiamolo mai, troppo spesso sono (i calciatori) dei milionari per caso con l'acume di una cavia peruviana, sempre pronti a pretendere qualcosa di più, grazie anche ai saggi consigli paterni e disinteressati dei loro procuratori, che in genere azzeccano i congiuntivi per caso ma hanno i soldi di un milionario.
Stavolta no, mi dispiace. Hanno provato a venderlo a chiunque, il difensore francese, senza neppure preoccuparsi troppo di farcelo sapere ogni volta a mezzo stampa, come accade alle squadrette di serie D.
Non è per il cuore infranto di Boumsong che mi commuovo, anzi. Fa parte del gioco e non sarà certo lui il primo calciatore ad essere scaricato dalla propria squadra per lo scarso rendimento portato in dote. Non era mai capitato, però, di vedere un gruppo di commedianti, quali sono gli attuali timonieri della Juventus, oltrepassare i limiti dell'immaginazione, comica o drammatica fate un po' voi, rimangiandosi la parola data in maniera così puerile, odiosa e davanti agli occhi di tutto il mondo del calcio, di quel mondo che avrebbero voluto conquistare a colpi di sorrisi, correttezza (quale, mi chiedo) e fair play.
Mentre scrivo, la cessione di Boumsong al Lione è stata ufficializzata, anche se, per non smentirsi, monsieur "Ah,voilà" ha perso l'ennesima occasione per tenere chiuso quel becco, intaccando ulteriormente la nostra autorevolezza perduta.
La cosa disarmante è come questi subdirigenti, sotto sotto, ci provino anche ad emulare il tanto vituperato ex Direttore, dandone dimostrazione proprio in questi momenti di messa in mostra dei muscoli, inevitabilmente diventata sì una messa, ma da requiem, per la loro credibilità.
Finora, cari signori senza arte né parte, siete riusciti solo a gettare altre badilate di fango sul mito di una società che quel mito se l'era costruito passo dopo passo, inanellando successi uno dietro l'altro, sia sul campo che sul mercato.
Purtroppo, si sa: servono anni per costruire, ma basta un attimo per distruggere. Pur con tutta la buona volontà, mi riusciva difficile credere che, dopo l'auto-demolizione del 2006, sarebbe potuto arrivare qualche maestro di inettitudine talmente incapace da riuscire nella continuazione di quell'opera, accanendosi pure sulle fondamenta, visto che di facciata da distruggere non ne è rimasta praticamente più.
"Via uno, dentro un altro" - a questo punto - ha una sola chiave di lettura per noi che la Juventus la portiamo davvero nel cuore, e non riguarda affatto la composizione della rosa, da plasmare con il metti/togli di un difensore, un centrocampista o un attaccante. E' giunto il momento che "via uno, dentro un altro" diventi l'imperativo per la conduzione strategica e sportiva di quella Signora diventata pornodiva.
In parole povere, la compagnia dello smile si tolga dai piedi al più presto, "via tutti, dentro un altro". Oltretutto, l'altro ce l'avremmo già in casa: magari basta un fischio.
P.S. Tinkerman Ranieri ha presentato la sfida di stasera con le solite parole da vincente vero: "Attenti, è un nuovo Livorno". Dentro un altro, c'è posto per tutti.
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